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fotografia agi.it

Inquinamento, T&E colloca mette Spezia al 18esimo posto in Europa

La Spezia, 8 giugno 2019 – L’allarme lanciato da Transport & Environment (T&E), Ong di Bruxelles che promuove il trasporto sostenibile a livello europeo, non è di quelli che lasciano molto tranquilli. I risultati di un suo studio condotto su scala nazionale e internazionale riferiscono infatti che 203 navi da crociera, navigando nei mari europei per tutto il 2017, hanno prodotto emissioni di ossidi di zolfo circa 20 volte superiori a quelle dei 260 milioni di automobili circolanti nell’Ue. Per la precisione 62mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2.

Un allarme che, secondo gli autori della ricerca, rilanciato dalla rete ecologica ‘Cittadini per l’Italia’, riguarda da vicino anche Spezia (pur con qualche scetticismo da parte degli addetti ai lavori), che nella classifica dei porti europei più inquinanti, viene collocata al 18° posto, preceduta da Civitavecchia, (4° posto), Napoli (12°), Genova (subito dopo), e seguita da da Savona, Cagliari, Palermo e Messina.

Con un primato ancor meno lusinghiero nella graduatoria degli scali italiani più ‘ricchi’ di ossidi di zolfo, dove il nostro porto si piazza al 5° posto dopo Venezia, Civitavecchia, Napoli e Genova. «L’inquinamento delle città di porto deriva in gran parte dallo stazionamento delle navi da crociera ormeggiate ai moli – osservano gli autori dell’analisi –. Queste città galleggianti devono tenere i motori accesi per funzionare e garantire i servizi di bordo ai passeggeri. In questo modo però vengono liberati nell’aria fumi altamente tossici». Va detto però che i dati non sono, per molti, del tutto convincenti, anche perché non si tratta di risultati frutto di una campagna di rilevamento scientifico ma, come spiegano gli stessi autori della ricerca, solo di stime.

«I tecnici di T&E – dice la nota diffusa da ‘Cittadini per l’aria’ – si sono serviti del sistema di identificazione e tracciamento delle navi attraverso satellite. Sono quindi stati in grado di stimare le emissioni delle imbarcazioni per ogni punto attraversato sulla mappa, compresi gli stazionamenti in porto». Si è arrivati così a concludere che 4 su 5 delle città portuali più inquinate dell’Ue sono nel Mediterraneo.

«Questo  dato – si osserva – ci ricorda che, nell’Europa meridionale, la normativa sulle emissioni navali è meno stringente. Nel Mare del Nord invece è in vigore una Seca (Sulphur emission control area) che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1%. Sempre nel Nord Europa a breve entrerà in vigore una Neca che consentirà di ridurre anche le emissioni di ossidi di azoto». Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, commentando i risultati della rilevazione sostiene che «non si può consentire che le vacanze su mezzi insostenibili di alcuni possano determinare un danno grave alla salute di molti». Denuncia che fa propria anche Veronica Aneris, responsabile nazionale per l’Italia di T&E: «Le città stanno giustamente mettendo al bando i diesel più dannosi per l’ambiente ma lasciano campo libero alle compagnie da crociera che emettono fumi tossici altamente dannosi sia per chi sta a bordo che per chi sta sulle coste adiacenti. Questo è inaccettabile».

Sorgente: “Fumi da crociere, allarme rosso” – Cronaca – lanazione.it

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