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La Campagna per l’obiezione preventiva alla mini-naja – con ogni probabilità – in arrivo (per decisione governativa), che è obiezione alle guerre e al servizio militare che prepara e combatte le guerre, ha un bisogno vitale del contributo dei lavoratori  che costituiscono il pilastro della comunità scolastica.

La parte del corpo insegnante più sensibile all’istanza pacifista potrebbe infatti essere un tramite fondamentale per coinvolgere attivamente gli studenti nella riflessione che precede la scelta: “Se la Patria – attraverso il governo in carica – mi chiamerà per verificare, con visite e test appositi, la mia reclutabilità nell’esercito cosa risponderò?

È difficile, con l’aria che tira, avere incertezze sulla tempestività dell’iniziativa. Il vento della militarizzazione, della corsa al riarmo, della intensificazione delle guerre e dello scoppio di nuove guerre si sta levando fortissimo e non c’è dubbio che nel prossimo periodo avremo da fronteggiare una vera e propria bufera. Fa parte di questo vento la decisione del governo tedesco, con il ministro Pistorius, di voler prendere a modello la mini-naja svedese, ed è quindi quasi certo che il governo italiano seguirà a ruota.

Per ergere un primo riparo alla retorica del “nemico alle porte cui bisogna sbarrare la strada” è utile tutto il lavoro di esame critico che porta a ridimensionare la presunta minaccia, ma anche la diffusione di conoscenze sulle possibilità di eventuale difesa che la disobbedienza popolare organizzata può offrire.

Domanda. Le realtà pacifiste portatrici della proposta della difesa popolare nonviolenta possono essere equiparate alle strutture militari se si cerca di mettere gli studenti a confronto con la loro visione e la loro esperienza?

Un loro intervento nella vita scolastica potrebbe essere considerato una violazione della Costituzione, una azione propagandistica di indottrinamento lesiva del pluralismo culturale e della libera e rispettosa discussione delle idee?

La scuola non deve diventare terreno di reclutamento di personale in divisa per i militari. Ma dovrebbe forse esserlo, in modo analogo e speculare, per gli antimilitaristi?

Per realizzare l’unità pacifista delle forze, cioè la cooperazione e la collaborazione sul concreto, il cuore della campagna che proponiamo è la dichiarazione di impegno a Mattarella delle giovani e dei giovani: “Sono un obiettore alle guerre! Non mi arruolo nell’esercito! Sono pronto a servire la Patria con la difesa alternativa, sperimentando i corpi civili di pace!” 

Tutte le nostre argomentazioni che portano alla dichiarazione non escludono affatto cento altri possibili approcci alla scelta di voler essere inseriti nell’albo degli obiettori.

Per l’adesione ogni soggetto collettivo interpellato si concentri sulla dichiarazione. Per i contributi alle motivazioni e per la modalità migliore per fare conoscere la DPN (senza che, appunto, questo appaia un reclutamento all'”esercito alternativo”) invece rifacciamoci al vecchio motto: “Che cento scuole rivaleggino”…

invito a partecipare all’incontro online di mercoledì 3 aprile 2024 – (4 aprile – 75esimo anniversario della N.A.T.O.) ore 18:00 – 20:00 Si chiede in particolare l’adesione all’appello “Signor presidente, le scrivo la presente, etc.

link: https://us06web.zoom.us/j/87250293962?pwd=wRIflrlrBA6X7GWsmvoUgbFjmENxOb.1

Qui di seguito due testi.

“Per una campagna di impegno pubblico: obiezione al servizio militare e alle guerre per costruire una difesa alternativa”

Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti – del Coorfinamento politico Campagna OSM-DPN (Lega obiettori di coscienza, sede in via Pichi,1 – Milano)

(dopo aver consultato Tonino Drago, già presidente del Comitato DCNANV)

Milano – 25 marzo 2024 (ultima proposta, versione 3 

Come secondo testo, un articolo di Alfonso Navarra che può completare molte nozioni utilizzate è l’anticipazione allegata che uscirà su QUADERNI DELLA DECRESCITA il primo maggio 2024.

Titolo: “La nonviolenza è la forza delle relazioni autentiche”. 

Il link alla rivista online diretta da Paolo Cacciari e Marco Deriu : https://quadernidelladecrescita.it/

Stiamo riprendendo un’idea che a suo tempo fu lanciata dalla Campagna OSM-DPN (Obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta).

Un assenso di massima dei promotori per la ripresa, su basi revisionate e aggiornate, della loro iniziativa, lo abbiamo già ottenuto.

Un facsimile di lettera andrà concepito meglio e redatto in modo più accurato rispetto alla versione sotto presentata; ed è forse utile che esso sia articolato in una prima parte generale e una parte più personale.

La parte generale potrebbe essere così presentata e illustrata:

Signor Presidente, le scrivo la presente per dichiararmi obiettore di tutte le guerre e della preparazione delle guerre mediante il servizio militare nello strumento militare italiano. L’ingabbiamento delle nostre forze armate nelle attuali strategie NATO non consente di attuare il “ripudio della guerra” stabilito nell’articolo 11 della nostra Costituzione. Tanto più che condivido pienamente l’opinione dell’antimilitarismo nonviolento, ribadita autorevolmente anche da Papa Francesco: “Oggi non esistono guerre giuste”. L’aria che tira è quella di un ripristino di forme di mini-naja. In relazione a questa eventualità comunico da subito che, qualora dovessi ricevere la chiamata a presentarmi presso un ufficio militare preposto all’arruolamento, la mia risposta sarà un bel “Signornò!” antimilitarista. Non mi presenterò alla visita militare che dovrà verificare la mia idoneità. Mi avvarrò del diritto universale umano di chiedere, per obbedienza alla coscienza, di adempiere agli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile orientato alla difesa nonviolenta e quindi rispondente come il servizio armato al dovere costituzionale di difesa della Patria. Ritengo doveroso da parte dello Stato organizzare la mia formazione ed il mio inquadramento dentro un Corpo civile di pace, possibilmente europeo per attuare l’impegno istituzionale dell’ONU alla sicurezza comune dell’Umanità. Tenendo presente che presso l’Ufficio Nazionale Servizio Civile esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza, chiedo che Ella rammenti al Ministro Crosetto che deve aggiornare tale elenco con il mio nome e che deve rendere pubblico tale elenco generale, essendo l’obiezione alla guerra un atto pubblico“.

Per lanciare la campagna dovremo individuare una serie di organizzazioni pacifiste promotrici: chiaramente tra quelle che ritengono prioritario non supportare le guerre in Ucraina e nel Medio Oriente con aiuti e interventi militari; ed un gruppo di avvocati che facciano da retroterra e supporto giuridico, anche promuovendo le azioni legali necessarie.

Nostra responsabilità di Disarmisti esigenti & partners però non sarà di fare da semplice sponda a un rifiuto emotivo ed individualistico della guerra, da “pacifismo strumentale” (pur sempre preferibile rispetto al militarismo e al nazionalismo ideologici); ma di promuovere la consapevolezza che esiste una alternativa nel modo stesso di concepire la “forza”, e quindi la risposta ai bisogni collettivi e comunitari di difesa e di sicurezza.

Dobbiamo essere in grado di proporre in modo convincente, un modo alternativo di difendersi, un’altra difesa possibile, basata sulla forza della cooperazione (il “potere con”), non sulla capacità organizzata di distruzione (il “potere su”). La difesa da un’aggressione armata andrebbe attuata da un intero popolo unito, se è libero e cooperante, con i mezzi umani e costruttivi della difesa popolare nonviolenta, che è già in sé stessa la vittoria sulla barbarie dell’avversario violento. La difesa popolare nonviolenta, DPN, non è un’utopia, ma una storia documentata di successi, ignorata dalla cinica politica di potenza e non di umanità. La DPN deve essere preparata nella società, nell’educazione, nella politica, fino a sostituire la difesa militare, gli eserciti, l’insania degli armamenti, la follia della deterrenza nucleare. La DPN è azione diffusa dalla base, possibile a tutti, anche ai corpi fisicamente deboli, non è prerogativa dei maschi “virili” (o di donne che vogliono essere riconosciute per “virtù virili”), usa mille tecniche, e richiede più coraggio e onore della difesa militare. E soprattutto richiede cervello sociale e coesione sociale al posto dei muscoli, anche dei muscoli tecnologici. Esige cioè la capacità intelligente che ha consentito alla specie umana di diventare predominante su questo pianeta. L’intelligenza ragionevole ora deve farsi egemonia, non dominio, con prudenza e discernimento, per trovare le vie della pace globale con la Natura come condizione della pace universale “giusta” tra i gruppi umani.

Sorgente: obiezione alle guerre e alla mininaja :: disarmistiobiettori

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