-di Giulia Caruso-
Viaggio nell’Inghilterra della ” alt right” che ha ripreso forza e fiato nel clima di intolleranza e confusione all’indomani del referendum sulla Brexit. Un’area magmatica e confusa di gruppi e gruppuscoli che si formano e si sciolgono con rapidità impressionante grazie ai socialmedia. Come i “patrioti” di English Defence League, sempre in prima fila nella lotta all’Islam. Oppure come Britain First che ha stretti legami con i paramilitari protestanti nordirlandesi dell’ ‘Ulster_Volunteer_Force, E come Sharia Watch alla cui guida c’è una donna, Anne Marie Waters. E poi c’è National Action che recluta seguaci tra i millennials.
Tutti, indistindamente, si presentano come strenui difensori dell’identità britannica contro il “meticciato” islamico dilagante. Pescano nella mitologia cristiana, ( San Giorgio e il Drago) eterno baluardo contro il feroce “saladino” jihaidista. Molti nascono dall’hooliganismo calcistico che, ben lontano dall’essere stato sconfitto, rappresenta un ottimo terreno di cultura in cui allignano. Tutti comunque hanno un denominatore comune, l’appartenenza a quella parte impoverita della middle class, a cui si uniscono segmenti impazziti della working class, stretti tra disoccupazione cronica, taglio della spesa sociale, emarginazione e alcolismo. Il fenomeno che ha preso fiato dopo il referendum , è ormai in rapida espansione, destando qualche preoccupazione anche ai piani alti della difesa interna, alla polizia, all’MI5 ( Military intelligence 5) che fino a ora avevano puntato tutte le loro risorse nella lotta all’estremismo islamico. Anche se Sajid Javid che ricopre la carica di Home Secretary nel governo May, ha recentemente dichiarato “Con o senza accordo sulla Brexit, la Gran Bretagna sarà sempre uno dei paesi europei più sicuri”
Per avere un’idea della scintilla che ha acceso la miccia della rimonta xenofoba britannica negli ultimi tre anni, bisogna partire dal colpo di pistola che mise fine alla vita della giovane parlamentare laburista, Jo Cox, il 16 maggio 2016, una settimana prima della consultazione referendaria. Il suo assassino, Thomas Mair, prima di ucciderla e poi, anche in tribunale ha urlato”morte ai traditori, libertà per la Gran Bretagna”. Nel curriculum di Mair, una militanza nel famigerato National Front , la piu nota e longeva organizzazione filonazista, razzista e mofoba britannica. Fondato nel 1967, ha consciuto la sua massima espansione negli anni 70-80 ma oggi è ormai in disarmo, lasciando il passo all’avanzata dei gruppi pù giovani. Mair e’ poi passato tra le file di E d l (English Defence League), il movimento di estrema destra islamofobo, al presente, molto attivo sulle piazze inglesi.
E d l è stata fondata nel 2009 da Tommy Robinson con lo scopo di contrastare la diffusione del fondamendalismo islamico tramite azioni intimidatorie. Robinson che all’inizio invitava i membri di Edl alla distinzionee tra musulmani moderati e fondamentalisti, si è poi arreso ai duri del partito, che invece si propongono di estirpare “la cattiva pianta islamica dalla società inglese”. Con E d l è connessa anche Sharia Watch guidato da Anne Marie Waters, che si è presentata alle elezioni nel 2017 nelle liste dell Ukip , il partito che più degli altri ha soffiato sul vento della Brexit, contribuendo alla vittoria del Leave. Bisogna dire che, nonostante le sue crociate antiabortist, e in difesa della famiglia tradizionale , Edl vanta tra le sue file molte donne che vedono nell’organizzazione xenofoba un valido strumento di protezione contro i “musulmani stupratori”
Eppure, come sottolinea Daniel Trilling, autore di Bloody Nasty People-The Rise Of Britain’s Far Right, Edl. come altre formazioni che si schierano a difesa dell’identità britannica , gioca non solo sulla paura dell’invasione, ma come accade ormai a livello internazionale,usa senza scrupolo il web , battendo sui tasti di un’ignoranza ormai endemica nelle periferie inglesi “Nell’era delle notizie false, dice Thrilling, ci sono innumerevoli fonti per rafforzare queste opinioni, soprattutto perché. molti ormai diffidano dei media mainstream, cadendo così facilmente vittima di questo tipo di propaganda.”
Anne Marie Waters è un ottimo esempio di come sia facile portare avanti il gioco anche sul fronte delle piazze. Oganizzando “pattuglie cristiane”, picchetti e volantinaggi all’ingresso di supermercati e scuole,è riuscita a guadagnarsi una clamorosa fama per le sue prediche contro l’Islam, “male assoluto”, tanto che è stata richiamata all’ordine perfino da Paul Nuttall. il segretario dell’Ukip (succeduto a Nigel Farage), preoccupato dalla presenza di una candidata cosi imbarazante nelle file del suo pur reazionario partito.
National Action, gode invece di un certo seguito tra i millennials nella fascia dai 18 ai 25. Fondata on line nel 2013, è stata messa al bando dal dicembre 2016 per le sue manifestazioni a sostegno dell’’assassino di Jo Cox. E’ la seconda organizzazione di estrema destra a dichiarata fuorilegge nel Regno Unito dalla fine della seconda guerra mondiale dopo la British Union of Fascists.
” Un’ organizzazione razzista, antisemita che promuove una vile ideologia” Cosi ha dichiarato Amber Ruud, all’epoca segretario di Stato, per giustificare il provvedimento Nel 2017, un’inchiesta sotto copertura dell’emittente televisiva Itv, ha rivelato come l’organizzazione si sia strutturata secondo lo schema usato dalla rete clandestina jihadista salafita Al-Muhajiroun. Per fortuna, National Action vanta solo qualche centinaio di iscritti che si concentrano soprattutto nelle periferie industriali del nord del Paese. Se si escludono manifestazioni e scontri con la polizia, le sortite di N A sembrano non raggiungere ancora il grado di pericolosità che gli inquirenti paventano. Nel frattempo, si sono fatti notare anche per un flash mob in Parliament Square a Londra, quando hanno piazzato una banana tra le dita della statua di Nelson Mandela
Jim Dowson è un ex pastore calvinista. Al suo nome è legata l’attività di Britain First,altro gruppo “identitario”, noto anche per le sue “christian patrols” di ronda nei suburbs britannici. E i cui tentacoli si estendono fino alla vicina Irlanda del Nord, con legami con il gruppo paramilitare protestante Ulster Volunteers Force , tutt’ora attivo, a 21 anni dall’Accordo di Pace che sancì la fine del conflitto nordirlandese nel 1998. Dowson che il Times ha definito “l’uomo invisibile della destra britannica”, è salito agli onori delle cronache nel dicembre 2012, quando guidò un assalto alla City Hall di Belfast. Erano i gioni dei Flags Riots, i disordini scaturiti dalla decisione del consiglio comunale della capitale nordirlandese di ritirare dal pennsone del palazzo municipale, a Union Jack, simbolo permanente dell’identità britannica della città. Jim Dowson che fu arrestato e scontò alcuni mesi in carcere, si presentò a un’ udienza in tribunale indossando abiti in stile islamico. Successivamente si è unito ai Knights Templar International, gruppo di white supremacists,in odore di massoneria,attivo nel sostenere Trunp nella corsa per la presidenza nel 2016. E’ poi fuggito in Ungheria, dove gode di forti appoggi all’ombra del governo Orban.
A questa rete tutta britannica, si aggiungono le versioni locali di altre organizzazioni internazionali islamofobe. Come Pegida Uk, gemella di Patriotische Europaer Gegen die Islamisierung des Abenslandes, l’ omonima tedesca. Il programma, lo recita la stessa sigla, Unione Patriottica Europea contro l’islamizzazione dell’Occidente. E nemmeno a farlo apposta, ritroviamo tra i fondatori lo stesso Tommy Robinson. E al suo fianco, non poteva che esserci, ancora una volta, l’incontenibile, Mrs Waters, sempre alla ricerca di nuove platee . E il cerchio si chiude
foto copertina Flash mob di National Action – (foto dal sito)
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