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Sea Watch sequestrata dalla GdF: i 47 migranti scendono. Salvini: «Chi li ha autorizzati? Li denuncio»

Sequestrata la nave Ong. Il ministero dell’Interno: «I migranti non scendono, se qualcuno ha aperto il porto ne risponderà». Ma il pm ordina che vengano portati sull’isola. L’imbarcazione sarà portata a Licata

di Silvia Morosi

Scatta il sequestro da parte della guardia di finanza della Sea Watch 3 ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i 47 migranti a bordo vengono fatti sbarcare: 18 di loro — donne e bambini— erano stati autorizzati a scendere dalla nave già venerdì. La svolta è stata voluta dal pm di Agrigento nonostante il no ripetuto per tutto il giorno da Matteo Salvini. Per il Viminale infatti la Sea Watch è «una nave fuorilegge» e il ministro dell’Interno ha fatto sapere di essere «pronto a denunciare» chi abbia autorizzato lo sbarco, pm compresi.

La vicenda dello sbarco dei migranti dalla Sea Watch ha creato tensione all’interno del governo, con uno scambio di «accuse» su chi possa aver autorizzato l’apertura dei porti italiani. Il vicepremier leghista ha scoperto dello sbarco — attraverso le motovedette, a piccoli gruppi su gommoni della capitaneria di porto — mentre era collegato in diretta tv da Firenze con Non è l’Arena su La7. «Chi è che li ha autorizzati a sbarcare? Io no, non ho autorizzato niente, deve essere qualcun altro. Io sorrido ma è grave. Perché siamo un Paese sovrano con leggi, regole, una storia e nessuna associazione privata se ne può disinteressare. Qualcuno quell’ordine lo avrà dato. Questo qualcuno ne deve rispondere», ha commentato Salvini, lasciando aperta la possibilità che l’input possa essere arrivato dal ministro M5s Danilo Toninelli. E ha aggiunto: «Per me possono stare lì» sulla Sea Watch 3«fino a quando non intervengono o l’Olanda o la Germania, o la Libia e Malta. Non vedo cosa c’entri l’Italia. Per me possono stare lì fino a ferragosto: gli porto da mangiare, gli porto da bere. Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sarà disponibile a far sbarcare immigrati da una nave fuorilegge. Questo vale anche per organi dello Stato».

A stretto giro è arrivata la risposta del ministro dei Trasporti. «Porti chiusi a Sea Watch come a tutte le navi che non rispettano le convenzioni internazionali. Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito. È evidente che l’epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell’Interno si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati da quando è il responsabile della sicurezza nazionale». Gli ha fatto eco anche Luigi Di Maio: «Il sequestro lo esegue la magistratura quindi non credo sia un espediente» per far sbarcare i migranti a bordo «perché la magistratura è indipendente dal governo. Quando arrivano qui contattiamo i Paesi Ue e chiediamo la redistribuzione. Io credo che la politica delle redistribuzioni è l’unica strada che abbiamo per fronteggiare il fenomeno. Poi c’è il tema dei rimpatri».

Le autorità italiane avevano consentito il trasbordo e quindi lo sbarco a terra di 18 persone, i bimbi con le loro famiglie e una donna ustionata, ma il Viminale non aveva autorizzato fino ad ora l’approdo delle altre persone. La Sea Watch, nave di una Ong tedesca, ha soccorso i 65 migranti il 15 maggio a 30 miglia dalle coste libiche. Nelle ultime ore la nave era rimasta posizionata in acque internazionali, ai margini di quelle italiane.

Ed è polemica tra il governo italiano e l’Onu dopo la lettera dell’Alto commissario sul decreto sicurezza bis: «Viola i diritti dei migranti». Secondo la missiva indirizzata al ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi — e trasmessa anche al ministero dell’Interno «la direttiva può incidere in maniera grave sui diritti dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime – o potenziali – di detenzione arbitraria, tortura, traffico di esseri umani e altre gravi violazioni dei diritti umani». Diverse chiese protestanti avevano offerto la propria disponibilità ad accogliere gli stranieri. «Stanotte dormirò con i naufraghi, per terra, se mi verrà impedito di procedere allo sbarco entro sera. Non è una provocazione, ma un atto di solidarietà», aveva invece dichiarato il comandante della nave, Arturo Centore.

Sorgente: corriere.it


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