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Accuse a Salvini: “Non c’entra con l’inchiesta”. Lui: mai detto. Ma i suoi social lo inchiodano

MILANO. Bibbiano o non Bibbiano? L’ennesimo caso mediatico su Matteo Salvini, con il contorno delle consuete violentissime polemiche, esplode sulla storia di Greta, la ragazzina che il segretario leghista ha mostrato alla folla domenica a Pontida come simbolo dei minori sottratti ai loro genitori. La scena si è svolta alla fine del suo comizio. Chiamati dell’ex ministro dell’Interno, sono saliti sul palco bambini e genitori, srotolando un lunghissimo striscione bianco con la scritta (anzi l’hashtag, già pronto per i seguiti social) #bambinistrappati. «Greta è questa bellissima bambina con i capelli rossi che un anno fa è stata restituita alla mamma», ha annunciato Salvini fra gli applausi del pratone, dove peraltro il coro di «Bib-bia-no, Bib-bia-no!» era stato uno dei più intonati. E naturalmente tutti hanno inteso che la storia di Greta fosse parte dell’inchiesta su Bibbiano. Tutte le agenzie l’hanno riferita così, i giornali idem, e l’efficientissima squadra di comunicatori di Salvini ha rilanciato il tweet con l’aggiunta di un altro hashtag: #BIBBIANO, tutto in maiuscole.

Ieri La Gazzetta di Reggio ha fatto una verifica e ha scoperto che nella carte dell’inchiesta di Bibbiano non compare alcuna Greta e anzi non c’è alcuna ragazzina di questo nome fra i bambini affidati ai Servizi sociali della Val d’Enza. La stessa notizia è stata twittata ai suoi molti follower dalla giornalista Selvaggia Lucarelli. Così è arrivata la risposta di Salvini, che ha postato sui social il video dell’ingresso sul palco dei minori: in effetti, in quel momento il Capitano non cita esplicitamente Bibbiano.

A questo punto, la giornalista Selvaggia Lucarelli ha fatto sapere, sempre via Twitter, che «la mamma della bimba di Pontida è stata avvicinata durante una manifestazione su bambini strappati e affidamenti da persone della Lega sotto palazzo Chigi. Le hanno proposto di andare a Pontida e salire sul palco con la figlia». Insomma Greta c’entra nulla con Bibbiano e nemmeno con l’Emilia-Romagna rossa. Secondo Lucarelli, vivrebbe in realtà in Lombardia (ironia della sorte, Regione governata da tempo immemorabile dalla Lega) e sarebbe stata ospitata in alcune famiglie di Como e di Varese. In questo batti e ribatti di cinguettii sempre più polemici, è arrivato il contrattacco di Salvini: «Ringrazio questa mamma e questa bimba, che hanno avuto coraggio: Greta è una delle tante, troppe bambine (decine di migliaia) portate via alla mamma e al papà, a Bibbiano e in altri Comuni italiani. Greta per fortuna è tornata a casa, altri ancora no». E Lucarelli, implacabile: «Solo ora Salvini parla di “altri Comuni”. Vergogna».

A voler essere indulgenti, Salvini ha usato una buona dose di ambiguità. E sull’uso mediatico dei minori è ondìvago. La memoria corre a un’altra polemica, quella sul giornalista Rai Fabio Sanfilippo che su Facebook aveva invitato Salvini a suicidarsi e compativa sua figlia. «Su di me dite, scrivete e insultate come volete, ma quando tiri in ballo i bimbi io mi inc…». Stessi concetti, e linguaggio più o meno uguale, anche quest’estate a Milano Marittima, dopo il caso del figlio di Salvini (il maschio, stavolta) portato a spasso su una moto d’acqua della Polizia. 

Sorgente: Polemiche per la minorenne fatta salire sul palco di Pontida: “Quella bambina non è di Bibbiano” – La Stampa

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