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Il Piano Mattei per l’Africa, presentato in pompa magna da Giorgia Meloni, quarantotto ore dopo appare come il mitico “scioglipancia” di Vanna Marchi.

Il grande pacco: il Piano Mattei di Meloni

A quarantott’ore dalla presentazione in pompa magna del cosiddetto Piano Mattei per l’Africa ad opera di una Giorgia Meloni in versione “leader panafricano” abbiamo già saputo che i 5,5 miliardi declamati dalla presidente del Consiglio semplicemente non esistono. O almeno non nella forma e sostanza che è stata raccontata.

E gli analisti politici e gli ambienti diplomatici hanno già fatto sapere che la proposta italiana non piò che fare il solletico alla penetrazione russa e cinese nel continente africano, che viaggia su altri ritmi e altri binari.

Ma l’entusiasmo con cui i media hanno accompagnato questa sorta di televendita è memorabile. D’altronde la premier sta svolgendo ottimamente la funzione di PR di un governo che eccelle nella gestione degli uffici stampa per conquistarsi continuamente le prime pagine dei giornali.

Citiamo l’intro dell’editoriale di Ottolina Tv, il cosiddetto “Pippone del Marrucci”. che riassume perfettamente il quadro:

“Patto con l’Africa titolava a 6 colonne il Giorna(na)le martedì: -Storico incontro con 25 leader, VIA AL PIANO MATTEI- ma non pensate male. Non è il remake di Faccetta Nera: la Giorgiona nazionale ha preso atto che il mondo è cambiato e s’è riscoperta un po’ il Thomas Sankara de noantri e promette -un nuovo modello di sviluppo dell’Africa-; -Una nuova pagina nelle nostre relazioni- sottolinea enfaticamente la nostra MadreCristiana – basata su una cooperazione strutturale, da pari a pari, lontana da quell’approccio predatorio che per troppo tempo ha caratterizzato le relazioni con l’Africa e che troppo spesso ha impedito all’Africa di crescere e prosperare come avrebbe potuto-.

Ha fatto più la Meloni -che gli altri in 100 anni- esulta il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari rilancia: -Meloni ha appena ribaltato 200 anni di storia europea-. -E’ l’inizio di una nuova stagione- conclude la Giorgiona nazionale, una svolta epocale  -che dobbiamo e possiamo fare insieme-.

Un copione hollywoodiano impeccabile, col supervillain che, dopo averne combinate più di Pinocchio, alla fine si ravvede e pieno di compassione tende la mano alla sua vittima in mondovisione; ma il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Ed ecco così che quando meno te lo aspetti – sempre ancora in pieno stile hollywoodiano – arriva l’evento inatteso che squarcia la superficie patinata, la variabile che era stata trascurata e che ribalta in un colpo solo tutta la narrazione.

A questo giro, questa variabile si chiama Moussa Faki, il presidente dell’Unione Africana e una vecchia conoscenza di Giorgia: 2 mesi fa, due giornalisti russi le avevano fatto uno scherzetto e spacciandosi per Faki l’avevano tenuta mezz’ora al telefono. – Questa volta è quello vero- ha dichiarato scherzando Giorgiona; forse erano meglio i comici russi. -Sul piano Mattei- ha scandito infatti Faki durante il suo intervento -avremmo auspicato di essere consultati-; e meno male era l’alba di una nuova era all’insegna del dialogo e del rapporto tra pari: Giorgiona del piano Mattei ha parlato di più con due comici russi che con il presidente dell’Unione Africana. Cosa mai potrebbe andare storto?

Sorgente: Il grande pacco: il Piano Mattei di Meloni come lo “scioglipancia” di Vanna Marchi – Kulturjam

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