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Piero Orteca

Fino a che punto sono vere le accuse di collusioni ‘terroristiche’ di organizzazioni umanitarie Onu con Hamas, avanzate dagli israeliani? Se lo è chiesto mezzo pianeta, perché l’agenzia dell’Onu sfama milioni di palestinesi e tagliarne i fondi può significare strage. E un documento dell’intelligence Usa critica la base delle accuse israeliane.
Intanto la situazione degli aiuti a Gaza è quasi al collasso. Nel nord della Striscia le consegne di aiuti sono bloccate e al sud ne arrivano sempre meno, anche a causa degli attacchi israeliani sui poliziotti che dovrebbero proteggere i camion

‘Onu complice di Hamas’ per colpire i profughi alla fame

Documento dei Servizi di Intelligence americani, reso noto ieri sera dal Guardian che, aprendo la sua edizione on-line, titola: «L’Intelligence statunitense ha scarsa fiducia in alcune delle affermazioni israeliane sull’UNRWA». Le accuse di Israele, secondo le quali «alcuni membri del personale dell’agenzia umanitaria dell’Onu, avrebbero partecipato all’attacco di Hamas del 7 ottobre». Non solo sostenitori di Hamas ma addirittura partecipi dell’azione armata. Troppo anche per le analisi dello spionaggio Usa decisamente amico. «Alcune delle accuse sono credibili, ma le affermazioni di legami più ampi con gruppi militanti non possono essere verificate in modo indipendente». Insomma, per dirlo chiaramente, mancano le prove.

E qui viene citato il Wall Street Journal, il primo organo di stampa a dare notizia del rapporto dei Servizi segreti americani sull’UNRWA, secondo cui Israele non si è sognato di condividere nemmeno con gli Stati Uniti, sollevando più di un sospetto.

Tutto segreto a nascondere cosa?

Il giornale finanziario Usa sostiene che «sebbene l’UNRWA si coordini con Hamas, per fornire aiuti e operare nella regione, mancano prove per suggerire che abbia collaborato con la fazione armata». Necessario ricordare che l’Hamas politica governava la Striscia dopo essere state eletta nel ruolo dei suoi cittadini. Diversa è la questione per i 12 dipendenti UNRWA direttamente accusati di ‘complicità nell’assalto’. ‘Complicità’ perché sapevano o perché hanno fatto? Anche in questo caso mancano le prove, anche se «in linea teorica le accuse sono credibili ma non si può confermare in modo indipendente la loro veridicità».

Teorema delle complicità palestinesi

Resta il fatto che l’Agenzia ha circa 30 mila dipendenti, di cui circa 12 mila operano nella sola Gaza. Estendere un teorema di complicità assoluta a tutta l’organizzazione, partendo da qualche decina di individui, sembra quantomeno azzardato. Oltre che umanamente devastante per milioni di palestinesi, privati da un giorno all’altro, dei beni più elementari per il soddisfacimento dei bisogni primari. Naturalmente, sembra inutile ricordarlo, i primi a tagliare gli aiuti all’UNRWA sono stati proprio gli americani. Seguiti immediatamente dopo da un pugno di ‘fedeli alleati’.

Pregiudizio israeliano verso l’Onu

L’analisi del Guardian si sofferma poi su un aspetto particolare, che emerge dal rapporto: il pregiudizio israeliano negativo nei confronti dell’agenzia dell’Onu, che opera a favore dei rifugiati palestinesi. «Il rapporto – scrive il Guardian – rivela l’antipatia di Israele nei confronti dell’UNRWA. C’è una sezione specifica che menziona come i pregiudizi israeliani servano a caratterizzare in modo errato gran parte delle loro valutazioni e afferma che ciò ha provocato distorsioni». La guerra contro quella specifica agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, da parte dello Stato ebraico, è vecchia. Ed è di principio.

Il titolo di ‘profughi’ ai palestinesi

Accettare che ci sia una organizzazione, ritagliata a misura dei profughi costretti a lasciare le loro terre, può essere politicamente pericoloso per Israele. Significa, secondo qualcuno, accettare implicitamente la spada di Damocle della «legge del ritorno». La possibilità del tutto teorica che i palestinesi tornino a reinsediarsi nei luoghi che hanno dovuto abbandonare dopo il 1948.

National Intelligence Council

l rapporto sulle accuse israeliane all’UNRWA è stato realizzato dal National Intelligence Council (NIC), un organismo istituito nel 1979, che lavora col Congresso e con le Amministrazioni presidenziali. Il NIC comprende ‘analisti senior’ di Intelligence, veterani ed esperti di chiara fama. Appare quindi incomprensibile e, in un certo senso, dà forse la misura di quanto caotica e zigzagante sia la politica estera Usa in questo momento, la presa di posizione assunta dal Segretario di Stato, Antony Blinken, subito dopo le denunce del governo di Tel Aviv contro l’UNRWA.

Blinken acritico sulla scia di Tel Aviv

In quell’occasione, anziché attendere (come era lecito e logico) i rapporti dei propri servizi di Intelligence, Blinken sposò immediatamente la tesi di Netanyahu, dichiarando che «le accuse contro l’UNRWA erano altamente, altamente credibili».

E aprendo così la strada a una raffica di tagli, agli stanziamenti di fondi verso l’organizzazione, capace di rivelarsi una vera e propria condanna a morte per centinaia di migliaia di civili palestinesi. Donne, bambini e anziani, a stento riusciti a sopravvivere a quelle stesse bombe che, quotidianamente, Biden e lo stesso Blinken, provvedono a fare arrivare negli arsenali di Israele.

La situazione degli aiuti a Gaza è quasi al collasso

Nel nord della Striscia le consegne di aiuti sono bloccate e al sud ne arrivano sempre meno, anche a causa degli attacchi israeliani sui poliziotti che dovrebbero proteggere i camion

Negli ultimi giorni le consegne di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, tanto al nord quanto al sud, si sono quasi fermate, e questo sta aumentando la disperazione e i casi di malnutrizione tra la popolazione civile. Il motivo è che è diventato impossibile mantenere l’ordine: i camion con gli aiuti non riescono a raggiungere le loro destinazioni perché sono assaltati da bande armate o più banalmente da persone affamate e disperate.
Secondo vari funzionari internazionali che si occupano degli aiuti umanitari, questo avviene perché nelle ultime settimane l’esercito israeliano ha bombardato le postazioni della polizia di Gaza che dovrebbe proteggere i convogli umanitari, provocandone il ritiro. Senza nessuno che protegga i camion, la consegna degli aiuti è quasi impossibile. Israele nega le accuse e sostiene che i poliziotti colpiti facessero parte di Hamas.

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