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della redazione Nena-News

Roma, 8 aprile 2021, Nena News

Washington reintroduce gli aiuti finanziari all’Unrwa

Lo ha annunciato ieri il segretario di Stato statunitense Anthony Blinken: cancellando un’altra delle misure assunte dall’amministrazione Trump, la Casa Bianca rintrodurrà gli aiuti finanziari a favore dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa da sette decenni dei profughi palestinesi e della gestione sanitaria e scolastica dei campi.

“L’assistenza straniera Usa ai palestinesi serve importanti interessi e valori americani – ha detto ieri Blinken – Fornisce supporto fondamentale a chi ne ha molto bisogno, sostiene lo sviluppo economico e la stabilità e il coordinamento alla sicurezza tra israeliani e palestinesi”. Così Washington prevedrebbe di girare all’Unrwa 235 milioni di dollari in aiuti umanitari, una somma importante seppur inferiore al passato, 355 milioni prima di Trump, e una briciola rispetto ai 3,8 miliardi che Washington gira a Israele per l’assistenza militare.

Serviranno comunque, alla luce della grave crisi in cui versa l’agenzia da anni proprio a causa dei tagli alle donazioni internazionali, costringendola a licenziamenti di dipendenti (per lo più rifugiati) e a ridurre i programmi nei campi profughi. I tagli voluti da Trump, su pressione israeliana ma anche di numerosi parlamentari statunitensi (in entrambi casi l’accusa all’agenzia era di ostilità nei confronti di Israele), erano stati dettati dalla rottura palese con l’Autorità nazionale palestinese, accusata dall’allora presidente Usa di non aver accolto a braccia aperte il suo “Accordo del Secolo” e di aver protestato per le concessioni garantite a Israele in aperta violazione del diritto internazionale, dal riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana all’avallo al piano di estensione della sovranità israeliana sul 30% della Cisgiordania occupata.

Gli Stati Uniti si accordano con l’Iraq per il ritiro delle truppe straniere

Ieri Washington e Baghdad – secondo quanto riferito da un negoziatore iracheno a Middle East Eye – hanno stabilito insieme il ritiro di tutte le forze militari straniere della coalizione a guida Usa dal paese. La coalizione è presente in diverse forme in Iraq dall’invasione del 2003: nel 2014 ha cambiato composizione e compiti, dopo la richiesta irachena di sostegno contro l’Isis. Ne fanno parti circa 80 paesi.

Le tempistiche del ritiro non sono note. Nel paese dovrebbero restare solo funzionari delle forze armate con compiti di addestramento e consultazione, ma non forze di combattimento. A decidere tempi e modi, ha aggiunto la fonte di Mee, saranno comitati tecnici militari congiunti creati per l’occasione. Il premier iracheno Kadhimi potrebbe annunciarne la nascita già nei prossimi giorni.

L’annuncio arriva in un periodo particolare nelle relazioni tra Iraq e Stati Uniti. Se l’alleanza post-Saddam non è mai venuta meno, tensioni sono sorte negli ultimi anni per l’incremento dell’influenza iraniana nel paese vicino e soprattutto a seguito dell’omicidio extragiudiziale – compiuto all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020 – da parte di droni Usa del generale iraniano Soleimani e del leader delle potenti milizie irachene Kataib Hezbollah, Abu Mahdi al-Muhandis.

Sorgente: NENA IN PILLOLE. Palestina, Iraq, Sahara Occidentale

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