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Per la morte di Willy Monteiro Duarte gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi dell’aggravante razziale. Marco e Gabriele Bianchi sono seguaci dell’Mma

di Ilaria Sacchettoni

Si chiama Mixed Martial Arts, Mma. Una mescolanza di boxe e arti marziali che renderebbe invincibili i suoi cultori. Ecco, Marco e Gabriele Bianchi, arrestati per l’omicidio (preterintenzionale) di Willy Monteiro Duarte, sono seguaci di questo sport che ha le sue regole sull’uso della forza ma che i due praticano in modo estremo, spostandosi in un’area dove l’aspetto agonistico cede il passo all’esercizio dell’odio. La foto che circola su Facebook — i due a torso nudo con una corona tatuata sul petto — dice molto. La morte di Willy, raccontano ora in questa cittadina di 22mila anime a sud di Roma, è avvenuta per mano di picchiatori di professione. Ragazzi sbandati con il culto della violenza pura. Ragazzi con precedenti per spaccio e lesioni. Nessuna spiegazione, nessuna ragione in difesa della loro condotta: dopo ore d’interrogatorio i Bianchi, alla domanda «perché?» hanno preferito il silenzio.

 

Spedizione punitiva

Quello di Willy è un omicidio aggravato da futili motivi. Ed è chiaro, già così, alle prime battute dell’ inchiesta, che gli altri arrestati tenteranno di spacciarsi per gregari di una spedizione capitanata dai Bianchi. Già ieri il difensore di Francesco Belleggia, l’avvocato Vito Perugini, sottolineava come in questa vicenda vi siano diverse sfumature di responsabilità. Così Belleggia, geometra in attesa di un lavoro, ragazzo di buona famiglia della zona, tenta di alleggerire la propria posizione. C’è poi il quarto ragazzo, Mario Pincarelli, più defilato rispetto al pestaggio vero e proprio e perfino un quinto, fermato, che avrebbe fatto da autista della spedizione ai danni di Willy e che ora potrebbe dover rispondere di favoreggiamento in omicidio.

 

Movida

Ma in questa storia di serate trascorse nel centro storico della cittadina, c’è ancora da valutare l’aggravante razziale. Gli investigatori non avrebbero riscontrato elementi per contestarla, ma l’indagine è ancora aperta e si sta valutando se possano essersi accaniti su Willy anche per il colore della sua pelle. Nel frattempo c’è chi, fra gli abitanti della piazza attorno alla quale è avvenuto il pestaggio, preferisce denunciare in forma anonima: «Sapevamo – dice un residente che non vuole assolutamente dare il proprio nome – che prima o poi ci sarebbe scappato il morto. Abbiamo paura e non da un giorno di questa gente che tira tardi fino all’alba e spaccia per guadagnare qualche soldo».

Arti marziali

Le notti di Colleferro, dicono qui, appartengono a ragazzi come i Bianchi, boxe estrema, arti marziali più qualche additivo tipo alcol o stupefacenti. Fra viale Bruno Buozzi e largo Santa Caterina, ci sono i segni di una scombinata movida. Un concentrato di locali e un’area destinata al parcheggio lungo la quale si fermano gruppi di giovani.

Risse

Giura il sindaco Pierluigi Sanna che Colleferro è una cittadina tranquilla di «operai e lavoratori in generale» nella quale al massimo è volato qualche insulto durante le partite. Nulla di cui preoccuparsi davvero insomma. Ma i residenti della zona la pensano diversamente e raccontano dettagli di notti insonni, con le famiglie ostaggio di risse e assembramenti. «Manco in epoca di Covid si è assistito a una regolamentazione del fenomeno», denunciano. Stavolta però c’è un morto: Willy Monteiro Duarte, prima vittima della movida colleferrina. Tra gli investigatori c’è chi fa notare come i delitti inspiegabili, siano i più complicati da metabolizzare. Una comunità, dicono, ha bisogno di spiegazioni ma in questo caso sembrano non essercene. Tutto ruota attorno a quei futili motivi contestati dal magistrato così come ha tentato di dire il sindaco a Lucia Monteiro Duarte, mamma d Willy. Pare che lei lo abbia guardato in silenzio e poi, alzandosi, abbia barcollato. Incerta, stupita, straziata.

Sorgente: Willy Monteiro Duarte morto a Colleferro: chi sono Marco e Gabriele Bianchi – Corriere.it