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La docente della Sapienza accostò il ministro al nazismo per le sue frasi sulla sostituzione etnica. «Vittoria della democrazia e del libero confronto», esulta ora

Il giudice monocratico di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Donatella Di Cesare, la docente di filosofia alla Sapienza di Roma querelata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida con l’accusa di diffamazione. Nel corso di un dibattito televisivo a DiMartedì, su La7, commentando le parole di Lollobrigida sulla ‘sostituzione etnica’, Di Cesare accostò il ministro al neonazismo, osservando che il suo «non può essere preso per uno scivolone perché ha parlato da Gauleiter, da governatore neohitleriano». E questo perché, ragionò la filosofa, «il nazismo è stato un progetto di rimodellamento etnico del popolo e il mito complottistico della sostituzione etnica è nelle pagine del Mein Kampf di Hitler» Il giudice ha stabilito il non luogo a procedere in quanto il fatto non costituisce reato. «NON LUOGO A PROCEDERE. Grande vittoria della democrazia e del confronto libero. Le voci critiche devono essere rispettate», esulta la filosofa su X, condividendo una foto in cui compare al fianco di un’altra persona che tiene in bella vista una bandiera dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani.

 

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