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Dopo la Ragusa-Catania, Ilia Or-Me, società che fa capo al politico e imprenditore, può incassare da Anas 180 milioni per la Orte-Mestre

MILANO – Non è da tutti farsi rimborsare progetti favolosi dallo Stato per centinaia di milioni. Specie dopo non averli saputi sostenere finanziariamente.

Sarc, società fondata da Vito Bonsignore e altri soci nel 2014, ce l’ha fatta l’agosto scorso, incassando 36 milioni dall’Anas per cederle il progetto della quattro corsie a pedaggi tra Ragusa e Catania. Oggi, se il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini vorrà, Bonsignore potrebbe ottenere cinque volte tanto, addossando al concessionario pubblico la faraonica Orte-Mestre, 10 miliardi di lavori tutti da fare ma 180 milioni da pagare, per il tentativo, a Ilia Or-Me, altra società che fa capo alla holding Mec dei Bonsignore. C’è una leggina ad hoc, inserita nel decreto Milleproroghe 2019 e subito “sfruttata” da una delibera del Cipe un anno fa, che lo consente: e trasforma in milioni le rivendicazioni di privati costruttori che non riescono neppure ad avviare i lavori.

C’è, anche, la prima linea dell’Anas che spinge: guidata dall’ad Massimo Simonini, l’ex dirigente fatto capo dal ministro M5s Danilo Toninelli e ora in scadenza con tutto il cda. Benché prima vorrebbe rappacificarsi con Bonsignore e il progetto di cui da una decina d’anni si favoleggia, con il titolo di “A2”, l’autostrada che duplichi quella del Sole sull’Alto Adriatico. Tra l’altro a pagare l’obolo sarebbe la gestione di Luigi Ferraris, neo ad di Fs: da due anni Anas è passata sotto l’egida delle Ferrovie, e anche Simonini dopo la sostituzione di Gianfranco Battisti (altra scelta dei M5s) è a rischio di conferma.

La norma, a leggersi date e beneficiari, pare una tipica “ad personam”: dà titolo all’Anas di «acquistare gli eventuali progetti elaborati dal concessionario previo pagamento di un corrispettivo determinato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell’ingegno». Uscì in Gazzetta il 29 febbraio 2020, e quattro mesi dopo il Cipe, consentì a Sarc di incassare 36,4 milioni, somma peritata dall’Ordine degli ingegneri, per un progetto che a molti addetti ai lavori era sembrato alquanto teorico, e bislacco. Sarc avrebbe dovuto trovare 448 milioni di fondi privati per realizzare una strada dai costi circa doppi, pagabili da 35 anni di pedaggi: con salassi da 18 euro ai siciliani per 66 chilometri di viaggio. Il progetto, stante la scarsa raccolta di fondi da parte di Sarc (sancito dalla Ragioneria generale dello Stato) fu rimodulato, con il subentro di Anas e finanziamenti tutti pubblici: tranne quelli europei, ormai persi. Tuttavia, l’anno scorso Anas dopo la nuova legge ha indennizzato Sarc, per chiudere il contenzioso avviato.

Oggi il Mit potrebbe porre la prima pietra di un grande bis. In una riunione interna il ministro Giovannini, il capo di gabinetto Alberto Stancanelli (estensore della norma sotto la ministra Pd Paola De Micheli) e il dirigente Giuseppe Catalano decideranno se l’Anas debba subentrare a Ilia Or-Me rilevandone il progetto della Orte Mestre. Vito Bonsignore, del 1943, è un veterano della politica attiva, prima nella Dc poi nel centrodestra. Lo è anche degli affari, con le scalate Antonveneta, Bnl, Carige, i lavori stradali e quelli ospedalieri, che ad Asti gli valsero una condanna a due anni, confermata in Cassazione nel 2001, per tentata corruzione, abuso e turbativa d’asta.

Sorgente: I prodigi di Bonsignore, rimborsi milionari per le strade mai costruite – la Repubblica

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