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A Mosca una tragedia come quella al centro concerti Crocus Hall non la vivevano da anni: 133 i morti. I presunti terroristi dell’attacco sono stati catturati ma diversi punti della vicenda restano oscuri. La strage è stata rivendicata dallo Stato Islamico del Khorasan che, è bene sottolinearlo, al momento non esiste praticamente come organizzazione (esiste solo una certa comunità di bande tribali). E anche sulla pista “tagica”: il Partito della Rinascita Islamica del Tagikistan è sempre stato il sostegno politico del leader stesso dell’ISIS, il tagiko Khalimov. È stato dichiarato organizzazione terroristica in patria e, dall’inizio degli anni 2000, sapete dove si trova il suo quartier generale? Londra.

La strage di Mosca e l’Isis

Francesco Dall’Aglio*

Il canale vicino all’innominabile organizzazione terroristica continua a diffondere materiale a rate, ogni volta alzando il tiro. Prima una schermata, poi una foto, dopo un filmato piuttosto orribile, nel quale compaiono alcune modalità tipiche del terrorismo jihadista.

E se questo, da un lato, allontana i sospetti dall’Ucraina, dall’altro va a smentire la versione data dalle stesse autorità ucraine, che non hanno mai parlato di terrorismo jihadista ma di atto terroristico organizzato dalla stessa Russia.

E resta sempre il nodo della destinazione dei suddetti terroristi dopo l’attacco, che si è tentato di far passare (come riportava anche Repubblica, ne avevo scritto nel post precedente) per la Bielorussia nonostante la località in cui sono stati intercettati è sulla strada che porta al confine ucraino e non a quello bielorusso – addirittura Meduza si è impegnata a geolocalizzare la località dell’arresto e ha dovuto concludere che in effetti la direzione pareva quella verso l’Ucraina e non la Bielorussia.

Cose che però non tornano nemmeno nelle ‘confessioni’, chiamiamole così, dei terroristi arrestati:

1 – 500.000 rubli sono pochissimi soldi (e infatti ci sono contraddizioni, prima 500.000, poi “qualche milione”).

2 – hanno chiaramente ricevuto addestramento militare, si tratterebbe di capire se legalmente o illegalmente (nel senso, come militari o come terroristi). I loro profili non sembrano essere né di veterani né di radicalizzati.

3 – hanno organizzato tutto loro, piano, armi, auto, via di fuga? O gli è stato fornito e loro hanno messo solo la manodopera? Si aspettavano che qualcuno li prelevasse al confine? E chi? Sempre l’organizzazione che ha rivendicato? Oppure hanno preso la macchina e sono partiti per Dio sa dove?

4 – nella foto diffusa tre su quattro hanno gli stessi vestiti utilizzati durante l’attacco e la fuga. Quindi è stata scattata poco prima dell’azione, non in una base jihadista (del resto la bandiera è attaccata al muro col nastro isolante). Dove? Nell’ostello a nord di Mosca dove vivevano? Perché è stata diffusa con i volti sfumati?

Insomma, non si sa niente.

Sorgente: La strage di Mosca e l’Isis. Le cose che ancora non tornano – Kulturjam

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