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Da Alexandria Ocasio Cortez a Greta Thunberg, passando per i verdi tedeschi: la vera opposizione culturale al Trumpismo e al Salvinismo passa da qua. Da nuovi modelli di leadership, da nuove forme di attivismo globale, da una nuova agenda politica fondata sul futuro

La politica è fatta di pesi e contrappesi, di vuoti e di pieni, di azioni e reazioni, di leadership e di nemesi. Ecco, fino a qualche mese fa non c’era contrappeso, né reazione all’egemonia populista e nazionalista. Reazione culturale, prima ancora che politica: tutta la partita era giocata nella cornice semantica del popolo contro le élite, del ritorno dello Stato contro il mercato, dell’occidente impoverito che doveva pensare al proprio presente e temere il futuro.

Mai nessuno, sino a qualche mese fa, avrebbe pensato che la risposta sarebbe arrivata da un manipolo di giovani e di donne, che da differenti, molteplici punti di partenza stanno ricostituendo un’opposizione culturale e coerente, ma soprattutto stanno offrendo una visione del mondo radicalmente alternativa al nazional-populismo di Trump, Salvini e Orban. Stiamo parlando di Greta Thunberg, fino a ieri solitaria quindicenne che scioperava per il clima, inascoltata, di fronte al parlamento svedese, oggi leader di una mobilitazione globale che mostrerà tutta la sua forza nel global strike per il clima di venerdì prossimo. Stiamo parlando di Alexandria Ocasio Cortez, ventinovenne congresswoman americana, che con suo Green New Deal ha rimesso con forza l’ambiente nell’agenda politica americana. Stiamo parlando di Annalena Baerbock, Katharina Schuze e Ska Keller giovani leader dei Grune tedeschi, accreditati del 17,4% in Germania, e capofila di un nuovo ambientalismo europeo.

Mai nessuno, sino a qualche mese fa, avrebbe pensato che la risposta sarebbe arrivata da un manipolo di giovani e di donne, che da differenti, molteplici punti di partenza stanno ricostituendo un’opposizione culturale e coerente, ma soprattutto stanno offrendo una visione del mondo radicalmente alternativa al nazional-populismo di Trump, Salvini e Orban

Potremmo continuare con le figurine, ma forse è molto più importante comprendere il filo rosso che lega tutti questi epifenomeni. Il dato anagrafico e di genere, innanzitutto. Ognuna di queste leadership è giovane e femminile, così come giovani sono i sostenitori della Ocasio Cortez e giovanissimi sono gli studenti che manifestano ogni venerdì per il clima. Non è un caso: dentro la protesta di Thunberg e la proposta di Ocasio Cortez c’è una fortissima enfasi sul futuro e sull’assenza di lungimiranza della politica tutta protesa al presente dei leader populisti. In nuce, ma nemmeno troppo, c’è una questione demografica non più rubricata a mera sostituzione delle classi dirigenti – à la Renzi, diciamo -, ma declinata nel cambiamento radicale dell’agenda politica. La questione ambientale è questione generazionale, in questo nuovo scenario, come mai lo era stata prima: ci state rubando il futuro, gridano i cartelli dei giovani manifestanti del venerdì. Dobbiamo cambiare radicalmente il modello di sviluppo, urla il Green New Deal della Ocasio Cortez.

Accanto alla questione generazionale, c’è quella di genere. A opporsi contro le leadership maschili di Trump, Salvini e Orban, ci sono giovani leader donne, e anche questa è una novità assoluta. Dopo anni passati a sperare in un ritorno al passato, a forme partito novecentesche, a vecchi integerrimi leader come Sanders e Corbyn, ecco che il nuovo ambientalismo – ma anche il cosiddetto millenial socialism, che marcia in parallelo – si fonda su modelli di leadership plurali, fondati sulla costruzione di reti e di comunità, anziché sul carisma del Capo e sulla sua erratica infallibilità. Femminili non solo nella forma, ma anche e soprattutto nella sostanza.

In ultimo, l’internazionalismo. Il nuovo ambientalismo di Thunberg, di Ocasio Cortez e dei verdi tedeschi prescinde dagli stati-nazione, ma assume la dimensione globale come raggio d’azione, e quella locale per generare un impatto concreto. Friday for future nasce come movimento internazionale, e i verdi tedeschi, così come quelli europei, sono tra i movimenti più sinceramente europeisti che esistano. In ognuna di queste esperienze, più in generale, c’è la consapevolezza che nessuna nazione può risolvere i problemi ambientali da sola. Che la risposta deve prescindere dagli egoismi nazionali, che non esiste patria che non sia il mondo, o perlomeno l’Europa, per questo tipo di istanze. È a questo, oggi, che i nazi-pop dovranno rispondere, nei prossimi anni. Non sarà semplice, per loro.

Sorgente: Verde, internazionalista, donna e giovane: ecco la nuova sinistra che stavamo aspettando – Linkiesta.it

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