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(Jacopo Giliberto – Il Sole 24 Ore) – Una stangata sulle tariffe di luce e gas. Una stangata – per fortuna – mitigata dallo stanziamento salvabollette del Governo. Questa mattina metano e corrente elettrica cresceranno come mai prima d’ora (ieri sera erano ancora in corso i conteggi per definire il dettaglio dell’aumento da far partire a mezzanotte) spinti dai listini impazziti delle materie prime, e spinti al rialzo soprattutto dal petrolio e dal carbone che orientano a cascata i costi di produzione del metano e della corrente elettrica che in Italia si produce soprattutto con il metano.

La nuova tariffa rimarrà valida fino alla fine di settembre e il 1° ottobre ci sarà l’aggiornamento successivo che, con ogni probabilità, confermerà l’andamento di rincaro fortissimo.

Fino a tarda sera ieri gli economisti e i tecnici dell’autorità Arera stavano rielaborando i conteggi sull’effetto tariffario cercando di leggere l’impatto del fondo salvabollette contenuto nel decreto Lavoro emanato in serata dal Consiglio dei ministri.

Stime: da Nomisma ad Althesys

Ogni tre mesi l’autorità dell’energia Arera (l’organismo statale indipendente che regola i settori energetici e ambientali, l’acqua potabile e i servizi di nettezza urbana) aggiorna le bollette di luce e gas secondo l’andamento dei mercati energetici.

Nei giorni scorsi l’economista dell’energia Davide Tabarelli, Nomisma, da Bologna aveva fatto i conti sulla base del meccanismo di calcolo adottato dall’autorità dell’energia e aveva ammonito sul rischio stangata: «La ripresa dell’economia europea incontra un primo ostacolo nell’impennata dei prezzi dell’energia che per l’Italia porta una stangata sulle bollette di elettricità e gas dal primo luglio 2021. In base ai dati preliminari – aveva pronosticato Tabarelli – è possibile stimare per l’elettricità un aumento intorno al 12% e per il gas oltre il 21%, entrambi balzi record mai visti in passato». Tabarelli non aveva ancora potuto contare il beneficio al ribasso apportato dalle decisioni del Governo adottate ieri sera.

Da Milano arrivano le considerazioni del centro studi Althesys dove un altro economista dell’energia, Alessandro Marangoni, aggiunge: «Non bisogna farsi distrarre dagli alti e bassi congiunturali dei combustibili, ma guardare oltre. Nel medio periodo, le bollette difficilmente scenderanno, nonostante le fonti rinnovabili siano sempre meno costose e, auspicabilmente, sempre più disponibili»; dietro alle medie «si nascondono andamenti molto diversi delle varie componenti: a fronte di un netto calo della componente energia, sono saliti i costi dei servizi di vendita e gli oneri generali di sistema».

Le diverse associazioni dei consumatori hanno elaborato stime tra loro vicine sull’effetto dei rincari energetici, contando anche i carburanti, e qualcuno arriva a lanciare allarmi per un sovraccosto di complessivi 7 miliardi di euro a carico dei consumatori.

Le rilevazioni dell’Istat

A riscaldare le preoccupazioni è stato anche l’Istat, le cui stime preliminari vedono l’inflazione ferma in giugno all’1,3%, lo stesso livello di maggio, ma registrano come principale spinta al carovita ancora una volta i prezzi dei prodotti energetici, saliti da +13,8% di maggio a +14,1%, con rialzi sia della componente regolamentata come le bollette (da +16,8% a +16,9%) sia di quella non regolamentata a mercato libero (da +12,6% a +12,8%).

I rialzi dei prezzi alla produzione rilevati in maggio (+1% su base mensile e +8% in un anno) sono spinti soprattutto dai prodotti energetici.

Paghiamo il no al petrolio

La ripresa dell’attività industriale con il placarsi dell’epidemia si è sommata con le politiche contro gli investimenti nei giacimenti e sulle miniere e con le campagne d’opinione contro le trivelle e i combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas.

Risultato: la domanda di energia è ripartita ma l’offerta di energia è calata, le fonti rinnovabili non riescono a soddisfare il bisogno di chilowattora puliti del mondo. E la febbre del mercato si esprime con la temperatura dei prezzi.

Qualche esempio dei rincari energetici. Rispetto all’anno scorso il carbone è passato da 50 a 120 dollari la tonnellata, il greggio da 45 a 75 dollari al barile (un barile sono 159 litri).

Ormai il petrolio è marginale sulla produzione

E i carburanti? Lo Sviluppo economico ha appena pubblicato la rilevazione settimanale e il prezzo medio di benzina e gasolio è cresciuto ancora, raggiungendo nell’ordine 1,628 e 1,489 euro al litro, pari a una decina di euro in più per un pieno medio di una vettura rispetto a un anno fa. Ovviamente la rilevazione riguarda la media dei prezzi, dove un rifornimento servito dal benzinaio in autostrada può superare i 2 euro al litro.

Le voci delle associazioni

Protesta l’Unione nazionale consumatori: «Un rincaro che, su base annua, produrrebbe una scoppola pari a 271 euro all’anno per la benzina e a 240 euro per il gasolio».

Nei giorni scorsi era in allarme anche la Coldiretti. Per esempio l’alimentazione degli animali con il mais «registra il maggior incremento del decennio con +74% annuo, mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni con +77%».

Sorgente: Siamo in bolletta e ci alzano le bollette – infosannio

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