0 7 minuti 3 anni

Gli under 12, non immunizzati, sono un bersaglio facile per la variante due volte più trasmissibile, ma che per fortuna non fa aumentare i sintomi gravi. Gli Stati Uniti sono stati già costretti a tornare alla Dad in un migliaio di scuole. E Los Angeles obbliga a vaccinarsi anche gli studenti over 12

A mani nude contro la Delta. I bambini senza vaccini si ritrovano oggi ad affrontare un virus che combatte per due. L’indice di replicabilità della variante arrivata dall’India è infatti 6-7 contro il 2-3 del ceppo di Wuhan: più del doppio. Se la prima ondata ha visto gli anziani esposti ai colpi di maglio della pandemia, ora il coronavirus si sta insinuando fra le categorie meno protette: i bambini. Nel tentativo di arginarla Los Angeles ha appena imposto l’obbligo di vaccino agli studenti sopra ai 12 anni.

In Italia oggi quasi un contagio su quattro (il 23,3%) avviene fra i minori di 18 anni. L’incidenza settimanale al di sotto dei 30 anni è di oltre 100 casi ogni 100mila abitanti, quasi tripla rispetto agli over 60, che sono in buona parte vaccinati. Nonostante le ricerche, nessuno studio ha dimostrato che l’organismo dei bambini per qualche ragione sia più vulnerabile alla variante. I ricoveri under 18 in Italia al momento sono 15 ogni milione di bambini: nella media. Semplicemente, la Delta è più contagiosa. Come un rivolo d’acqua, scorre dove trova meno ostacoli. E l’unica categoria ancora non immunizzata è quella dei bambini al di sotto dei 12 anni.

Arriveranno anche per loro, le fiale. Ma la stima è che l’autorizzazione in Europa non sia pronta prima di dicembre-gennaio. Negli Usa dove il fenomeno dei ricoveri in età pediatrica è più accentuato dalla riapertura delle scuole di metà agosto, i quotidiani parlano di genitori che chiedono ai medici di accedere alla vaccinazione per i loro figli under 12 in regime di emergenza.

Per fortuna la nuova variante gonfia i numeri degli infettati, ma non quelli dei decessi. La probabilità che un bambino muoia di Covid dopo il contagio resta estremamente bassa, e costante dall’inizio della pandemia. In Italia su 723mila ragazzi sotto ai 18 anni colpiti dal virus ci sono state in tutto 32 morti.

Il fatto che la malattia dei bambini sia lieve, e resti tale anche con la Delta, non basta però a tranquillizzare in vista del ritorno a scuola. Un insegnante immunizzato di fronte a una classe di 25 bambini naif ha poco effetto nel frenare i contagi. I docenti poi sono fra i vaccinati della prima ora. I dubbi che la protezione possa iniziare a ridursi dopo sei mesi riguarda anche loro. Gli Stati Uniti (dove un migliaio di scuole sono già tornate alla didattica a distanza a meno di un mese dalla riapertura), Germania, Scozia e Israele (dove l’anno scolastico si è aperto con uno screening di massa che ha lasciato 200mila scolari a casa in quarantena) hanno tutti visto un aumento dei casi nella popolazione generale ma soprattutto negli scolari dopo il suono della prima campanella.

Quanto i bambini possano essere un motore di nuovi contagi ce lo dice un paese ancora poco vaccinato come l’Australia. Qui la Delta contratta da un bambino a scuola è stata trasmessa ad almeno un familiare nel 70% dei casi e a tutti i conviventi nel 55% dei casi. Nessuna delle varianti precedenti era arrivata a cifre così alte. Le autorità sanitarie di Sydney – un paese poco colpito dal Covid comunque – hanno osservato un tasso di trasmissione 5 volte più alto rispetto al 2020.

Anche l’ultimo bollettino dell’American Academy of Pediatrics, pubblicato il 2 settembre, mette i bambini al centro della nuova ondata di Delta che sta investendo gli Stati Uniti, con 160mila nuovi casi al giorno di media nella popolazione generale. Dall’arrivo del coronavirus al 2 settembre, si legge nel rapporto, oltre 5 milioni di bambini negli Usa sono risultati positivi (non tutti gli stati adottano la stessa definizione di “bambino”, ma la maggior parte si riferisce agli under 18). “Circa 252mila casi si sono aggiunti nella scorsa settimana, il valore più alto dall’inizio della pandemia”. Il 14 agosto in un solo giorno 1.900 bambini sono stati ricoverati negli Usa: un record che però, per ragioni di calendario, non può in questo caso essere imputato alla scuola, ma a un aumento dei contagi iniziato nel corso dell’estate.

Un bambino su sei, fra tutti quelli che si sono contagiati in un anno e mezzo negli Stati Uniti, lo ha fatto comunque nell’ultimo mese. Il 26,8% dei nuovi positivi negli Usa sono minorenni (il record è del Tennessee con il 36% e le scuole aperte senza mascherine). Prima dell’estate erano il 15%, ma oggi ci sono anche più vaccinati nelle altre classi di età. Il numero di ricoveri aumenta in valore assoluto, ma resta per fortuna molto basso in percentuale, con i decessi sempre contenuti in pochi decimi percentuali.

I contagi dei bambini, aggiungono i Centers for Disease Control americani (Cdc), sono più bassi negli stati che hanno una percentuale inferiore di immunizzati tra gli adulti. Segno che i vaccini rallentano la trasmissione del coronavirus anche fra chi non li riceve. Il tasso di ricoveri dei bambini, ha spiegato la direttrice dei Cdc Rochelle Walensky una settimana fa in un briefing alla Casa Bianca, è quattro volte superiore negli stati con una copertura vaccinale scarsa. In molte zone degli Usa intanto si dibatte – anche a colpi di ricorsi giudiziari – se sia giusto o meno che gli scolari tengano la mascherina in classe.

L’immunologo Anthony Fauci prevede che le fiale per i ragazzi sotto ai 12 anni (presumibilmente fino ai 5 o 6 anni in un primo momento) arrivino negli Stati Uniti a ottobre-novembre, prima che in Europa. “A quel punto credo che rendere obbligatorio il vaccino ai ragazzi che frequentano la scuola sia una buona idea” ha detto alla Cnn. “Esattamente come abbiamo fatto per anni per polio, morbillo e altre malattie”.

Sorgente: Covid, la Delta corre tra i bambini: in Italia è tra i piccoli un caso su quattro. E negli Usa record di contagi nelle scuole – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20