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Domani giornata nazionale “sfratti zero”. La Rete: piaga sociale misconosciuta. Noi impegnati in tutta Italia per una svolta. Nelle istituzioni e nelle piazze.Pubblicato il 9 ott 2019Rete delle Città in Comune9 ottobre. La Rete delle Città in Comune sarà in piazza, in tutte le città italiane in cui è presente, alle iniziative di mobilitazione promosse per il prossimo 10 ottobre dall’Unione Inquilini perla giornata nazionale “Sfratti Zero”.Una delle vere e prioritarie emergenze nel nostro paese è infatti a questione dell’abitare, una emergenza sociale di cui nessuno parla, nonostante  i dati sempre più drammatici di centinaia di migliaia di famiglie in lista d’attesa di un alloggio, e l’esplosione degli sfratti esecutivi – e delle esecuzioni forzate – in buona parte per morosità incolpevole (“perdi il lavoro e perdi la casa”). I dati ci dicono infatti che  a fronte di 700.000 nuclei familiari in graduatoria  nei vari comuni, 1 milione 700.000 le famiglie in disagio abitativo, ci sono circa  4 milioni di abitazioni vuote e circa 7 milioni di abitazioni vuote o occupate in modo che molto spesso nasconda “il nero”.Un dramma che si espande a macchia d’olio ormai da anni, moltiplicatosi con la crisi economica, tanto più che nel nostro paese da decenni manca un serio piano di edilizia pubblica.Colpevoli anche le Regioni – tanto di centro destra che di centro sinistra – che stanno rivedendo le loro leggi sull’edilizia residenziale pubblica, cancellando il diritto all’abitare come universale  e trasformandolo in elemosina sociale – si pensi non solo alla Liguria o alla Lombardia, ma anche alla “civile” Toscana, dove si introduce premialità per anni di residenza, e inoltre spostando l’indirizzo premiante per le emergenze assistenziali più che per il bisogno casa –  nonché introducendo per più anche a livello comunale regolamenti discriminatori nei confronti delle cittadine e dei cittadini extracomunitari, senza contare l’aggravarsi di questo problema a causa dei “famigerati decreti sicurezza”.Sul diritto all’abitare si consuma al contempo la repressione più cinica e violenta sulle famiglie in disagio economico per gli effetti della crisi, a fronte della speculazione e rendita immobiliare.In questi anni, Governi e Enti Locali hanno ignorato la domanda sociale di alloggi popolari e hanno  permesso invece che si costruisse per speculazione edilizia e rendita fondiaria. In Italia il 30% del patrimonio abitativo è inutilizzato: in Toscana e Veneto un alloggio su cinque è vuoto, in Piemonte un alloggio su quattro.Eppure, il bisogno casa potrebbe non esistere se si utilizzassero le centinaia di migliaia di abitazioni lasciate volutamente in abbandono, sia pubbliche sia private. Siamo quindi al sacrificare i diritti sacrosanti e favorire drammi sull’altare di un dogmatico diritto di proprietà – pubblico o privato – che contrasta con la Costituzione e che nasconde l’asservimento alla speculazione edilizia. Su questo vorremmo misurare le annunciate svolte a livello nazionale, ben sapendo che ad ora aleggia un’altra bella novità sottaciuta ed insidiosa: che nelle competenze del regionalismo differenziato a geometria variabile, come sta emergendo, possa rientrare (a richiesta di qualche regione) anche il welfare, e quindi anche il diritto all’abitare (per come l’hanno congegnato appunto alcune regioni). Il che sarebbe la fine anche della sola speranza di avere investimenti e cambi di direzione che lo rendano effettivamente fruibile.

Sorgente: Domani giornata nazionale “sfratti zero”. La Rete: piaga sociale misconosciuta. Noi impegnati in tutta Italia per una svolta. Nelle istituzioni e nelle piazze. | Rifondazione Comunista

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