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Il principe saudita: conseguenze inimmaginabili se la produzione viene bloccata dagli attacchi di Teheran

DALL’INVIATO A RIAD. Il prezzo del petrolio potrebbe arrivare a livelli «inimmaginabili» se il mondo non fermerà l’Iran. L’avvertimento arriva dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il principale avversario nel Golfo della Repubblica islamica. Ma suona anche come un richiamo contro una guerra aperta, che avrebbe conseguenze devastanti per l’economia mondiale. Mbs ne ha parlato in un’intervista all’americana Cbs, in occasione del lancio mondiale del turismo in Arabia Saudita, una delle riforme della sua Vision 2030.

Bin Salman ha puntualizzato come nel Golfo venga prodotto il «30 per cento dell’energia mondiale e il 4 per cento del Pil». Se «tutto ciò» venisse bloccato ci sarebbe «il collasso dell’economia globale, e non soltanto dell’Arabia Saudita o dei Paesi mediorientali». L’intervista è la prima presa di posizione dopo gli attacchi alle infrastrutture petrolifere saudite del 14 settembre, che hanno tagliato il 5% della produzione mondiale di greggio. Sono stati rivendicati dai ribelli sciiti Houthi, ma Washington e Riad considerano responsabile Teheran.

Mbs non ha però calcato la mano contro gli ayatollah. Si è anche detto disposto a una «soluzione politica» della guerra in Yemen, dove da quasi cinque anni la coalizione sunnita guidata da Riad è alle prese con i guerriglieri sostenuti dall’Iran. Poi ha affrontato il passaggio più difficile, l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, scomparso nel consolato saudita a Istanbul lo scorso 2 ottobre. «Mi prendo la piena responsabilità – ha detto – in quanto leader dell’Arabia Saudita, e in special modo perché l’omicidio è stato commesso da impiegati del governo». Ha però negato di aver ordinato l’assassinio, commesso da un commando di 19 persone, 11 delle quali sono adesso a processo.

Il caso Khashoggi resta una macchia agli occhi dell’opinione pubblica occidentale. Le intercettazioni turche e della Cia mostrano che fra le persone coinvolte c’è anche Saud al-Qahtani, il più stretto consigliere del principe, che finora è sfuggito alle accuse. E l’ombra di Khashoggi è riapparsa nei giorni scorsi per la morte in circostanze poco chiare del generale Abdulaziz al-Faghem, capo delle guardie del corpo di Re Salman. Sarebbe stato ucciso «per motivi personali» durante una lite nella casa di un amico a Gedda ma rumors insistenti parlano di un fallito attentato. Al-Faghem si sarebbe sacrificato per evitare che re e principe ereditario venissero colpiti. Tanto più che ieri è emerso come un’altra guardia, Faisal Al-Shuaibi, sarebbe deceduta lo stesso giorno. gio. sta. —

Sorgente: Bin Salman avverte l’Occidente sull’Iran: “Fermatelo, o il prezzo del petrolio schizzerà” – La Stampa

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