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Tre milioni di tonnellate di gasolio da vendere a un’azienda italiana: così il piano della Russia per sostenere i sovranisti alle prossime Europee si maschera da scambio commerciale. Il negoziato, condotto da un fedelissimo del vicepremier italiano, su L’Espresso in edicola domenica 24 febbraio

di Giovanni Tizian e Stefano Vergine

affare a sei zeri per finanziare la Lega in vista delle elezioni europee. Un sostegno camuffato da compravendita di carburante. Soldi russi per i nazionalisti italiani del vicepremier Matteo Salvini. Lo stesso che ha dichiarato pubblicamente di non essere interessato ai denari di Vladimir Putin, ma di appoggiarlo per pura sintonia politica.

La trattativa per finanziare la Lega è stata portata avanti in questi mesi nel più assoluto riserbo. Riunioni, viaggi, email, strette di mano e bozze di contratti milionari. Da un lato del tavolo uno dei fedelissimi di Salvini, dall’altro pezzi pregiati dell’establishment putiniano. Al centro, uno stock di carburante del tipo “Gasoil EN 590 standards Udsl”.

LEGGI L’INCHIESTA INTEGRALE IN ANTEPRIMA SU ESPRESSO+

Almeno tre milioni di tonnellate di diesel, da cedere a un’azienda italiana da parte di una compagnia russa. Una compravendita grazie alla quale il Cremlino dovrebbe riuscire a rifocillare le casse del partito di Salvini alla vigilia delle europee del prossimo maggio. Il condizionale è d’obbligo, perché non sappiamo se l’affare è stato concluso. Possiamo però indicare con certezza diversi fatti che compongono questa trama internazionale ambientata tra Roma, Milano e Mosca. E soprattutto possiamo raccontare gli obiettivi dichiarati: sostenere segretamente il partito di Salvini.

Il negoziato per finanziare la Lega  che troverete sul primo numero del nuovo Espresso in edicola da domenica 24, è solo uno dei capitoli de “Il Libro nero della Lega”, edito da Laterza, in uscita il 28 febbraio.

Un’inchiesta giornalistica sul lato oscuro del partito di Matteo Salvini: dai 49 milioni di euro della truffa, ai candidati impresentabili del Sud Italia fino, appunto, all’internazionale sovranista, che da Mosca arriva fino a Washington passando per il Vaticano.

Ma torniamo alla trattativa per il finanziamento. Il protagonista che ha tessuto nell’ombra la ragnatela di relazioni

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utili al ministro è l’ex portavoce del vicepremier, Gianluca Savoini. L’uomo attorno al quale ruota tutta questa vicenda. «Il consigliere» di Matteo: questo è il ruolo affibbiatogli dai media russi negli articoli in cui si lodano le attività della sua associazione Lombardia-Russia e le prese di posizione della Lega contro le sanzioni imposte dall’Europa alla Russia. Pur non avendo un ruolo ufficiale né nel partito né nel governo, Savoini è sempre stato presente durante le visite ufficiali di Salvini a Mosca. Ha sancito l’alleanza tra la Lega e il partito di Putin, Russia Unita. Ha fatto decine di viaggi a Mosca, in Crimea e nel Donbass. E ha condotto fin dall’inizio il negoziato per il finanziamento russo.

Tutto ha inizio a luglio scorso. Savoini esplora prima una pista che porta a un palazzo di Mosca dove hanno sede le più grandi compagnie petrolifere del mondo e anche le società di uno degli uomini più ricchi di Russia. Non un paperone qualunque, ma un avvocato, ortodosso, anti abortista e anti gay a capo di un impero economico e fortemente legato al progetto sovranista europeo.

Nella sequenza in basso le foto scattate dai nostri giornalisti tra il 17 e il 19 ottobre a Mosca.

Folla attorno a Salvini al convegno...
Folla attorno a Salvini al convegno organizzato da Confidustria presso il Lotte Hotel di Mosca

Ma la data più importante in questo intrigo è il 18 ottobre 2018. La data in cui avviene una riunione di cui siamo stati testimoni. È passata solo qualche ora dalla visita di Matteo Salvini a Mosca. Infatti, il giorno prima, il 17, il vicepremier e ministro italiano era stato ospite del convegno organizzato da Confindustria al Lotte Hotel. Una trasferta russa conclusa con un incontro riservato che il leader della Lega non ha voluto pubblicizzare. Abbiamo chiesto al ministro Salvini se dopo il convegno ha incontrato il suo omologo del Cremlino Dymitri Kozak in un luogo ben preciso. Gli abbiamo inviato domande specifiche a due indirizzi mail, tra cui quella del Senato, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Il civico dove ha sede l’ufficio...
Il civico dove ha sede l’ufficio dell’avvocato Pligin, qui Salvini avrebbe incontrato Kozak

Torniano, dunque, al 18 ottobre. La mattina all’hotel Metropol di mosca sono stati definitivi alcuni dettagli dell’affare. Da un lato Gianluca Savoini e altri due italiani. Dall’altro lato del tavolo nella hall dell’albergo, gioiello archiettonico dei primi del ‘900, tre russi. Di cosa hanno parlato? Dell’affare destinato a sostenere le finanze leghiste, per irrobustirle in previsione delle Europee di maggio prossimo: una fornitura di 250 mila tonnellate metriche di gasolio Usld al mese per un anno. In totale fanno 3 milioni di gasolio in 12 mesi. E, stando a quanto stabilito in quella riunione del Metropol, almeno altrettanti milioni di euro destinati al partito di Matteo Salvini.

Gianluca Savoini al tavolo dell’hotel...
Gianluca Savoini al tavolo dell’hotel Metropol prima della trattativa con i russi nella hall

Era il 18 ottobre 2018. Nel momento in cui abbiamo terminato questa inchiesta giornalistica, non sappiamo com’è andato a finire l’affare, se l’accordo è stato siglato e in che termini. Se quello che abbiamo ascoltato si è tradotto in pratica, però, ci troveremmo di fronte a un clamoroso paradosso: un partito nazionalista, la Lega di Salvini, finanziato per la prossima campagna elettorale europea da un’impresa di Stato russa. Insomma, la principale forza di governo italiana sostenuta da Putin, nemico numero uno della Ue. Il tutto discusso a Mosca da un uomo, Savoini, che non avrebbe alcun titolo per occuparsi di petrolio né tantomeno di finanziamenti della Lega.

L’inchiesta integrale sul prossimo numero dell’Espresso in edicola il 24 febbraio  è già disponibile per gli abbonati a ESPRESSO+


“Oggi come ieri chi detiene il potere sostiene che il giornalismo sia finito e che meglio sarebbe informarsi da soli. Noi pensiamo che sia un trucco che serve a lasciare i cittadini meno consapevoli e più soli.

Questa inchiesta che state leggendo ha richiesto lavoro, approfondimento, una paziente verifica delle fonti, professionalità e passione. Tutto questo per noi è il giornalismo. Il nostro giornalismo, il giornalismo dell’Espresso che non è mai neutrale, ma schierato da una parte sola: al servizio del lettore.

Continuate a leggerci, seguirci, criticarci in questo luogo di inchieste, idee, dibattiti, racconto della realtà che è il nostro giornale”.

MARCO DAMILANO

Sorgente: Esclusivo – La trattativa segreta per finanziare con soldi russi la Lega di Matteo Salvini – l’Espresso

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