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«L’Uaar esprime viva soddisfazione per l’accoglimento del ricorso da lei patrocinato e che ha finalmente sancito nero su bianco la non compatibilità del crocifisso con lo stato laico». Questo il commento di Adele Orioli, responsabile delle iniziative giuridiche dell’Uaar in merito alla sentenza della Cassazione depositata oggi. Le sezioni unite civili scrivono infatti che «l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato. L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il fascismo; ma nella democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è più consentita».
Anche se rimangono aperti non pochi profili problematici è grande la soddisfazione nell’aver potuto difendere la legittima posizione di un insegnante di scuola pubblica.

Franco Coppoli, protagonista di questa annosa vicenda, commenta: «Una sentenza importante che finalmente annulla la sanzione disciplinare e definisce illegittimi l’ordine di servizio e la circolare del dirigente scolastico che imponevano il crocefisso in classe. Una lunga battaglia civile – in cui l’Uaar è stata fondamentale e che ringrazio insieme agli avvocati Fabio Corvaja e Nicoletta Crisci – che ha portato di un passo avanti la laicità dello stato e la libertà di coscienza nel nostro paese».

Per il segretario nazionale Uaar Roberto Grendene «oggi sono stati sconfessati (è proprio il caso di dirlo) sia il Consiglio di Stato sia i politici che pretendono di imporre unilateralmente un simbolo confessionale nella scuola di tutti».

Comunicato Stampa

Sorgente: L’imposizione del crocifisso è incompatibile con lo stato laico. Accolto il ricorso dell’insegnante patrocinato dall’Uaar – A ragion veduta

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