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Ormai i casalesi dominano anche nel Veneto. Lo evidenzia l’ennesimo colpo alla camorra realizzato da Guardia e Finanza e Polizia che se da un lato darebbe motivo di soddisfazione molto più concretamente evidenzia di come le organizzazioni mafiose siano così pervasive.

Nel ricco Veneto pensavano di essere coperti da una sorta di immunità nei confronti delle grandi organizzazione malavitose.
Pensavano che la mala del Brenta fosse bastata, che oltre non si sarebbe andati.
Ed invece il susseguirsi di episodi, le crisi economica e finanziaria adesso rendono evidente quello che giustizia e forze dell’ordine dicono da anni.
Il campanello dall’allarme è suonato anche grazie ad una maggiore consapevolezza della società civile che proprio quest’anno grazie alla denuncia di Libera, grazie a don Luigi Ciotti, il prossimo 21 Marzo, giornata nazionale dedicata alla Memoria delle vittime delle Mafie, che percorreranno le strade del centro Verona per rammentare il dovere a vigilare, a stare dalla parte giusta.
Ed appunto i motivi di preoccupazione sono tanti come lo evidenzia la grande operazione di queste ore contro il clan dei casalesi coordinata dalla Dda di Venezia

Sono scattate ben 50 misure cautelari e 11 provvedimenti di obbligo di dimora.
Sequestrati, al momento, beni per 10 milioni. Gli arresti sarebbero stati eseguiti a Venezia, Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località del Paese.
I destinatari dei provvedimenti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e altri gravi reati.
Allarmata la dichiarazione procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho che commentando l’operazione delle forze dell’ordine ha confermato che i clan camorristici di Casal di Principe stanno dominando una realtà che poteva sembrarne immune. E quello di oggi è secondo colpo alla mafia infiltrata al Nord nel giro di una settimana. Sette giorni fa il Ros avevano toccato la ‘Ndrangheta, arrestando 7 persone legate alla famiglia Multari, grazie a un’inchiesta iniziata nel 2017 dalla Dda di Venezia.

Questa volta però emerge che i casalesi hanno coinvolto anche le istituzioni. Risulta infatti fra gli arrestati il sindaco di centrodestra di Eraclea (località in provincia di Venezia), Mirco Mestre e un agente del commissariato di Jesolo, Moreno Pasqual. Mestre, che è avvocato, era stato eletto primo cittadino nel maggio 2016, con una lista civica di centrodestra: sarebbe lui il primo sindaco sindaco coinvolto in un’operazione antimafia in Veneto. Sarebbe sotto inchiesta per il reato di scambio politico-elettorale riferito all’elezione nel 2016 vinta per soli 81 voti di scarto sul rivale, grazie a gli oltre 100 voti che gli sarebbero stati procurati dal gruppo camorristico al quali si sarebbe rivolto per sollecitare il sostegno

Il primo cittadino avrebbe indicato i candidati della propria lista su cui convogliare le preferenze, per poi contraccambiare il favore verso istanze amministrative presentate da società controllate dagli uomini del clan. Il poliziotto, invece, sarebbe accusato di aver fornito informazioni riservate ai malavitosi su indagini nei loro confronti.

Lo avrebbe fatti accedendo illecitamente alle banche dati di polizia. Non solo pare che avrebbe anche garantito protezione e supporto in seguito a controlli da parte di altre forze dell’ordine.

Fra gli interessati dai provvedimenti stimati professionisti che ormai rappresentano la nuova manovalanza di quelle mafie che oggi appaiono sempre più attente a non alzare polvere e non spargere troppo sangue.

LUCA SOLDI

Sorgente: Radio Cora – IL CLAN DEI CASALESI ALLA CONQUISTA DEL VENETO

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