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La multinazionale degli elettrodomestici ha avviato la cessione del ramo d’azienda – verrà perfezionata entro il 31 ottobre – alla Prs-Passive Refrigeration Solutions SA, società svizzera con sede a Lugano. Nel consiglio di amministrazione siede Alberto Ghiraldi, che ha già avuto un’altra avventura nel mondo della “refrigerazione passiva” con la Nomos. Nonostante l’investimento da 1,5 milioni di euro del fondo Next di Finlombarda Gestioni SGR la società è fallita nel 2017

Andrea Tundo

L’annuncio è arrivato nella sacralità delle stanze del ministero dello Sviluppo Economicola società a cui Whirlpool vuole vendere lo stabilimento di Napoli è Prs-Passive Refrigeration Solutions SA, società svizzera con sede a Lugano. Nelle intenzioni dell’azienda americana di elettrodomestici sarà dunque la Prs a farsi carico delle centinaia di lavoratori campani in un’avventura che dovrebbe portare alla commercializzazione di frigoriferi ad alta tecnologia visto che, come ha spiegato Whirlpool, Passive Refrigeration Solutions è “società leader nel settore della termodinamica finalizzata alla conservazione e al trasporto intermodale di prodotti deperibili, che ha sviluppato un brevetto unico nel campo dei container refrigerati”. La cessione del ramo d’azienda verrà perfezionata indicativamente entro il 31 ottobre 2019 e con efficacia a decorrere dal 1° novembre.

Poco o nulla si sa sui compratori. Da giorni indiscrezioni di stampa insistono sul coinvolgimento di Giovanni Battista Ferrario, ex amministratore delegato di Pirelli e Italcementi, nell’operazione Prs. Di certo, dai documenti disponibili, nel consiglio di amministrazione della società – che non ha un sito internet e, secondo il Corriere del Ticino, ha una “bucalettere” all’indirizzo di corso Elvezia 16 e non risulta avere stabilimenti produttivi in territorio svizzero – siedono tre persone. Si tratta di Alberto Ghiraldi, Secondo Pradella e Rodolphe Schmid. Il primo membro del Cda sembra essere il deus ex machina della tecnologia di refrigerazione passiva che dà il nome alla Prs. Perché ha già tentato attraverso un’altra società di commercializzare l’idea. E i risultati sono stati tutt’altro che lusinghieri.

L’avventura di Ghiraldi, milanese classe ’47, con la sua Nomos, di cui era presidente e amministratore delegato, si è chiusa infatti con la messa in liquidazione della società (5 dipendenti) e il fallimento nel 2017, nonostante l’investimento fatto anni prima da Finlombarda Gestioni SGR attraverso il fondo Next. Il 16 giugno 2010 veniva annunciato l’ingresso della finanziaria della Regione Lombardia in Nomos con l’acquisizione di una partecipazione di minoranza qualificata nella “giovane azienda attiva nel settore della refrigerazione e conservazione degli alimenti”. In particolare, si legge nei comunicati dell’epoca, Nomos “ha sviluppato una tecnologia innovativa (Refrigerazione Passiva o “PRSTM”) per il trasporto e la conservazione, in regime di temperatura controllata, di prodotti deperibili quali ortofrutta, carni, prodotti lattiero-caseari, ittici e floricoli”.

Due anni dopo e – secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.it – nonostante altre ‘iniezioni’ di Finlombarda che alla fine si è ritrovata in mano il 95,83% del capitale sociale, Nomos naviga in cattive acque: così il 17 aprile 2012 entra in liquidazione e cinque anni dopo, il 24 maggio 2017, si chiude il fallimento. “Mi sono ritrovato a gestire la coda della procedura fallimentare della Nomos di Alberto Ghiraldi e ho tentato di recuperare i crediti vantati da Finlombarda Gestioni SGR attraverso il fondo Next. Senza riuscirci”, spiega l’ad Francesco Gallotti a Ilfattoquotidiano.it.

La tecnologia di refrigerazione passiva, sulla quale Ghiraldi lavorava da anni, come si spiegava all’epoca dell’investimento, “si basa sul principio dell’accumulo di energia termica realizzato mediante congelamento di una sostanza frigorigena quando l’energia elettrica è disponibile e/o ha prezzi competitivi” e la “specifica dinamica del passaggio di stato mantiene successivamente le condizioni ottimali di conservazione per il periodo voluto, con un’autonomia energetica fino a 30 giorni, mediante l’assorbimento del calore in modo progressivo e proporzionale al fabbisogno, senza ulteriore impiego di energia e di gruppi frigoriferi”. I perché del fallimento resta un’incognita. Di certo, ora che è iniziata la cessione del ramo di azienda, il consigliere d’amministrazione di Prs Alberto Ghiraldi, che ha recentemente ricevuto un nuovo brevetto della tecnologia, avrà modo di spiegare se l’idea è la stessa e come è stata perfezionata.

Sorgente: Whirlpool, chi è il consigliere Alberto Ghiraldi della società Prs che rileverà il sito di Napoli: la sua avventura fallimentare con la Nomos – Il Fatto Quotidiano

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