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Il grave episodio delle manette in Aula, la pessima direzione di Fico

Esattamente 26 anni dopo il famoso cappio sventolato in aula dal leghista Leoni Orsenigo, tocca a tal Giuseppe D’Ambrosio, grillino, fare il gestaccio delle manette. Ma almeno il primo aveva di fronte un parlamento pieno di inquisiti. Questo grillino non si capisce invece che cosa volesse dimostrare, se non l’ormai conclamato stato confusionale che attanaglia il Movimento Cinquestelle da quando ha cominciato a capire che le cose non vanno più per il vero giusto.

È la botta abruzzese che ha cambiato radicalmente l’umore dei grillini. La mesta “reazione” di Di Maio – che ha capito che bisogna allearsi con non meglio identificate “liste civiche”, sai che intuizione geniale – è lì a confermare che il Capo non ha idea di cosa fare per risalire una china pericolosa. Il vicepremier è un leader che si limita a brandire oggi il no alla Tav, domani  leggi costituzionali spericolate, dopodomani card e navigator, ipotizza la trasformazione in partito pur restando movimento, non sa che pesci prendere sul caso Salvini: una mistura micidiale per qualunque politico esperto, figuriamoci per uno arrivato alla ribalta quasi per caso.

La perdita di lucidità dei grillini ha già messo in fibrillazione il governo. Ma non basta.

Il rischio è che lo stato confusionale del M5s deflagri anche sulle istituzioni, sul Parlamento. La nostra democrazia non deve certo temere un D’Ambrosio da curva sud, ma preoccupa che la terza carica dello Stato, il presidente della Camera Roberto Fico, non sappia governare l’Aula salvaguardando la dignità dei parlamentari offesi e anzi irridendoli come è avvenuto stamane. Una bruttissima pagina, figlia, parafrasando Flaiano. dell’insuccesso che ai grillini ha dato alla testa.

Sorgente: L’insuccesso gli ha dato alla testa

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