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Il vaccino contro il Covid darà un notevole impulso al Pil della Germania. I più diffidenti vi leggeranno il movente che ha spinto la cancelliera Angela Merkel a opporsi con tutte le sue forze alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini durante le discussioni avute a livello europeo. Altri invece vi leggeranno l’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo che altri Paesi meno lungimiranti come l’Italia hanno per molti anni sottovalutato. Fatto sta che i risultati a dir poco brillanti della BioNTech spingeranno di mezzo punto ulteriore la crescita dell’economia tedesca, da un lato; dall’altro, la tenace ritrosia del Governo tedesco all’idea di mettere in comune brevetti, tecnologie, know-how necessari alla produzione di vaccini ha poi finito col portare il dialogo tra i leader Ue su un binario morto, perché Berlino ritiene che la questione centrale non sia “quella dei brevetti quanto le capacità produttive e l’abbassamento dei prezzi”. E poco importa che i prezzi negli ultimi contratti di fornitura con l’Unione Europea invece di calare siano aumentati. Come ha rivelato il Financial Times, il nuovo prezzo per il vaccino Pfizer/BioNTech è di 19,50 euro a dose, rispetto ai 15,50 euro concordati nei contratti precedentemente siglati. Per quanto riguarda Moderna, invece, il rincaro ha portato l’importo richiesto dai 16 ai 21,41 euro a dose. Prezzi alti che hanno rimpolpato lautamente le casse delle aziende farmaceutiche. Di quelle americane senza dubbio, e pure di quella tedesca BioNTech che con Pfizer ha realizzato il vaccino più venduto sul mercato europeo, e che ha da poco diffuso i risultati del secondo trimestre 2021. La società con sede a Magonza ha realizzato un utile di quasi 2,8 miliardi di euro da aprile a giugno. Ciò ha portato l’utile netto del primo semestre a oltre 3,9 miliardi di euro, rispetto a una perdita netta di quasi 142 milioni di euro registrata nello stesso frangente del 2020. I primi sei mesi dell’anno sono stati un periodo d’oro e probabilmente irripetibile per la start-up tedesca durante i quali ha distribuito un miliardo di dosi a 100 Paesi sottoscrivendo contratti di fornitura per 2,2 miliardi dosi da consegnare entro l’anno. I ricavi da record, 7,3 miliardi nel primo semestre, hanno fatto rivedere al rialzo le stime per l’anno in corso, facendo schizzare le entrate previste per il 2021 a 15,9 miliardi rispetto ai 12,4 precedentemente attesi. Numeri da capogiro, tali da avere impatto diretto e quantificabile sul più importante dei parametri macroeconomici, il punto di partenza che definisce, per convenzione, lo stato di salute di una economia e orienta le politiche dei governi: il Prodotto interno lordo. Secondo la stima del professore di economia internazionale dell’HTW di Berlino e direttore del think tank Macroeconomic Policy Institute (IMK) Sebastian Dullien, gli affari della BioNTech potrebbero contribuire alla crescita del Pil tedesco per circa lo 0,5%. In altri termini, se la crescita dell’economia tedesca per l’anno in corso è attesa intorno al 4%, una singola azienda – pardon, start-up – potrebbe contribuire da sola all’aumento del Pil del suo Paese per circa un ottavo.  Per capire l’entità dell’impatto, basti pensare che l’impulso atteso dal Recovery Fund in Italia per l’intero periodo che va dal 2021 al 2026 si aggira, secondo le stime Istat, tra il 2,3% e il 2,8% del Pil.“Questo è straordinario per una start-up”, ha affermato Dullien che non ha memoria di casi analoghi di aziende con un impatto tanto dirompente sul prodotto interno lordo della Germania: “Prendiamo la VolksWagen: ha un fatturato molto più alto, tuttavia in questo caso gran parte della produzione avviene fuori dalla Germania, quindi non è conteggiata nel calcolo del Pil tedesco”.“Al contrario per BioNTech, le cui entrate per la maggior parte finiscono  nel conteggio del Pil nazionale”, continua Dullien. E la gran parte dei materiali utilizzati per la produzione dei vaccini, nonché mezzi e tecnologie, arrivano dalla Germania, non dall’estero. “BioNTech produce a Marburgo (in Assia). Il valore aggiunto viene conteggiato nel Pil tedesco. In secondo luogo, l’azienda ha un accordo di partecipazione agli utili con Pfizer e anche questi profitti vengono conteggiati come Pil tedesco. Raramente una singola azienda ha una rilevanza macroeconomica, questo è uno di quei casi”, ancora più eclatante perché si tratta di una start-up.I risultati economici ottenuti dalla BioNTech faranno di certo sorridere il Governo tedesco che potrà vantare, grazie al vaccino, una crescita superiore alle attese. Ma pongono anche una grande questione etica su cui al momento i Paesi più avanzati si trastullano, indifferenti alla grave carenza di farmaci anti-Covid che si registra nei continenti di Asia e Africa. Quanto deve costare il vaccino anti-Covid? O meglio, fino a dove può spingersi lo scopo di lucro su un farmaco da cui dipende la vita di miliardi di persone?Di recente una coalizione di oltre 70 Ong internazionali, la Peop

Sorgente: Il vaccino contro il Covid è un bell’affare per l’economia tedesca | L’HuffPost

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