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L’analisi costi-benefici sul Tav, dopo settimane di attese e polemiche, è stata consegnata agli esponenti del governo e pubblicata online. Ma, anche alla luce del dossier negativo del ministro dei Trasporti, le posizioni dei soci di governo non cambiano. In mattinata c’è stato un vertice lampo a Palazzo Chigi: Luigi Di Maio non si è nemmeno […]

L’analisi costi-benefici sul Tav, dopo settimane di attese e polemiche, è stata consegnata agli esponenti del governo e pubblicata online. Ma, anche alla luce del dossier negativo del ministro dei Trasporti, le posizioni dei soci di governo non cambiano. In mattinata c’è stato un vertice lampo a Palazzo Chigi: Luigi Di Maio non si è nemmeno presentato, mentre Matteo Salvini ha detto di non aver ancora letto il documento. Per tutto il resto della giornata è continuato lo scontro tra il fronte dei pro e quello dei contrari. Sul tema è intervenuto a distanza anche il premier Giuseppe Conte. Parlando di fronte alla plenaria del Parlamento Ue, ha giustificato la decisione di prendere ancora tempo per studiare l’impatto della grande opera: “La Tav è vero che è un progetto già varato e di interesse europeo, è vero”, ha detto rispondendo a una domanda del conservatore Manfred Weber. “Ma il governo ha ritenuto che è corretto nei confronti dei cittadini, tanto più se le valutazioni che giustificano quell’opera risalgono a 25 anni fa, di riaggiornare tali valutazioni. E allora abbiamo deciso di procedere con un’analisi costi-benefici”. Alla fine della giornata, quello che è chiaro è che l’alta velocità Italia-Francia rischia di essere il nodo su cui il governo può davvero spaccarsi.

Il documento è destinato a provocare numerose polemiche. Il 13 febbraio il presidente della commissione incaricata dal governo di stilare l’analisi, Marco Ponti, sarà audito alla Camera. Intanto uno dei sei professore, Pierluigi Coppola, dopo essersi rifiutato di firmare il documento insieme agli altri cinque colleghi, ha deciso di consegnare una nota con ulteriori elementi di valutazione al ministero.

Oggi per i 5 stelle si è esposto naturalmente il ministro Danilo Toninelli: “I numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi“. Dal Carroccio intanto sono arrivati segnali di chiusura totale: “Su diverse modalità di attuazione della Tav” si “può ragionare” mentre “non realizzarla non la ritengo un’ipotesi percorribile”, ha detto il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, ospite di SkyTg24. “E’ un’analisi tecnica come altre, non è il vangelo. Prima di mandare a monte la Tav ci penserei bene”. Uno spazio di manovra esiste, anche se limitato: “Ci sono argomenti su cui potremmo discutere e discuteremo attorno a un tavolo: troveremo una sintesi di buonsenso”, ha aggiunto il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri. Che ha anche definito “un po’ fuori luogo”, in chiave di politica ambientale, valutare come costi i mancati incassi da accise e pedaggi. Ad ogni modo, sottolinea, “è la politica a fare le scelte strategiche e di contesto. Sarebbe un peccato perdere un’occasione così importante”.

Critiche anche dal Comité Transalpine Lyon-Turin, secondo cui l’analisi costi-benefici sulla Tav è “straordinariamente di parte”: “Minimizzando i benefici ambientali colossali, si iscrive nella colonna dei costi il mancato introito che rappresenterebbe per lo Stato italiano una diminuzione importante delle tasse sul carburante e dei pedaggi autostradali. Per sintetizzare meno ci saranno mezzi pesanti e auto sulle Alpi, più il rapporto costi-benefici sarà negativo. Un ragionamento che pesa almeno quanto il Co2” che rappresenta. Per il commissario straordinario per la Tav Paolo Foietta, “lo studio in questo momento da farsa corre il rischio di trasformarsi in truffa. Certo, devo leggere ed esaminare ancora bene le carte, ma ci sono oggettivi elementi di debolezza: costi gonfiati, benefici sottodimensionati e le accise come elemento centrale”. A distanza gli ha replicato Marco Ponti, capo della commissione per l’analisi costi-benefici del Tav: “Il commissario Foietta è pagato, perde lo stipendio, è umano. Ed è comprensibile che sia molto nervoso”. Foietta, ha continuato Ponti, “non è un economista e non fa questo tipo di analisi costi-benefici. Ma qualche cautela in più da una persona che è in palese conflitto di interessi la userei”. Il professore ha anche detto: “L’ordine di grandezza dei costi e delle previsioni del traffico della Tav Torino-Lione “li conoscevo ben prima di fare questa analisi, come li conoscevano tutti. E io non ero, come non lo era nessuno dei miei collaboratori, un No Tav ideologico, ero un No Tav vedendo i costi e il traffico“.

Vertice lampo senza Di Maio – Dopo il forfait di ieri notte, il premier Giuseppe Conte ha convocato un vertice lampo a Palazzo Chigi con al centro il dossier sul Tav e il caso Venezuela. Presenti il vicepremier Matteo Salvini, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente il vicepremier Luigi Di Maio, rimasto al Mise. Un’assenza fondamentale quella del leader del M5s che ha avuto l’effetto di boicottare il summit di Palazzo Chigi, Dove infatti – secondo fonti qualificate – non si è parlato della linea dell’alta velocità. Arrivando alla riunione il ministro dell’Interno ha detto ai cronisti: “Non ho ancora letto il dossier“. Dal vertice è arrivata solo una decisione sul Venezuela: M5s e Lega impegnano il governo “a sostenere gli sforzi diplomatici anche attraverso la partecipazione a fori multilaterali, al fine di procedere, nei tempi più rapidi, alla convocazione di nuove elezioni presidenziali che siano libere credibili e in conformità con l’ordinamento costituzionale”.

Toninelli: “Numeri negativi e impietosi” –  Ovviamente, però, la notizia del giorno è la pubblicazione dell’analisi costi benefici. “Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell’opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento”, dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “Una cifra che – continua il ministro– scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più ‘realistico’ di crescita dell’economia, dei traffici e di cambio modale. Secondo il soggetto proponente, grazie alla nuova linea i flussi di merci su ferro dovrebbero moltiplicarsi magicamente di ben 25 volte da qui al 2059. In realtà, i numeri ci dicono che dovremmo spendere oltre 5 miliardi di fondi pubblici per spostare dalla strada alla ferrovia, se va bene, 2mila o 3mila tir al giorno, quando sulla Tangenziale di Torino, per dare un termine di paragone, passano quotidianamente 60mila mezzi pesanti. Voglio ribadirlo: Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese”. Il ministro del M5s ricorda dunque alla Lega che “nel Contratto di Governo abbiamo scritto che bisogna ‘ridiscutere integralmente’, e sottolineo ‘integralmente’, il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia.  La decisione finale, come è naturale che sia, spetta ora al Governo stesso nella sua piena collegialità”.

Cosa c’è nell’Analisi –  Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in esclusiva con uno speciale i contenuti del dossier (leggi) . L’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione commissionata dal governo parla nel migliore dei casi di un effetto negativo (sbilancio tra costi-benefici) di 5,7 miliardi; nel peggiore di 8 miliardi; in quello “realistico” si arriva a 7 miliardi. Oggi il dossier sarà accessibile a tutti: la “relazione verrà pubblicata sul sito” del Mit, ha annunciato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, spiegando che già ieri è stata consegnata ai vicepremier Di Maio e Salvini. “Finalmente, potrà partire un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri”, sottolineava Toninelli. E si potrà capire “quanto ci costa, quanti sono i benefici. E non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici”. “Sulla Tav c’è bisogno di finire quello che abbiamo cominciato –  aveva detto ieri il leader del Carroccio – certo non perché ce lo dicono i francesi, ma perché serve agli italiani“.

Sorgente: Tav, vertice a Chigi senza Di Maio. Lega: ‘Analisi non vangelo’. Conte: ‘Progetto già varato, ma valutazioni di 25 anni fa’ – Il Fatto Quotidiano

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