0 2 minuti 5 anni

(Gianni Sartori)

Sul sito dell’Institut kurde de Paris di domenica scorsa (17 febbraio 2019, ore 17,30) si leggeva che oltre settecento persone (735 per la precisione) venivano poste in detenzione nel corso di un’ampia serie di retate. Ben 156 distinte operazioni – di cui però il ministero non ha fornito indicazioni precise sulle località interessate – avvenute venerdì scorso (15 febbraio, 20° anniversario della cattura-rapimento in Kenia di Abdullah Ocalan).

I dati forniti (in particolare quelli sul ritrovamento di armi) – avvisa l’Institute – andrebbero presi con beneficio d’inventario in quanto provengono da fonti ufficiali, ossia dall’agenzia Anadolu che riporta testualmente le dichiarazioni del ministero dell’Interno.

L’accusa è di essere in relazione e di aver fornito sostegno a militanti curdi.

Stando sempre a quanto riporta l’agenzia Anadolu, la polizia turca avrebbe rinvenuto e sequestrato armi da fuoco, fucili, munizioni, esplosivi. Specificando – in questo caso – che si tratterebbe di “ordigni artigianali”.

Successivamente il numero degli arrestati è stato ridimensionato a circa 500 in quanto 226 persone sono già state rilasciate e soltanto per 61 di quelli rimasti in cella l’arresto viene confermato formalmente e ufficialmente. Per altri 448 “sospetti” sono in corso procedure giudiziarie per accertamenti.

Alcuni dei fermati sono accusati di aver organizzato le manifestazioni per l’anniversario della cattura del leader curdo (rinchiuso a Imrali in totale isolamento). Inoltre avrebbero pianificato il “caos” (non meglio specificato e sempre con “beneficio d’inventario”) in vista delle elezioni regionali previste per il 31 marzo.

Gianni Sartori

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20