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Il 23 febbraio sarà scosso da altre 24 ore di conflitto politico, sociale, culturale.
Si aggiungono a oltre quattro mesi di lotta quotidiana del movimento che segue lo straripare palestinese del 7 ottobre e vuole la liberazione totale della Palestina.
Il 23 febbraio sarà scioperi, manifestazioni, mobilitazioni. Sarà la promessa mantenuta del corteo di Bologna del 18 novembre, nell’alluvione di passi e grida: «bloccheremo tutto».
Per Gaza, per fermare il genocidio coloniale, per sostenere la prima rivoluzione di questo secolo, la thawra ( ثورة ) palestinese.
Per le nostre vite che non sono più degne di essere definite tali, schiacciate dalla demenza sanguinaria del profitto, della guerra e dei predatori che ne hanno fatto religione.
Chi non si mette in gioco è complice dell’assassinio di ogni palestinese commesso dall’occidente sionista, ogni giorno, ogni istante. È connivente con ogni sopruso compiuto sulla “razza dei senza nulla” che affolla ogni nostra strada. Ha la stessa faccia indimenticabile del nemico, non gli basterà coprirla con mani di paura. Tratto per tratto, ruga per ruga, piega per piega resterà negli occhi che sanno ricordare.
Bisogna agire. La parola “solidarietà”, nella cosiddetta “Europa”, non significa niente più che un sospiro e una goccia d’acqua trattenuta sotto le palpebre. Quando invece occorrono vento e diluvio.
Per i palestinesi e per noi, blocchiamo la Sardegna e la verminosa campagna elettorale.
Blocchiamo lo stato italiano che compartecipa allo sterminio e lo rivendica.
Blocchiamo tutto.

Filippo Kalomenìdis

Sorgente: Il 23 febbraio sarà scosso da altre 24 ore… – Filippo Kalomenìdis | Facebook

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