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Per il premier tutte le ipotesi sono sul tavolo nel tentativo di salvare l’acciaieria dalla minaccia di addio di ArcelorMittal. Di Maio all’attacco: “Stiamo combattendo una battaglia di sovranità” | Patuanelli, ArcelorMittal si aggiudicò Ilva per il prezzo

Sull’ex Ilva tutte le ipotesi sono sul tavolo, nazionalizzazione compresa. Nel caso il tavolo con ArcelorMittal non fosse positivi “è chiaro che qualsiasi alternativa” verrebbe presa in considerazione, ha spiegato Giuseppe Conte, nel corso della registrazione di Porta a Porta. “I criteri devono essere la salvaguardia dei posti di lavoro; la realizzazione del piano ambientale e la tutela dei livelli occupazionali”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “Vedremo quali sono gli strumenti migliori per arrivarci”.

Le condizioni poste dalla multinanzionale dell’acciaio sono note: 5.000 esuberi e una rivisitazione del piano industriale che fissi la produzione a 4 milioni di tonnellate. C’è poi la questione delle tutele legali per i dirigenti. Il premier è pronto a rimettere lo scudo, sebbene gli stessi franco-indiani abbiano spiegato che questo potrebbe non bastare a dissuaderli dal recesso del contratto per l’affitto e la successiva acquisizione di Ilva. Sulla reintroduzione di una quale forma di tutela martedì si è quasi registrata la spaccatura in Consiglio dei minstri dove Giuseppe Provenzano, titolare del Mezzogiorno, aveva portato una bozza di decreto.

Ma l’esecutivo sarebbe pronto anche a sobbarcarsi la cassa integrazione per 5.000 lavoratori, se ciò fosse soltanto una misura temporanea per traghettare l’azienda oltre le difficoltà della congiunura. Allo stesso modo al Mise non escludono neppure di rivedere il contratto d’affitto degli stabilimento. “Siamo disponibili a tutti gli incentivi” possibili per mettere, per esempio, nelle condizioni l’investitore di fare sperimentazioni tecnologiche a Taranto, anche in chiave di transizione energetica”, ha aggiunto Conte da Vespa

Al momento si attende un segnale dal ArcelorMittal, accusata di aver sbagliato conti e piano industriale e quindi di voler cercare una via di uscita. Martedì il premier ha dato 48 ore di tempo per aprire uno spiraglio. Intanto sulla vicenda è intervenuto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che da titolare dello Sviluppo economico siglò l’intesa con ArcelorMittal un anno fa.

“Mi implorarono di dargli lo stabilimento dicendomi che sarebbero arrivati a 8 milioni di tonnellate. Poi invece hanno scoperto di non riuscire a produrne neanche 4 milioni”, scrive su Facebook , “Le multinazionali sbagliano i conti e pure tanto. Ma allo Stato interessano gli impegni”. E aggiunge, “in questi giorni si sta consumando una battaglia per la sovranità dello Stato italiano”. (riproduzione riservata)

Sorgente: Ex Ilva, Conte non esclude la nazionalizzazione – MilanoFinanza.it

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