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Le borse europee restano caute anche se Trump ha detto di non volere la guerra, pur ritenendo che ci sia l’Iran dietro all’attacco agli impianti petroliferi di Aramco in Arabia Saudita. L’euro si rafforza sul dollaro nel giorno in cui prende il via, per terminare domani, il meeting del Fomc. Spread Btp/Bund stabile dopo la scissione di Renzi. Il numero uno di Atlantia, Castellucci, oggi in cda si dimetterà | Borse Ue, atteso avvio debole, petrolio in calo. A Piazza Affari focus su Atlantia

Francesca Gerosa

Le borse europee restano caute anche se il presidente americano, Donald Trump, ha detto di non volere la guerra, pur ritenendo che ci sia l’Iran dietro all’attacco con i droni agli impianti petroliferi gestiti dalla compagna pubblica Aramco in Arabia Saudita, che ha portato a dimezzare la produzione del regno, primo esportatore mondiale, ha fatto impennare i prezzi del greggio e alimentato i timori di un nuovo conflitto in Medio Oriente.

Stamani i prezzi del petrolio si raffreddano: il Brent, greggio di riferimento del mare del Nord, che ieri ha visto un balzi di oltre il 15%, si attesta a quota 68,64 dollari al barile (-0,55%). Il Wti, referente americano, vale 62,02 dollari al barile (-1%). Il sistema globale di produzione di petrolio ha in sé le risorse per contenere gli effetti più negativi della situazione di emergenza nel breve termine, dopo l’attacco alla maxi raffineria saudita. È evidente però che se si dovesse protrarre troppo a lungo nel tempo, ne risentirebbe la tenuta dell’offerta e quindi l’effetto sui prezzi diverrebbe molto più significativo, ha avvertito l’Unione Petrolifera.

Con gli attacchi è venuto meno il 5-6% della produzione mondiale di greggio. Uno degli ammanchi maggiori della storia, equiparabile solo a quello registrato nel 1973-74 in occasione della guerra del Kippur, a seguito della rivoluzione iraniana nel 1978-’79 e della guerra Iraq-Iran nel 1980-81, quando i prezzi nel giro di poco tempo praticamente raddoppiarono.

Fortunatamente, rispetto ad allora, la produzione oggi non è più esclusivamente concentrata nell’area Opec, ma risulta molto più distribuita a livello geografico. Attualmente gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale con oltre 17,4 milioni b/g, seguiti dalla Russia con 11,6 milioni b/g. Paesi che insieme coprono circa il 30% dell’offerta mondiale. Questo il motivo per cui i prezzi, almeno per il momento, hanno mostrato delle variazioni importanti restando comunque al di sotto dei picchi raggiunti negli ultimi due anni.

Scampato il pericolo di una guerra mondiale, prende il via oggi, per terminare domani, il meeting del Fomc da cui gli economisti, ha sottolineato Reuters, si aspettano un taglio dei tassi di interesse e nuovi spunti per capire se quello di settembre sarà eventualmente l’ultimo del 2019 o ce ne sarà un altro. A inizio mese il presidente della Fed, Jerome Powell, ha corroborato le aspettative di una nuova riduzione, affermando che la Fed è pronta ad agire in modo appropriato per sostenere l’economia statunitense.

Intanto l’euro si rafforza sul dollaro. La moneta unica vale 1,10028 (+0,06%) rispetto al biglietto verde. Ieri il capoeconomista della Bce, Philip Lane, ha difeso il pacchetto di misure messo in campo la scorsa settimana dal consiglio direttivo e che è stato criticato a stretto giro di posta da due eminenti membri dello stesso consiglio, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, e il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot.

Parlando a un evento a Londra, Lane ha spiegato che la Bce potrebbe ridurre ulteriormente il suo tasso di deposito, se necessario, e che la forward guidance rimane lo strumento principale di politica monetaria. I tanto criticati nuovi acquisti di asset decisi la scorsa settimana (20 miliardi al mese a partire da novembre) sono, secondo Lane, solo “un’importante misura di accompagnamento” che tuttavia può essere sostenuta a lungo senza un aumento dei massimali attuali e il cui uso sarà “adattato “dinamicamente in linea con la nostra forward guidance sui tassi”.

Lane parlerà anche oggi (18:35) insieme a Villeroy (18:30) e Coeurè (19:10). In chiave Bce sarà importante monitorare l’indice Zew di settembre. Le attese sono per un miglioramento a -37 dopo il brusco calo registrato ad agosto (-44,1). L’istituto, che elabora l’indice sulla fiducia degli investitori tedeschi nell’economia del Paese, ha ricordato Reuters, ha parlato il mese scorso di un “significativo deterioramento nelle prospettive dell’economia tedesca”.

Invece dagli Stati Uniti alle 14:55 verrà pubblicato l’indice settimanale Redbook (precedente: -0,4% mese su mese, +6,4% anno su anno), alle 15:15 la produzione industriale ad agosto (precedente: -0,2% mese su mese; consenso: +0,2% mese su mese) e il tasso di utilizzo degli impianti sempre ad agosto (precedente: 77,5%; consenso: 77,6%) e alle 16:00 l’indice Nahb di settembre (precedente: 66 punti; consenso: 66 punti).

Sul fronte interno lo spread Btp-Bund apre stabile a quota 135,195 punti con un rendimento dello 0,86%. L’ex segretario del Pd, Matteo Renzi, ha annunciato la rottura dal Pd. “Quello che mi spinge a lasciare è la mancanza di una visione sul futuro”, ha affermato l’ex premier, precisando che “i parlamentari che mi seguiranno saranno una trentina, più o meno. Non dico che c’è un numero chiuso, ma quasi”. Renzi ha poi detto di non credere a un’unità che considera di facciata. “Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini. I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti”. E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, “l’ho detto anche a Conte. Dunque l’operazione è un bene per tutti, come osservato da Goffredo Bettini. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Il ragionamento è più ampio e sarà nel Paese, non solo nei palazzi”, ha concluso.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib perde lo 0,11% a 21.945 punti. I titoli petroliferi, ieri unici in rialzo con il rally del prezzo del petrolio, salgono ancora: Eni  guadagna lo 0,49% a 14,38 euro, Saipem  lo 0,56% a 4,709 euro e Tenaris  lo 0,71% a 10,59 euro. Atlantia , crollata alla vigilia ai minimi da febbraio in attesa del cda straordinario di oggi, è in ripresa solo dello 0,10% a 20,46 euro. Il board è stato convocato ufficialmente per “comunicazioni dell’ad”. Il numero uno, Giovanni Castellucci, metterà a disposizione dei consiglieri il proprio mandato.

D’altra parte c’è la necessità di una discontinuità a livello di governance dopo i nuovi sviluppi dell’inchiesta-bis della magistratura aperta in seguito al crollo del Ponte Morandi. Ciò non significa che verrà necessariamente nominato un nuovo ceo. Intanto il cda di Autostrade per l’Italia (Aspi) ha confermato la sospensione, decisa lo scorso 14 settembre, da ogni ruolo e mansione dei due dipendenti interessati dai provvedimenti cautelari nell’ambito dell’indagine sui viadotti svolta dalla magistratura di Genova.

Quanto al capitolo Alitalia, su richiesta dei Commissari straordinari, il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha autorizzato ieri la proroga sino al prossimo 15 ottobre del termine per la presentazione dell’offerta vincolante e definitiva per la compagnia da parte di Ferrovie dello Stato. Questo al fine di permettere al consorzio acquirente, di cui fa parte anche Atlantia , di definire i dettagli del piano di rilancio della compagnia aerea.

E’ invece quasi completa la rosa da cui nelle prossime settimane il vertice di Unicredit  (-0,32% a 11,224 euro) sceglierà il suo nuovo presidente. Come riporta MF, ai nomi circolati nelle scorse settimane (Vittorio Grilli, Alberto Cribiore, Massimo Tononi e Lucrezia Reichlin) si è aggiunto quello del banchiere Claudio Costamagna, ex presidente della Cdp.

E se Intesa Sanpaolo  (+0,02% a 2,14 euro), come ha anticipato MF, potrebbe essere coinvolta in una cordata italiana guidata dalla Cdp per acquistare MTS, la piattaforma obbligazionaria di Lse, Mps  (+1,44% a 1,69 euro) sarebbe pronta a vendere asset immobiliari per 300 milioni di euro. La banca ha già ricevuto le offerte non vincolanti e a fine settembre-inizio ottobre si aspetta quelle vincolanti. Tra i soggetti interessati Apollo, Blackstone, Cerberus, Starwood, Bain Capital, Oaktree e Lonestar.

Tra gli industriali Fca  passa di mano a quota 12,52 euro (-0,46%). Secondo MF esiste la possibilità che un domani il gruppo possa riavvicinarsi al mondo Confindustria, dopo il celebre strappo del 2012 a opera di Sergio Marchionne. L’Italia ne ha bisogno, il sistema industriale del paese pure e anche una grande multinazionale come il Lingotto potrebbe avere la sua convenienza a rientrare in via dell’Astronomia anche in vista di possibili future operazioni e della nomina del suo prossimo presidente, colui che dovrà affrontare la grande rivoluzione digitale, la guerra dei dazi e le battaglie commerciali.

In calo anche Cnh Industrial (-0,39% a 10,115 euro), leader dell’Industry Machinery and Electrical Equipment negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe per il nono anno consecutivo. Il Djsi World e il Djsi Europe sono tra i più prestigiosi indici di rating sulla sostenibilità. L’ammissione a questi indici è riservata esclusivamente alle società giudicate migliori nella gestione del proprio business secondo criteri di responsabilità economica, sociale e ambientale. L’azione non beneficia neppure delle indiscrezioni riportate da Bloomberg secondo cui il fondo attivista Elliott avrebbe avrebbe aumentato la partecipazione nella società arrivando al 3% del capitale, vedendo una potenziale creazione di valore nel piano di Cnh di separare il business dei camion da quello delle macchine agricole.

Sorgente: Il petrolio si raffredda ma Milano non rimbalza, D-day per Atlantia – MilanoFinanza.it

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