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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una legge di bilancio per evitare un nuovo shutdown, cioè una chiusura parziale delle attività pubbliche, e dichiarerà lo stato di emergenza nelle prossime ore per ottenere i fondi necessari per costruire il muro al confine tra Stati Uniti e Messico. È l’ultimo sviluppo di un conflitto politico tra Repubblicani e Democratici che va avanti da settimane, e che aveva già provocato il più lungo shutdown nella storia del paese, durato 35 giorni e concluso lo scorso 25 gennaio senza che Trump ottenesse quello che voleva.

La crisi politica, infatti, era nata dall’opposizione dei Democratici a concedere i 5,7 miliardi di dollari che Trump richiedeva per finanziare il muro, un’opera che aveva promesso in campagna elettorale e che considera fondamentale per il suo consenso. I Democratici, che da gennaio controllano la Camera, erano però stati categorici nel negargli i fondi. Trump aveva inizialmente dovuto accettare la sconfitta per far finire lo shutdown, ma negli scorsi giorni era tornato a chiedere i fondi e in molti temevano potesse cominciarne un altro, con le stesse conseguenze: attività statali chiuse, mancati stipendi ai dipendenti pubblici, caos nell’erogazione di molti servizi, eccetera.

Alla fine Trump ha scelto una strategia diversa: ha firmato la legge di bilancio negoziata con i Democratici, che prevede 1,375 miliardi di dollari per costruire recinzioni e barriere al confine (e quindi non per il muro che vuole Trump). I funzionari della sua amministrazione, però, hanno già fatto sapere che dichiarerà lo stato di emergenza nazionale, una misura a cui si ricorre in casi – per l’appunto – di emergenza come disastri naturali o guerre e che mette a disposizione dell’amministrazione fondi straordinari. Questa intenzione è stata confermata dalla portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders. Sommando i fondi di emergenza a quelli previsti dalla legge di bilancio, si stima che Trump avrà a disposizione 8 miliardi di dollari, più dei 5,7 che voleva inizialmente.

Ma questa decisione è stata fortemente criticata dai Democratici e anche da una parte dei Repubblicani, perché rappresenta una forzatura costituzionale: Trump destinerebbe personalmente fondi federali la cui destinazione dovrebbe, in teoria, essere approvata dal congresso. Questo principio potrebbe venire meno, per l’appunto, solo in caso di emergenza: e i Democratici sostengono che quella in corso non sia un’emergenza. Trump userà i fondi di emergenza per il muro sfruttando la tradizionale discrezionalità riservata al presidente nel loro utilizzo, dirottando fondi per programmi come la lotta al narcotraffico, l’edilizia militare o il finanziamento degli ingegneri militari, in modo da poterli usare per il muro.

È probabile, comunque, che i Democratici si oppongano allo stato di emergenza facendo causa contro la decisione di Trump, innescando un procedimento giudiziario che secondo il New York Times potrebbe arrivare alla Corte Suprema, attualmente a maggioranza conservatrice.

Sorgente: Trump dichiarerà lo stato di emergenza per costruire il muro – Il Post

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