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Se l’Ue ci accuserà di “occupazione” della Siria e ostacolerà la nostra “operazione” militare, “apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi”. Come anticipato ieri, è questo il ricatto all’Europa del “Sultano” di Ankara. Oggi Recep Tayyip Erdogan ha formalizzato la sua minaccia, parlando ai leader provinciali del suo partito Akp.

Il messaggio è chiarissimo: non vi intromettete sul destino dei curdi in Siria, o sarà peggio per voi. Al mondo intero “voglio dare questa rassicurazione: Daesh (Isis) non sarà più presente nella regione” l’operazione militare avviata dalla Turchia. Quanto ai combattenti curdi – fino a ieri alleati di Washington e determinanti nella lotta all’Isis – Erdogan non ha mai fatto mistero di considerarli terroristi. “Oggi ci chiedono cosa ne faremo dei membri di Daesh. Faremo quello che abbiamo fatto con i membri di Daesh già finiti sotto il nostro controllo: li terremo in galera o li manderemo nei Paesi d’origine, se questi li accetteranno”, ha aggiunto Erdogan, replicando così ai timori su possibili fughe di jihadisti detenuti nelle carceri curde a seguito dell’offensiva turca. Le forze democratiche siriane a guida curda hanno accusato l’esercito di Ankara di aver bombardato la scorsa notte una di queste prigioni nell’area di Qamishli.

A meno di 24 ore dall’inizio dell’operazione militare “Fonte di pace” nel nord-est della Siria, “109 terroristi sono stati uccisi” dai raid della Turchia, ha dichiarato il presidente turco. Ci sono anche diversi miliziani curdi “feriti” e altri che si sono “consegnati” all’esercito turco e ai suoi alleati locali, ha aggiunto, senza indicare in questo caso un numero preciso. Secondo la Mezzaluna rossa curdo-siriana, finora sono stati uccisi almeno dieci civili. E l’operazione è appena all’inizio.

I curdi si appellano alla comunità internazionale. Questo è il loro grido di aiuto:

“Ieri abbiamo visto che lo Stato turco attacca tutti, civili e militari, sappiamo che ci sono già tantissimi feriti e morti, e sappiamo che il progetto della Turchia è che le zone curde sono della Turchia e vogliono occuparle. Qui vogliamo lanciare un grande grido alla comunità internazionale, alla comunità europea e alla Nato. Chiediamo alla comunità internazionale di far fermare gli attacchi della Turchia al Rojava”, ha dichiarato Ahmad Yousef, membro del consiglio esecutivo del Rojava, la Federazione della Siria del Nord, territorio autonomo de facto curdo nel nord siriano, in conferenza stampa alla Camera. “Oggi sappiamo che c’è una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, speriamo decidano di fermare la Turchia, da anni chiediamo una zona cuscinetto di no fly zone, speriamo che decidano questo così i turchi non potranno bombardarci”, ha aggiunto. La comunità internazionale “era con noi, con la coalizione abbiamo cancellato insieme l’Isis. Ora siete con noi o con i jihadisti?”

La Francia ha convocato l’ambasciatore turco a Parigi in merito all’offensiva. Sempre la Francia ha sollecitato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che si terrà oggi, per discutere della campagna militare turca.

Le ong avvertono dal rischio di “conseguenze drammatiche” causate dall’escalation militare. Tra queste l’Unicef, che si dice “fortemente preoccupato” dagli ultimi sviluppi in Siria nord-orientale. “Chiediamo a tutte le parti di proteggere i bambini e le infrastrutture civili da cui dipendono, in accordo con i diritti umani e il diritto umanitario internazionali. L’utilizzo di armi esplosive in aree popolate causa un danno inaccettabile nei confronti dei bambini. Un’escalation militare in Siria nordorientale avrebbe conseguenze drammatiche sulle possibilità degli operatori umanitari di fornire assistenza e protezione a migliaia di bambini vulnerabili. Come abbiamo detto più e più volte, l’unica soluzione a questo conflitto è mediante azioni politiche”.

Sorgente: Il ricatto di Erdogan all’Ue: “Se ci ostacolate, vi mandiamo i profughi” | L’HuffPost

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