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È del tutto priva di significato l’affermazione dell’Onorevole Federica Daga, secondo la quale, nonostante la trasformazione dell’E.I.N.P.L.I (Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la
Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia) da Ente pubblico in S.P.A., sarebbe certo che l’acqua resterebbe “pubblica”; e nelle mani dello Stato.

L’Onorevole Daga, infatti, confonde la “pubblicità”, propria dei beni demaniali, che indica l’appartenenza del bene al popolo a titolo di sovranità, con la “pubblicità”, che indica l’appartenenza del bene a una SPA con capitale pubblico.

In sostanza non si accorge l’On.le Daga che Ella toglie all’acqua la sua caratteristica di “bene demaniale”, come previsto dall’art. 144 del Codice dell’ambiente, e cioè di un bene “inalienabile, inusucapibile e inespropriabile”, per farne un bene sottoposto alla disciplina del diritto privato, rendendolo vendibile. E questo è ingannevole e inaccettabile.

Del resto, se fosse esatto quello che afferma l’On.le Daga, ci sarebbe da chiedersi per qual motivo si è ritenuto di procedere a questa trasformazione.

C’è un punto, d’altronde, in cui la Daga smentisce se stessa quando afferma che la SPA provvederà a risanare gli enormi debiti accumulati dall’Ente pubblico: se il capitale della SPA è costituito da quello dell’Ente, con quali risorse economiche la SPA potrebbe risanare detti debiti? Evidentemente, si tratterà di svendere i proventi dell’acqua pubblica (determinate con tariffe, fuori mercato sempre più alto), oppure, ed è l’ipotesi più probabile, ci saranno soci privati della SPA, che conferiranno loro capitali alla SPA medesima, pretendendo, ovviamente, il loro compenso.

Questo significa trasferire a privati una fonte di ricchezza nazionale, per Costituzione, in proprietà pubblica del popolo italiano. E’ inutile illuderci: o risaniamo l’Ente con le nostre risorse pubbliche, oppure svendiamo l’acqua pubblica a privati.
Siamo di fronte all’ennesimo tradimento. Che impoverisce il patrimonio pubblico a vantaggio di pochi privati.
Sia ben chiaro, l’acqua è un bene DEMANIALE e deve restare tale. Deve cioè essere in proprietà pubblica del popolo italiano e non in proprietà di una qualsiasi S.p.A.

Professor Paolo Maddalena.

Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

 

Sorgente: Acqua Meridione: da Ente pubblico a S.p.A. scalabile da chiunque

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