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I Giovani Palestinesi, l’Unione Democratica Arabo Palestinese, il Movimento degli Studenti Palestinesi hanno lanciato uno sciopero generale per il 23 febbraio per fermare il genocidio a Gaza e Cisgiordania e per sostenere il movimento decoloniale. Il 24 febbraio, inoltre, si stanno attivando per delle mobilitazioni sarde in concomitanza a quella di Milano.
Proponiamo una assemblea cittadina – non promossa da sigle associative o politiche, che si terrà sabato 3 febbraio all’Atelier Poesia Popolare a Sassari in via Principessa Jolanda 58 – per costruire questa fondamentale. mobilitazione. Parteciperanno esponenti dei Giovani Palestinesi e della comunità palestinese.
Ecco il testo integrale della chiamata allo sciopero e alla mobilitazione:
23 FEBBRAIO
SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA
Come realtà palestinesi in Italia lanciamo un appello a tutti i singoli lavoratori e lavoratrici, a tutti i sindacati a scioperare venerdì 23 febbraio per fermare il genocidio.
Non basta più la semplice solidarietà: il governo italiano si è schierato apertamente con Israele, contro le centinaia di migliaia di persone scese in piazza in questi mesi.
Solo le azioni concrete possono costringere la Meloni e i suoi ministri a ritirarsi da una guerra in cui sono parte attiva con la propaganda, con la vendita di armi, con gli accordi commerciali e accademici.
Blocchiamo l’Italia contro la posizione del Governo, della NATO, degli Stati Europei e occidentali che supportano il genocidio che Israele sta compiendo dal 7 ottobre e l’occupazione coloniale che dura da oltre 75 anni in Palestina.
Il prezzo della guerra in Medioriente, come della guerra in Ucraina e delle “altre missioni di pace” in giro per il mondo, lo pagheranno i lavoratori e i disoccupati, come sempre gli ultimi.
La guerra è una catastrofe che ci ritroveremo nell’aumento della bolletta, nel carrello della spesa, nei rincari degli affitti e dei trasporti.
Chiediamo alle lavoratrici e lavoratori arabi, musulmani e stranieri di non voltarsi dall’altra parte: dovete essere in prima fila per le nostre sorelle e i nostri fratelli uccisi e imprigionati in Palestina, per chi si sta sacrificando nella lotta contro il colonialismo, per la libertà e la giustizia.
Chi meglio di noi conosce questa lotta e la sente sulla propria pelle ogni giorno?
Il razzismo è lo strumento che in Occidente ci sfrutta e nei nostri Paesi ci tortura. Dall’Italia non ci dobbiamo mobilitare solo in soccorso del nostro popolo massacrato, che resiste e resisterà comunque: facciamolo per noi, mobilitiamoci perché i Governi che ci ammazzano sono gli stessi che vi succhiano il sangue e vi rendono la vita impossibile e miserabile; sono gli stessi che tolgono i diritti e riducono alla fame chi lavora, che chiudono ospedali e scuole, visto che ancora non li possono bombardare come i loro amici israeliani.
Anche i disoccupati devono scendere con noi in piazza perché lo Stato italiano, che spende milioni per le armi e per finanziare guerre a fondo perduto, è lo stesso che ha tolto il reddito di cittadinanza e gli altri dispositivi di sostegno sociale, perché la disoccupazione è il frutto di una crisi che ha nella guerra una delle sue cause principali.
Dal 7 ottobre i palestinesi, e il fronte della resistenza che dal Libano passa per l’Iraq e arriva allo Yemen, stanno dando una lezione al mondo: gli ultimi possono riscrivere la storia, possono rialzare la testa e i potenti possono sanguinare.
Perciò invitiamo ogni sindacato e ogni lavoratore e lavoratrice con coscienza a bloccare le fabbriche, i porti, i magazzini e tutto quello che si può finché non si fermerà il genocidio di un popolo che reclama la giustizia e la libertà.
23 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA
24 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO
CONTRO LA GUERRA COLONIALE E IMPERIALISTA
BLOCCHIAMO TUTTO
BLOCCHIAMO LA MACCHINA BELLICA
CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!
Giovani Palestinesi d’Italia – GPI
Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP
Movimento Studenti Palestinesi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Sorgente: I Giovani Palestinesi, l’Unione Democratica… – Filippo Kalomenìdis | Facebook