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Palestina – Intervista a Luisa Morgantini: “Maurizio Magnani vive!” 

Il compagno Maurizio Magnani, cognato di Moni Ovadia, ci ha da poco lasciati provocando un enorme sgomento e dolore sia negli ambienti Anpi sia in AssoPacePalestina, dove militava con il suo importantissimo contributo in un impegno diretto, dedito e costante alle cause di giustizia e pace.

Laura Tussi

Intervista a Luisa Morgantini: Maurizio Magnani vive!

di Laura Tussi

Il compagno Maurizio Magnani ci ha da poco lasciati provocando un enorme sgomento e dolore sia negli ambienti Anpi sia in AssoPacePalestina, dove militava con il suo importantissimo contributo in un impegno diretto, dedito e costante alle cause di giustizia e pace.

Come vi siete conosciuti tu, Luisa, e Maurizio? 

A Milano, credo nel 1983, a quel tempo ero nella segreteria della Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici. La Flm aveva una trainante ed intensa politica internazionale di cui sono stata responsabile, davamo il nostro massimo sostegno alle lotte di liberazione nazionali ed anticoloniali, dal Vietnamn, all’Angola, al Mozambico, contro l’Apartheid in Sudafrica, contro i colonelli in Brasile, in Argentina, l’accoglienza ai profughi dal Cile dopo il golpe di Pinochet, cosi come la battaglia contro la produzione di armi, la solidarietà all’Olp per il massacro dei campi profughi di Sabra e Shatila.

Non una solidarietà espressa solo politicamente da parte del Sindacato, ma  con azioni concrete ed aiuti in Brasile, in Libano, in Sudafrica, in Mozambico.

Il 19 Luglio del 1979 il Fronte Sandinista di Liberazione prende il potere in Nicaragua sconfiggendo il dittatore Somoza, una vittoria straordinaria.

I sandinisti fanno sognare tutti i progressisti (o rivoluzionari , a quel tempo si usava ancora questa parola) del mondo.

Si pongono come forza innovativa: sono i muchachos, giovani  e con l’allegria di poter cambiare il Nicaragua.  E per noi diventano un esempio, hanno vinto contro l’imperialismo nord-americano, e non accettano la logica dei due blocchi, vogliono essere autonomi anche dall’Unione Sovietica. A quella rivoluzione danno l’apporto i gesuiti e i cattolici della Teologia della liberazione; dal Nicaragua arriva lo slogan “tra cristiani e marxisti non c’è contraddizione”. Con il Sindacato della FIM-Cisl e della FLM prese contatto un prete sandinista Formigoni e iniziammo subito a proporre iniziative nelle fabbriche metalmeccaniche. Si era formata intanto l’Associazione di Amicizia, Solidarietà e Scambi Culturali Italia-Nicaragua, della quale presi parte e dopo qualche tempo ne divenni la Coordinatrice Nazionale. Già esistevano gruppi di cattolici  a Torino che organizzavano campi di lavoro in Nicaragua ed ai quali dobbiamo molto. Fu più difficile convincere i promotori dell’Associazione ad organizzare campi di lavoro; molti sostenevano che fosse meglio spendere le poche risorse che erano a disposizione nel fare progetti piuttosto che inviare volontari. Ma passò la posizione per la quale mi ero battuta, e venni eletta coordinatrice dell’Associazione. Iniziammo ad organizzare campi di lavoro, senza abbandonare i progetti di aiuto come la campagna “Biciclette per il Nicaragua” e la solidarietà politica con manifestazioni anche nazionali.

La risposta fu straordinaria (quegli anni erano ancora gli anni di piombo) decine e decine di giovani  si iscrissero ai campi di lavoro, trovando un fare che rispondeva ai loro bisogni di partecipazione. Ritengo che questo fare abbia distolto molti giovani da guardare alle Brigate Rosse. Uno di questi govani fu Maurizio, Maurizio Magnani. Lo conobbi in una della riunioni organizzative, mi apostrofò subito in modo provocatorio, per la mia posizione così favorevole all’unità cristiani e marxisti. Questo era un po’ l’atteggiamento di Maurizio: superava la sua timidezza a volte sparando parole di cui poi si ravvedeva e iniziava il dialogo. Era pieno di entusiasmo, passione per la giustizia ed empatico. Maurizio era perfetto per i progetti che avevamo, aveva esperienza di lavoro in cantiere, di cui andava fiero. Fu presente in due campi di lavoro dove si costruirono anche rapporti e relazioni che sono rimasti nel tempo.

Confesso che una della immagini che ho sempre impressa nella mente è quando Maurizio venne a casa mia, suonò il campanello, scesi e lo trovai in lacrime con in braccio il suo amato cane appena morto.

La nostra amicizia divenne indissolubile ed ha superato gli anni e le vicende politiche e dal Nicaragua si è trasferita in Palestina. Il Nicaragua con la sconfitta del Fronte sandinista alle elezioni del 1990 non rappresentava più il laboratorio rivoluzionario, nel quale ci riconoscevamo. Lasciai il Coordinamento dell’associazione, che tuttora esiste grazie alla dedizione di compagni e compagne, e mi immersi nelle attività a sostegno della libertà e autodeterminazione del popolo palestinese. Fu il massacro di Sabra e Shatila nel Settembre 1982 a renderci consapevoli della questione palestinese. Naturalmente continuavo il mio lavoro all’interno della FLM e non più nelle segreteria di Milano, ma responsabile dal 1985, del settore internazionale a Roma. Non vi è alcun dubbio che è grazie alla disponibilità del Sindacato della FLM e in particolare della FIM, che ha permesso l’uso delle sue strutture e del mio tempo per le nostre attività, che tanto abbiamo potuto fare, ma con Maurizio rimasi costantemente in contatto e quando organizzammo il primo campo di lavoro a Taibee, nella Palestina del ’48, Maurizio era con noi con il suo entusiasmo, la sua generosità e solarità.

Maurizio aveva una battuta spigliata, brillante e umoristica sempre al momento giusto, riuscendo a sdrammatizzare e a facilitare la risoluzione anche delle situazioni più drammatiche.

Ricordi in particolare qualche episodio condiviso con Maurizio?

Probabilmente un’infinità, ma adesso non ricordo… quello che però mi viene in mente è che Maurizio mi ha aiutata a non sentirmi in colpa se mi fermavo un attimo, magari mangiando tranquillamente un gelato  guardando Sant’Ambrogio ed ascoltando i suoi racconti su cose avvenute in politica, nella vita quotidiana, mi meravigliavo sempre di fronte alla sua curiosità e memoria, mi chiedevo come facesse a ricordarsi tutte quelle notizie.

Io  ero sempre affannata e di corsa, tra assemblee di fabbrica, trattative sindacali e fermarmi a parlare come si usa dire “del più e del meno” mi sembrava di togliere tempo alle cose importanti.

Da Maurizio mi sentivo protetta, si preoccupava per me come del resto faceva con la sua famiglia, aveva forte il senso della famiglia e dell’amicizia, pur nei conflitti inevitabili in famiglia, adorava le sue sorelle, i nipoti, la mamma, il papà, cosi come adorava Paola, sua moglie e compagna. Se qualcuno avesse osato fare del male a qualcuno di loro, o ai suoi amici e amiche più cari e care, avrebbe fatto di tutto per difenderli: a volte ho pensato che avesse un animo da leonessa, che difendeva i suoi cuccioli.

Anche nella malattia non perdeva ironia, gioiosità e attenzione per gli altri. Ricordo la sera prima che ci lasciasse. Eravamo a tavola tutti insieme e Maurizio ha preso il bicchiere per bere dell’acqua, il bicchiere gli è caduto dalle mani e si è infranto. Ci ha lasciati dicendo: scusate. La dignità un’ altra peculiarità di Maurizio.

Quando nel 1988, Israele mi espulse dalla Palestina, ero disperata di non poter più essere con i e le palestinesi nella prima Intifadah e chiedevo “portatemi con voi nel taschino”, il giorno prima che morisse, lucido, consapevole e con la sua solita tenerezza, mi disse “d’ora in poi dovrai portarmi tu nel taschino”.

So che non è la risposta alla tua domanda, ma è ciò che volevo dire.

In quale ambito di AssoPacePalestina Maurizio era maggiormente impegnato? 

Il suo primo viaggio fu il campo di lavoro per restaurare un asilo e poi con gli studenti di Birzeit in un campo estivo, e poi a Gaza, fece delle fotografie bellissime, con Paola dicevamo che potremmo cercarle e farne una mostra.

Era impegnato nel coordinare il gruppo di Milano di AssoPacePalestina e quindi seguiva tutte le iniziative per fare conoscere la realtà della Palestina, la sua storia, la sua cultura.

Ricordo bene momenti trascorsi assieme a Maurizio durante varie iniziative con Anpi e a sostegno del popolo palestinese anche con Moni Ovadia e rimanevo molto colpita dalla sua pacatezza unita alla fermezza dialogica e alla sapienza di contenuto. E tu?

Si certo perchè non parlava solo per le conoscenze librarie, ma per aver visto con i propri occhi la realtà dell’occupazione militare. Maurizio conosceva le case i villaggi, aveva visto ed ascoltato le testimonianze dei profughi, e come AssoPacePalestina abbiamo scelto di non negare le contraddizioni, ma di viverle e di sostenere la lotta di Resistenza popolare nonviolenta che portano avanti i comitati contro il muro e l’occupazione.

La sua sapienza gli veniva da molte esperienze, dal fatto che Maurizio amava il popolo palestinese con tutte le sue contraddizioni, insieme dicevamo che non si devono elidere, ma affrontarle. Ci accomunava anche l’orgoglio di avere origini “proletarie” e che ogni ingiustizia, come dice Brecht ci fa “roca la voce”. Anche L’Anpi come AssoPacePalestina erano la sua casa: il suo antifascismo profondo, la sua indignazione li trasformava in gesti concreti di solidarietà e attivismo.

Anche Moni Ovadia, ha conosciuto Maurizio come attivista, ma anche come cognato, cosa ci dici del loro rapporto?

Moni Ovadia ha onorato Maurizio durante le esequie e citerei alcune delle parole che ha detto in quell’occasione:”da pochi giorni se n’è andato Gino Strada e ho visto spegnersi  Maurizio. Sono uomini che appartengono alla stessa umanità , l’amore per la giustizia, per l’uguaglianza e per la libertà. L’impatto con gli occhi di Maurizio, la sua passione non si possono dimenticare. L’antifascismo, il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione…”

Come possiamo onorare l’impegno, la militanza e la caparbia nelle lotte più importanti sostenute da Maurizio?

Un tuo pensiero su Maurizio per non dimenticarlo mai…

Andando avanti, non lasciarsi sopraffare dall’impotenza e cercare di essere come dice Mahmoud Darwish, grande poeta palestinese e del mondo,”una candela nel buio”. Perchè vale la pena essere dalla parte degli sfruttati e degli esclusi.

“La solidarietà è la tenerezza dei popoli” dicevamo in Nicaragua.

Senza dire nulla di mio, aggiungerei dei versi che lo rappresentano:”Mentre prepari la tua colazione pensa agli altri, non dimenticare il cibo delle colombe.

Mentre…..

Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,

coloro che non trovano posto dove dormire…..”

Cercate questa poesia  e fatela vostra è di Mahmoud Darwish.

Maurizio sarà sempre con noi, sorridendoci ci inciterà ad andare avanti, per la pace con giustizia, per la libertà, per la bellezza.

Ne vale davvero la pena.

 

Comunicato di AssoPacePalestina

Maurizio Magnani se ne è andato, un compagno, un antifascista, generoso, allegro, solare, un pensiero critico ed un cuore appassionato, impegnato in tutte le battaglie per la giustizia, contro ogni sopruso e privilegio. Un cittadino del mondo.

Se davvero ci sono i giusti che sorreggono questo mondo e cercano di renderlo migliore lui era uno di questi, un gigante anche tra loro.

Nel Nicaragua sandinista era stato volontario, aveva raccolto caffè, contribuito a costruire piccole scuole, lui che fin da ragazzo aveva lavorato nei cantieri, e poi la Palestina, diventata parte della sua vita. Ed anche in Palestina, nei campi di lavoro con gli studenti di Birzeit e poi a Taibeh, oggi in Israele con i palestinesi a rimettere in sesto un asilo.

Sempre attivo, non gli bastava andare nei luoghi dove la solidarietà manifesta la tenerezza dei popoli, bisognava agire qui dove lo sfruttamento, le diseguaglianze e la cultura della violenza e delle guerre, che Maurizio insieme a noi credeva dovessero scomparire dalla storia, fanno sempre più parte della nostra società.

AssoPacePalestina perde un insostituibile essere umano, un amico, un fratello, un compagno.

 

Ci stringiamo a Paola sua amatissima compagna e moglie, a Natascia e Nadia e a tutta la famiglia, con profondo rispetto e amore. Maurizio non ci lascerà mai soli.

 

Luisa Morgantini

AssoPacePalestina

Sorgente: Luisa Morgantini ricorda Maurizio Magnani

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