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A Kaltungo ci sono oltre 400 specie diverse. L’ospedale ha il record mondiale di pazienti salvati grazie all’antidoto

E’ notte fonda a Bauchi, capoluogo dell’omonima regione nel Nord-Est della Nigeria. Shaibu Musa, un bambino di 3 anni, dorme accanto alla mamma. All’improvviso, un suo grido squarcia il buio della notte. Sono bastati pochi secondi ad Abdullahi, il 37enne padre del bambino, per capire che era stato morso da una vipera. Non una qualsiasi, ma una delle più velenose al mondo, capace di uccidere in meno di 5 ore. Non è la prima volta che, Abdullahi, affronta l’emergenza. Nei mesi scorsi, altri tre membri della sua famiglia sono stati attaccati dalla stessa tipologia di rettile.

Lo Stato di Bauchi si trova in cima alla lista dei luoghi al mondo con il maggior numero di vittime per morsi di serpente. La mancanza di strutture sanitarie in grado di somministrate gli antidoti e le lunghe distanze da percorrere sono fattori cruciali. La mancanza di strutture sanitarie in grado di somministrate gli antidoti e le lunghe distanze da percorrere sono fattori crucialiAbdullahi sa che per salvare suo figlio serve arrivare in fretta all’ospedale di Kaltungo. Una struttura da 200 posti letto piuttosto malandata, ma al cui interno lavorano medici in grado di riconoscere a prima vista quale siero somministrare. Non un’impresa facile, dato che la regione, rinominata «Il Paradiso dei serpenti», conta fino a 400 diverse specie, quasi tutte altamente velenose.

Abdullahi è consapevole che mostrare ai medici il serpente che ha morso suo figlio può fare la differenza tra la vita e la morte. Si arma di machete e, mentre la madre porta il piccolo Shaibu in macchina, inizia la caccia nella stanza da letto. Trovato e ucciso, mette il rettile dentro una bottiglietta vuota di Coca Cola, certo che i medici sapranno identificare la tipologia di vipera. Arrivati in ospedale, basta uno sguardo al dottor Sulaiman Muhammad, uno dei più esperti della struttura medica, per riconoscerlo. In gergo viene chiamato «il serpente tappeto» per il suo colore marrone-ocra. Ogni anno in Africa ci sono 40 mila morti: l’Oms sta studiando una cura universaleSi tratta di uno dei serpenti più aggressivi al mondo, tanto che si morde la coda da solo. In Hausa, la lingua con radici arabe parlata nel Nord della Nigeria, lo chiamano «l’animale dell’ultimo giorno». Le sue vittime preferite sono donne e bambini che coltivano i campi e attacca anche senza sentirsi minacciato. «Il suo veleno è emotossico, distrugge i globuli rossi e non permette al sangue di coagulare, i pazienti muoiono dissanguati se non si interviene in poche ore» spiega il medico nigeriano in un’intervista al «Daily Telegraph». Musa, steso su un lettino, ancora sofferente, ce la farà grazie all’antidoto e non avrà danni permanenti.

Nell’ospedale di Katungo, nell’ultimo anno, sono stati trattati 4.400 pazienti, alcuni sono deceduti perché arrivati troppo tardi o per l’assenza del siero adeguato. Ogni anno 80mila persone muoiono a causa dei morsi di serpente, di cui 40mila in Africa. In tutto il mondo si registrano 5,4 milioni di incidenti all’anno. Dei sopravvissuti circa 400mila rimangono con traumi permanenti, come amputazioni o danni al sistema nervoso. Un’emergenza globale quasi dimenticata, a cui l’Organizzazione mondiale per la salute ha deciso di porre fine accelerando la ricerca di un antidoto universale da distribuire su larga scala nei Paesi più colpiti.

Un ruolo cruciale, ancora una volta, lo avrà l’ospedale di Katungo, che ogni mese invia circa 400 specie di differenti rettili velenosi alla Scuola di medicina tropicale di Liverpool, dove si trova il maggior centro di ricerca al mondo in questo ambito. L’ospedale di Katungo ogni mese invia circa 400 specie di differenti rettili velenosi alla Scuola di medicina tropicale di Liverpool, dove si trova il maggior centro di ricerca al mondo in questo ambitoQui vengono tenute in strutture altamente protette le 100 specie di serpenti più velenosi al mondo. L’equipe del prof. Robert Harrison, a capo dell’istituzione inglese, grazie a 90 milioni di sterline concesse da The Wellcome Trust, associazione benefica biomedica inglese tra le maggiori al mondo, proverà a trovare un antidoto universale che possa bloccare gli effetti dei veleni introdotti nell’organismo umano da qualsiasi specie di serpente.

Sorgente: In Nigeria, nella città dei serpenti: “Un morso uccide in cinque ore” – La Stampa


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