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“Con i grillini avremmo il 40%, se allarghiamo agli altri siamo al 47-48”. Oggi Italia 5S: Conte sarà intervistato assieme al ministro degli esteri

ROMA. Mentre si stanno per accendere i riflettori sulla due giorni di festa nazionale del Movimento, a Napoli, il segretario del Pd Nicola Zingaretti lancia la sua proposta a Luigi Di Maio: «Proviamo a costruire un’alleanza con il Movimento 5 stelle», dice a Otto e Mezzo su La7 . Una grande coalizione con le altre forze di centrosinistra – questa l’idea del segretario dem – per costruire un’alleanza «che vale intorno al 47-48 per cento dei consensi e che fermi Salvini». Zingaretti piomba così sulla scena grillina, tra i festeggiamenti per i dieci anni del partito e la sfilata di “big”, da Beppe Grillo a Davide Casaleggio, attesi sul palco. Ma non disturba, anzi fa gioco a Di Maio, perché il più grosso cruccio del titolare della Farnesina resta quello di distogliere l’attenzione dai nervi scoperti del partito e della sua leadership.

Non è un caso che il leader M5S abbia una «grande riforma costituzionale» da annunciare questa sera dal palco di Italia 5 stelle, e che questa sia seguita, domenica, da un altro annuncio sulla nuova segreteria politica del partito. E quando il premier Giuseppe Conte salirà sul palcoscenico, ci sarà sempre Di Maio con lui, a dividersi applausi e telecamere. Più di ogni altra cosa, il capo grillino teme che i riflettori di Italia 5 stelle restino puntati troppo a lungo su Conte, l’uomo che lo insidia alla guida del partito. Ecco perché batterà il ritmo della due giorni grillina facendo un annuncio dopo l’altro. La data più complicata sarà quella di oggi. Dopo i saluti iniziali, Di Maio tornerà sul palco non appena entrerà in scena Conte. Per l’occasione è stata organizzata un’intervista doppia, con il premier e il leader del Movimento chiamati a rispondere alle domande del giornalista Paolo Borrometi. «Abbiamo preferito cambiare rispetto all’anno scorso, quando Conte e Di Maio salirono da soli», sostengono senza molta convinzione gli uomini della macchina organizzativa. La verità è che Di Maio non vuole lasciare al premier gli applausi della sua folla. Sta cercando di ricostruire la propria leadership e il momento è così delicato – sibilano nel partito – da aver instillato nel capo la paura che Grillo, chiamato all’intervento conclusivo, possa tenerlo in disparte per lodare invece Conte.

L’asso nella manica di Di Maio, per catalizzare le attenzioni, è la riforma costituzionale che proporrà quel giorno. Viene descritta dai collaboratori del leader come il tentativo di «semplificare il Paese e trasformarlo in un’Italia 2.0». Rimbalzano voci sull’introduzione del voto elettronico e sulla cittadinanza digitale, ma i dettagli vengono mantenuti riservati. Domenica invece il leader pentastellato imprimerà un’accelerazione alla sua nuova segreteria politica, formata da 12 responsabili divisi per aree tematiche e 6 membri che faranno parte di una sorta di direttorio con compiti organizzativi. Tra i parlamentari grillini è già iniziata la corsa per presentare la propria squadra (che dovrà essere formata da un altro parlamentare, un consigliere regionale, uno comunale e 5 tecnici). Ci saranno, tra gli altri, i deputati Giovanni Currò e Michele Gubitosa in corsa per il settore Imprese, Raphael Raduzzi per l’Economia, Pino Cabras per gli Esteri e Luca Carabetta all’Innovazione. —

Sorgente: Mossa strategica di Zingaretti “Pd-M5S diventi un’alleanza Altrimenti ritornerà Salvini” – La Stampa

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