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Cultura (o Difesa) per il «capodelegazione» del Pd. Castelli verso lo sviluppo, Grillo bis alla Salute

I ministri

Limature e cancellature, ripetute fino a tarda notte, hanno accompagnato la stesura della lista dei ministri che già oggi il presidente incaricato Giuseppe Conte dovrebbe poter sottoporre al capo dello Stato. La lista, come da tradizione, sarà definitiva solo nel momento in cui Conte varcherà il portone del Quirinale.

Per la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Conte vorrebbe un tecnico di sua fiducia: è molto quotato Roberto Chieppa (ora segretario generale di Palazzo Chigi) ma si pensa anche a Giuseppe Busìa (segretario generale della autorità garante della Privacy) che potrebbe così completare la squadra di Palazzo Chigi già affidata da Conte ad Alessandro Goracci (il suo capo di gabinetto preso in prestito dal Senato).

Per i ministeri di prima fascia, sarebbero confermati Luigi Di Maio agli Esteri con i galloni di capo delegazione dei ministri del M5S, il prefetto Luciana Lamorgese al Viminale (anche se ieri sera sembrava tornato in pista il capo della polizia Franco Gabrielli), il dem Lorenzo Guerini alla Difesa (ma mille voci dal Pd spingevano Dario Franceschini), i grillini Alfonso Bonafede alla Giustizia e Giulia Grillo alla Salute.

Stefano Patuanelli (M5S), che da capogruppo al Senato ha maturato rapporti stretti con l’omologo renziano Andrea Marcucci, sarebbe finito ai Rapporti con il Parlamento. Liberando dunque la casella delle Infrastrutture assegnata alla vice segretaria del Pd Paola De Micheli.

Sul fronte dell’Economia è consolidata la candidatura dell’europarlamentare Roberto Gualtieri (Pd) sulla delicata poltrona di via XX Settembre. Una scelta, questa, che obbligherebbe Conte a indicare un esponente del M5S (forse Laura Castelli molto vicina a Di Maio) per il ricco ministero delle Attività produttive che verrebbe diviso dal Lavoro (assegnato stavolta al grillino Nicola Morra). Dario Franceschini, che sarà capo delegazione dei ministri Pd, salvo ripensamenti tornerà ai Beni culturali. Mentre la renziana Anna Ascani dovrebbe andare agli Affari regionali (sono in ballo altre due autorevoli candidature: Vasco Errani di Leu e Vincenzo Presutto M5S). La renziana Teresa Bellanova, ex Cgil, andrebbe all’Agricoltura depurata però dalla delega al Turismo che torna in area Beni culturali. In nottata una delegazione di Leu («O stanotte o mai più») ha trattato a Palazzo Chigi anche un posto da ministro dell’Ambiente per Rossella Muroni (ex Legambiente). (Dino Martirano)

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Sorgente: Corriere della Sera

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