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In un’epoca in cui si parla tanto d’inclusione delle persone disabili, soprattutto nel mondo della scuola e del lavoro, purtroppo sempre più spesso si registrano casi di discriminazione. Questa volta a essere messa all’angolo perché diversa è Eleonora, una bimba napoletana di 11 anni affetta da sindrome di Down. Come denunciato dalla madre sul suo profilo Facebook, terminato l’anno scolastico, la piccola non può frequentare ludoteche e campi scuola: rifiutata dalle strutture interpellate dalla donna, perché non hanno personale specializzato per accogliere bambini e ragazzi con disabilità.

«Sono indignata da una società di merda in cui crescere i nostri figli, e mi rivolgo a chi ha figli con problemi, dove ti rifiutano un campo estivo perché tuo figlio è disabile», si legge nel post pubblicato da Ivana Cuomo. Poi continua, denunciando un altro episodio accaduto a scuola: «Laddove una docente di scuola media mortifica tua figlia dinanzi ai compagni perché la infastidisce e le dice “Down” e “Sei una bambina malata!”. Chest’è ‘a munnezza da’ gente! Finti buonisti, finta inclusione nelle scuole. Purtroppo è la dura realtà».

Accuse gravi, che ovviamente hanno indignato gli utenti del social network. E sono centinaia le reazioni, i commenti e le condivisioni ricevute dal post, che da un paio di giorni viaggia tra bacheche e siti web. Proprio quello che voleva ottenere Ivana: portare all’attenzione dell’opinione pubblica un problema che a Napoli e in gran parte d’Italia è sentito da molte famiglie.

«Sono una donna che lavora e cresce sua figlia con le sue forze – spiega la madre della ragazzina –. Nei periodi in cui non c’è scuola ho bisogno di un posto dove lasciare mia figlia, sapendo che è tranquilla e al sicuro. Un posto dove possa stare con altri bambini, non solo disabili. Insomma, un posto dove non venga ghettizzata, ma non riesco a trovarlo». Un problema che Ivana fino a due anni fa aggirava grazie al supporto dei suoi genitori, poi le cose sono cambiate: «Ho perso mio padre e mia madre ormai è anziana, da sola non può più badare a Eleonora – spiega la 46enne –. L’anno scorso ho avuto l’aiuto di una parrocchia del Vomero, dove abitavamo, e la bambina è rimasta lì fino al 10 luglio. Per gli altri 20 giorni ho dovuto sborsare più di 400 euro per pagare un campo scuola e una struttura privata, che tenevano mia figlia dalle 8 alle 14 – racconta ancora la donna –. Poi ci siamo trasferite a Fuorigrotta, perciò quest’anno ho cercato strutture in zona, anche perché io lavoro in centro e devo accompagnare Eleonora prima di andare in ufficio. Perciò ho bisogno di un posto che sia almeno sul tragitto, ma finora nessuno è stato disposto ad accogliere mia figlia».

Dopo aver denunciato il suo caso su Facebook, Ivana ha ricevuto tanti attestati di solidarietà e disponibilità ad accogliere Eleonora. In particolare, il musicista Marco Zurzolo ha aperto le porte del suo ZTL, uno spazio teatrale fondato con Manuela Renno: «Quando abbiamo letto della vicenda della ragazzina con la sindrome di Down, senza neanche confrontarci, abbiamo agito d’istinto invitando la signora a contattarci per ricevere quell’accoglienza di cui questo mondo oggi ha davvero bisogno – dice il sassofonista –. Qualcuno ha detto che ascoltare è il modo di accogliere gli altri in se stesso, e l’atto di ascoltare è alla base di chi fa musica».

Ivana ringrazia Zurzolo e tutti gli altri per la solidarietà ricevuta, ma ha altre aspettative: «Sono grata a chi si è detto pronto ad accogliere mia figlia, ma non ho sollevato il problema per ottenere soluzioni tampone, magari dettate dall’emotività del momento – spiega la donna –. Tante famiglie italiane sono nelle mie stesse condizioni e lo Stato deve fornire risposte adeguate, che non possono essere i ricoveri diurni per persone disabili. Eleonora ha un leggero ritardo, ma è una bambina socievole e lo stesso psichiatra infantile mi ha vietato di farle frequentare esclusivamente bambini con problemi, ne soffrirebbe troppo».

Un’ottima soluzione sarebbe quella di tenere le scuole aperte anche d’estate, impegnando gli alunni in attività culturali e ricreative. Un’idea di cui si parla da tempo, che risolverebbe tanti problemi, non solo quelli legati alla disabilità. Ma, tranne rare eccezioni, i progetti sono fermi al palo. Intanto l’anno scolastico sta per finire e tanti bambini come Eleonora attendono di sapere dove trascorreranno le settimane che intercorrono tra la fine della scuola e le agognate vacanze d’agosto.

Sorgente: Bimba down rifiutata al campo scuola la madre: «Ora pretendo risposte» | Il Mattino

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