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L’ex presidente attacca il premier Rama nel giorno del voto contestato: “Ha legami stretti con la criminalità e controlla la giustizia. Non andremo alle urne”

Letizia Tortello – inviata a Tirana

Dal 14° piano dell’Aba Center dove ha l’ufficio l’ex presidente (1992-97) ed ex primo ministro di centrodestra albanese (2005-2013) Sali Berisha, si domina tutta Tirana, colline comprese. Lui siede sulla poltrona in pelle verde, nella libreria è un’infilata di biografie di ex presidenti americani, Nixon, Reagan, George W. Bush, Clinton e Obama, e dI Jacques Chirac. In un italiano forbito («Mai un giorno di lezione, l’ho imparato dal latino, e dalla Rai con Canzonissima», dice), lontano anni luce dalle parodie macchiettistiche che vent’anni fa ne faceva la tv nostrana, il leader storico del partito democratico segue la crisi istituzionale del suo Paese e non risparmia pesantissime accuse al primo ministro socialista, Edi Rama, colpevole, a suo dire, di aver trasformato l’Albania in un «narcostato».

L’Albania è paralizzata, c’è uno scontro di poteri mai visto prima. Come si è arrivati fino a qui?
«E’ la peggiore crisi degli ultimi trent’anni. Colpa del premier Rama, il politico più legato alla criminalità della storia dell’Albania. Non accetta la democrazia interna nel suo partito, utilizza tutti per manipolare le elezioni».

“La comunità internazionale non ha capito: è la più grave crisi del Paese negli ultimi trent’anni”

Signor Berisha, sono insinuazioni di natura penale le sue. Si rende conto?
«Il contenuto delle accuse che rivolgo sono note a tutti gli albanesi. L’opposizione del Pd, Lulzim Basha ha iniziato a protestare già due anni fa, prima delle elezioni (in cui Rama è stato riconfermato premier, ndr), la comunità internazionale non ha capito l’importanza di quella protesta. Rama ha utilizzato tutto lo Stato durante la campagna elettorale, malgrado questo, Basha ha riconosciuto la sconfitta e si è seduto in Parlamento, fino a pochi mesi fa poi a febbraio 2019 i membri del Pd si sono dimessi in massa. Ora vengono fuori le intercettazioni della Bild, che confermano quello che dico».

Il quotidiano tedesco Bild ha pubblicato registrazioni in cui boss del narcotraffico sarebbero stati in contatto con ministri, sindaci, nomenklatura del partito socialista, garantendo voti. Però, scusi, non si può giudicare chi neanche è indagato, è d’accordo?
«Il premier ha bloccato tutto, perché controlla la giustizia. In due anni non è stata fatta nessuna mossa contro i criminali, anzi il contrario. Non si possono avere elezioni libere con Edi Rama al potere. Per questo, il Pd ha iniziato questa protesta e non parteciperà al voto. La penso come il Capo dello Stato, Illir Meta, stiamo tornando al clima della dittatura, sono “elezioni moniste”, nel 57% delle municipalità c’è un solo candidato».

Vede una soluzione?
«Nel 2006 io ero primo ministro, Rama candidato sindaco di Tirana. Non accettava la data del voto, il Capo dello Stato di allora, Alfred Moisiu, ha rinviato le urne di 5 mesi. Non ho mai pensato che si potesse andare da soli alle elezioni, la nostra Costituzione impone il pluralismo. Non penso che con lui al potere sia stipulatile un accordo. Ha messo in piedi un narcostato. Dovrebbe dimettersi e lasciar votare il popolo per il Parlamento».

“Sono amico di Casini e Berlusconi, ma ora spero in Salvini, ci liberi dalla mafia. Non siamo pronti per l’Ue”

Le prossime mosse dell’opposizione?
«Reagiremo con tante forme di disobbedienza civile. Il leader del Pd deciderà presto».

Prevede che scoppierà la violenza?
«Non so dire. Noi continuiamo la nostra battaglia».

Usa, Ue, Osce accettano il voto di oggi. Non li avete convinti, evidentemente.
«Trovo dalla comunità internazionale atteggiamenti unilaterali, che non servono alla stabilità dell’Albania. Chi pensa che l’opposizione sia il problema fa un errore enorme, che avrà un costo. Non dico che l’opposizione è perfetta, ma il problema dell’Albania è il narcotraffico. Noi difendiamo i diritti».

Salvini si è offerto come mediatore. Cosa gli chiedete?
«L’aiuto che ci può dare Salvini è smantellare la mafia e di far emergere la verità».

Com’è cambiata l’immagine dell’Albania da quel 1997 in cui arrivavano i barconi sulle coste italiane ad oggi?
«Mai il mio Paese era stato chiamato Colombia d’Europa, cannabistan o pecora nera. Durante il governo precedente abbiamo triplicato gli investimenti stranieri con contratti per 4 miliardi, dal Tap alla diga di Devoll. Oggi i grandi investitori non arrivano più».

Chi sono ancora i suoi amici in Italia?
«Silvio! (Berlusconi, ndr. Il viso si illumina in un grande sorriso), Casini. Buttiglione è un grande amico. Ma io apprezzo l’interesse di Salvini per il nostro Paese».

L’Albania è pronta per entrare nell’Unione europea?
«No, non siamo pronti. Francesi, tedeschi, olandesi e danesi si oppongono all’avvio del negoziato e quel che dicono del nostro Paese, tramite i loro osservatori, non è una bugia. Ma io chiedo che un negoziato si apra, per ottenere una sorveglianza più stretta. L’Albania sta finendo in una “kakistocrazia”, ogni anno è peggio. Sono molto inquieto, questa crisi è terribile».

Sorgente: Sali Berisha: “L’Albania dei socialisti è diventata un narco-Stato. Le elezioni non sono libere” – La Stampa

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