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Manovra alla prova della fiducia in Senato. Stralciata la norma sulla canapa industriale. Inammissibili anche la tobin tax e lo slittamento della fine del mercato tutelato per l’energia

Sullo stralcio dalla manovra della norma sulla cannabis light si consuma lo scontro tra il Movimento 5 Stelle e la presidente della Camera Elisabetta Casellati, che questa mattina ha dichiarato inammissibile la norma sulla canapa industriale insieme a una serie di altre misure, tra cui la tobin tax e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l’energia.

Giuseppe Brescia (M5S), presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera e componente dell’intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, chiede le dimissioni della Casellati.

“Da presidente di Commissione ho dato più volte giudizi di inammissibilità su diversi emendamenti presentati anche dalla maggioranza, esercitando un ruolo terzo e imparziale. La norma sulla canapa avrebbe comportato un gettito aggiuntivo per il bilancio dello Stato e solo motivi extraistituzionali giustificano la decisione della presidente del Senato Casellati. Dovrebbe dimettersi perché di inammissibile c’è solo il suo comportamento”, denuncia Brescia, che aggiunge: “La nostra battaglia non si ferma certo qui. Agricoltori e imprenditori meritano chiarezza e non la folle ostilità di chi, come Fega, Fi e FdI, a parole sostiene occupazione e crescita, ma con i fatti dimostra solo ignoranza e furia ideologica mettendo in ginocchio un settore che impiega 10mila persone per un giro d’affari pari a 150 milioni di euro”, aggiunge il pentastellato.

Più soft la posizione del Pd, che con Chiara Gribaudo, vice capogruppo del Pd alla Camera, chiede alla presidente Casellati di fugare ogni dubbio sulla sua imparzialità. “Mi auguro che la presidente del Senato, Casellati, ascolti le ragioni dell’intergruppo cannabis e riveda il suo giudizio di inammissibilità sull’emendamento che metteva in sicurezza migliaia di commercianti e una filiera produttiva in crescita in tutta Italia”, afferma Gribaudo. “La materia di cui all’emendamento – aggiunge la deputata dem – ha implicazioni finanziarie ed economiche, per cui non si ravvede motivo di inammissibilità. Non vorremmo che la motivazione fosse ideologica, ma proprio per questo mi auguro che la presidente possa fugare presto ogni dubbio sulla possibile mancata imparzialità del suo ruolo. Il settore della cannabis light riguarda migliaia di lavoratori, il Parlamento ha il dovere di dare loro una risposta”.

Momenti di tensione si sono registrati a Palazzo Madama nel momento dell’annuncio di inammissibilità della norma. All’annuncio della presidente Casellati è scoppiato l’applauso delle opposizioni, e le proteste della maggioranza, subito richiamati dalla presidente. “Siamo molto dispiaciuti della sua decisione – ha detto il senatore M5s Mantero – l’emendamento non riguarda la droga ma semplicemente degli agricoltori. L’applauso che hanno fatto le opposizioni l’hanno fatto in faccia a 12mila famiglie. Le chiedo di dimostrare che la sua scelta era scevra da qualsiasi pressione della sua parte politica e voler mettere in calendario in votazione alla prima seduta utile la richiesta di urgenza per lavorare sulla canapa industriale, che ho depositato a luglio”.

“Come ho già specificato più volte – ha replicato Casellati – mi spiace che lei si riferisca a una decisione che dovrebbe essere scevra da condizionamenti politici, le voglio far presente che lo sono tutte le mie decisioni. È una decisione meramente tecnica. Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”.

Per Forza Italia, Lega e FdI, la norma equivaleva a una liberalizzazione delle droghe. Per la maggioranza, invece, il provvedimento serviva a regolamentare un settore confuso (e avrebbe procurato gettito). “Bloccata in Senato la norma sulla coltivazione e la distribuzione di ‘droga di Stato’: no allo Stato spacciatore, la battaglia della Lega non si fermerà mai!”, ha commentato il segretario leghista Matteo Salvini.

La manovra arriva oggi in Senato per il decisivo voto di fiducia: se passerà, sarà la forma definitiva della legge di bilancio, essendo improbabili cambiamenti alla Camera. Una quindicina le misure stralciate per inammissibilità.

Tra le altre norme dichiarate inammissibili ci sono la tobin tax (che introduceva un’aliquota dello 0,04% su alcuni tipi di transazione finanziarie online) e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l’energia.

VIDEO – Bagarre al Senato durante la discussione sulla cannabis light

Sorgente: Intergruppo Cannabis in rivolta: “Casellati si dimetta” | L’HuffPost

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