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A causa della persistente penuria di camionisti sono iniziate a calare le scorte di carburanti nel Paese e il colosso Bp ha chiuso o ridotto l’erogazione di benzina e diesel in circa 100 stazioni di servizio

È stato un vero e proprio giorno nero per la crisi dei trasporti, accentuata da quella energetica, che ha colpito il Regno Unito, dove migliaia di persone si sono ritrovate in coda nei distributori e negli aeroporti. A causa della persistente penuria di camionisti sono iniziate a calare le scorte di carburanti nel Paese e il colosso Bp ha chiuso o ridotto l’erogazione di benzina e diesel in circa 100 stazioni di servizio. Altre del gruppo americano ExxonMobil hanno subito la stessa sorte, spingendo così gli automobilisti timorosi di restare a secco a formare lunghe file ai punti di rifornimento, in particolare a Londra e nel sud dell’Inghilterra, una delle zone più trafficate della Gran Bretagna.

 

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Non sono servite granché a migliorare la situazione le diverse rassicurazioni fornite dal governo conservatore. È intervenuto il ministro ai Trasporti, Grant Shapps, per lanciare un appello agli automobilisti accorsi a riempire i loro serbatoi, affermando che c’è «carburante in abbondanza». Allo stesso tempo ha aggiunto, in una intervista alla Bbc, che l’esecutivo potrebbe coinvolgere l’esercito di sua maestà per guidare le autocisterne se fosse d’aiuto. Si stima che il Regno sia a corto di circa 100.000 conducenti di mezzi pesanti, con la penuria aggravata dalla pandemia e dalla Brexit e che ha già avuto importanti ricadute sulla grande distribuzione e la ristorazione. Anche Downing Street è dovuto intervenire nel corso della giornata, ribadendo che non mancano i carburanti, ma intanto crescevano le critiche. Rod McKenzie, della Road Haulage Association che rappresenta il settore degli autotrasportatori, ha accusato l’esecutivo di “inerzia” e ha proposto come possibile misura a brevissimo termine quella di offrire “visti stagionali” per i camionisti stranieri.

 

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Intanto migliaia di passeggeri in arrivo negli aeroporti del Regno hanno subito ritardi per un problema tecnico agli “e-gates”, i cancelli del controllo passaporti self-service. Fra gli scali più colpiti, Heathrow, Gatwick, Manchester ed Edimburgo. Un portavoce del ministero degli Interni ha affermato che il problema è stato rapidamente identificato e risolto. Ma arriva dopo settimane di disagi e code per i passeggeri dovute ai problemi di staff della Border Force, la polizia di dogana di competenza dell’Home Office. Anche in questo caso non sono mancate le critiche al governo per una cattiva gestione del personale.

 

Sorgente: Crisi trasporti in Gran Bretagna: code ai distributori, non c’è benzina. Aeroporti, ritardi per migliaia di viaggiatori – La Stampa

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