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Coronavirus, primo morto italiano: è uno dei due pazienti del Veneto. Aveva 78 anni, è deceduto a Padova

Primo decesso in Italia per il virus. L’uomo risultato positivo al Coronavirus, è deceduto venerdì sera poco dopo le 22,45. L’ospedale sarà chiuso e svuotato

di Michela Nicolussi Moro e Redazione online

Primo morto in Italia per il Coronavirus: è un uomo di 78 anni. L’uomo risultato positivo al Coronavirus è deceduto venerdì sera poco dopo le 22.45 all’ospedale di Schiavonia (Padova): è uno dei due pazienti positivi al coronavirus del Veneto. Lo conferma all’Ansa il governatore Luca Zaia. Al momento sono diciassette i contagiati in Lombardia, nel Lodigiano, e uno in Veneto, nel Padovano. Il Governatore della Regione Lombardia ha comunicato che è stato individuato un nuovo caso presso l’Ospedale Civile di Cremona (si tratta di un paziente ricoverato da 5 giorni in reparto di pneumologia).

Si chiamava Adriano Trevisan, 78 anni, l’uomo di Vo’ Euganeo deceduto. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’. L’uomo, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è spirato venerdì sera all’ospedale di Schiavonia (Padova), e non nell’ospedale del capoluogo euganeo, come riferito in un primo tempo. «Non c’è stato neppure il tempo per poterlo trasferire» ha detto il governatore Luca Zaia.

I due anziani e il bar

Nelle stesse ore in cui il ministro della Salute, Roberto Speranza, volava a Milano per i primi contagi italiani, il laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova diagnosticava l’infezione in due anziani del posto, 67 e 78 anni, da dieci giorni ricoverati all’ospedale di Schiavonia, tra Este e Monselice, per quella che sembrava una grave influenza. Frequentavano gli stessi due bar, ora chiusi con un’ordinanza del sindaco Giuliano Martini, dove andavano a giocare a carte.

Quando i sintomi si sono aggravati sono stati sottoposti a tampone faringeo e nel pomeriggio di venerdì è arrivato il responso del test: positivo.
I familiari sono in isolamento fiduciario domiciliare e sottoposti a vigilanza quotidiana. Il governatore ha riunito nella sede dell’Usl Euganea l’unità di crisi che, in collegamento con il ministro Speranza e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha adottato varie misure. «L’ospedale di Schiavonia sarà chiuso e svuotato in 5-6 giorni — ha detto Zaia —. Nessuno potrà entrare, né i ricoverati saranno dimessi prima di essere stati sottoposti a tampone».

Altro contagiato in Veneto

E sempre in Veneto, nella mattina di sabato, si registra un altro caso di contagio da coronavirus. È un uomo di 67 anni, di Dolo, ricoverato ora in rianimazione a Padova. Il paziente è transitato dapprima al pronto soccorso di Mirano (Venezia), poi nella rianimazione di Dolo (Venezia), e, in seguito al peggioramento delle condizioni, è stato trasferito a Padova.

Tampone per 4200 persone

Per creare un cordone sanitario attorno a Vo’ Euganeo, affronteranno il tampone 4.200 persone. Per fornire un supporto logistico all’Usl, la Regione ha creato una task force di medici e infermieri e la Protezione civile sta allestendo un campo base a Schiavonia. «Se dovessimo avere problemi di spazio potremmo appoggiarci alle scuole, che saranno vuote — ha detto Zaia —. A ulteriore tutela dell’intera popolazione del Veneto, il test per il coronavirus sarà esteso ai pazienti con gravi forme influenzali».

Le misure in atto

Anche per le zone del Veneto dove risiedevano i due anziani scatteranno delle misure restrittive come quelle previste per il lodigiano. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza al termine della riunione alla protezione civile. «Siamo al lavoro per un’ulteriore ordinanza che sarà sottoscritta con la regione Veneto. L’obiettivo è contenere in aree geografiche limitate l’epidemia» ha spiegato il ministro sottolineando che i provvedimenti ricalcheranno quelli già attuati per i 10 comuni in provincia di Lodi. «Abbiamo preso tutte le misure e siamo disponibili a valutarne ulteriori, se necessarie». Così il premier Giuseppe Conte al termine della riunione straordinaria alla Protezione Civile. «Rassicuriamo tutta la popolazione – ha aggiunto – al momento abbiamo messo in quarantena tutte le persone che sono venute in contatto con i casi certificati positivi».

Sorgente: corriere.it


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