Allevatori all’attacco dopo il mancato confronto a Roma: “Le aziende disertano, dopo aver fatto una proposta miserabile”
Una protesta degli allevatori sulla 131 (Foto L’Unione Sarda)
“Il comportamento degli industriali è inqualificabile”.
Inizia così il comunicato diffuso dai pastori all’indomani del tavolo di trattativa a Roma al ministero delle Politiche agricole. Un tavolo cui gli industriali si sono “presentati” solo tramite delega, circostanza definita dagli allevatori “uno sgarbo”.
“In una situazione di emergenza economica e sociale in cui le aziende di ovini stanno mettendo a rischio non solo il reddito di quest’anno, ma anche il loro capitale di bestiame per colpe legate alla mancata programmazione da parte dei trasformatori e in particolare degli industriali che sono responsabili del 60 % della sovrapproduzione di Pecorino Romano – prosegue la nota diffusa dai pastori – gli stessi industriali si permettono di non partecipare al tavolo dopo aver fatto una proposta che prevedeva un miserabile aumento dell’acconto a 72 centesimi senza alcuna garanzia di una griglia che porti il prezzo rapidamente ad almeno un euro come approvato da più di mille allevatori nell’incontro di Tramatza”.
Ancora, proseguono i pastori, “ci siamo seduti al tavolo portando una proposta ragionevole che si articolava su due punti. Un ‘punto A’ riferito esclusivamente alla campagna in corso; un punto B riferito alla programmazione delle campagne future. Il tutto prevedeva un percorso da concordare con gli industriali per legare il prezzo del latte al prezzo del Pecorino Romano considerando che a seguito degli interventi del Ministero degli Interni e dell’Agricoltura, della Regione Sardegna e del Banco di Sardegna sono attesi forti incrementi delle quotazioni nei prossimi mesi”.
Ma sottolinea la nota degli allevatori, “non l’abbiamo neppure potuta discutere perché gli industriali non si sono presentati. Questo atteggiamento dilatorio non danneggia solo i pastori ma tutta la filiera perché di fatto rallenta l’avvio delle misure di sostegno del comparto. Dunque oltre al danno della mancata programmazione dell’anno scorso gli industriali perseverano a provocare danni all’economia della Sardegna”.
Ciò nonostante, i pastori precisano: “siamo ancora disponibili a presentarci al tavolo che sarà convocato dal Prefetto di Sassari speriamo il prima possibile, per ripresentare la nostra piattaforma”. Ma, aggiungono, “se gli industriali dovessero continuare a snobbare i tavoli di confronto, ci troveremo costretti a chiedere l’annullamento dei contratti in essere per la palese violazione dell Art. 62 , comma 2 del D.L. n. 1 /2012 che vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi compresi , prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.
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