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Le notizie di domenica 17 dicembre sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta. Regno Unito e Germania chiedono un cessate il fuoco «duraturo»

di Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online

• È il 71esimo giorno di guerra: oltre 19.000 palestinesi morti, di cui 7.112 bambini, secondo Hamas. In Israele 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre.
• Idf: «Uccisi per sbaglio tre ostaggi durante i combattimenti a Gaza».
• Due navi cargo colpite dai ribelli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso.
• Le parole e le sigle per capire il conflitto: qui il glossario.
• La storia del conflitto tra palestinesi e israeliani, spiegata qui.

Ore 16:08 – Israele: «Scoperto enorme tunnel vicino al valico di Erez»

Israele ha scoperto nei pressi del valico di Erez con il nord della Striscia un «enorme sistema di tunnel che si divide in vari rami con una estensione di oltre 4 chilometri, arriva a soli 400 metri dal valico stesso, con una profondità di 50 metri sottoterra». Lo ha annunciato l’esercito secondo cui il sistema è frutto «di un progetto guidato da Muhammad Sinwar, fratello di Yahya Sinwar». Il sistema del tunnel – che ha avuto un ruolo nell’attacco del 7 ottobre – «ha una larghezza sufficiente per un veicolo» ed è dotato di impianti elettrici e fognari e porte blindate per bloccare l’accesso.

Ore 15:30 – Gallant: «Se Hezbollah vuole salire di un livello, noi saliremo di cinque»

«Se Hezbollah vuole salire di un livello, noi saliremo di cinque». Lo ha detto alle truppe riserviste al confine con il Libano il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, parlando dopo gli ultimi attacchi dei militanti dell’organizzazione libanese contro il nord di Israele. «Non lo desideriamo, non vogliamo trovarci in una situazione di guerra. Vogliamo ripristinare la pace», ha aggiunto Gallant, dicendosi intenzionato a ripristinare la sicurezza nel nord del Paese in modo che i residenti delle comunità di confine del Libano possano tornare nelle loro case. «E lo faremo o attraverso un processo di accordo, o con un’azione energica, con tutte le sue implicazioni», ha detto ancora il ministro. «Non vogliamo la guerra, ma non aspetteremo troppo a lungo», aggiunge Gallant.

Ore 15:12 – La ministra degli Esteri francese denuncia le violenze dei coloni in Cisgiordania

La ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, in visita a Ramallah, ha nuovamente denunciato le violenze dei coloni israeliani in Cisgiordania, affermando che esse «minano le prospettive di una situazione politica». «Si tratta di atti gravi che minano la prospettiva di una soluzione politica e che indeboliscono l’Autorità Palestinese, che forse possono anche spingere verso nuovi sviluppi e una destabilizzazione della Cisgiordania, che non è, ancora una volta, nell’interesse di Israele».

Ore 14:27 – Un missile di Hezbollah colpisce un kibbutz nel nord di Israele, l’esercito di Tel Aviv contrattacca

Hezbollah ha lanciato missili anticarro contro una comunità vicino al confine con il Libano, colpendo il Kibbutz Sasa, nel nord di Israele. Non ci sono segnalazioni di feriti, ma video diffusi in rete testimoniano che vi sarebbero danni all’auditorium dell’insediamento. L’Idf ha risposto con una serie di raid contro i siti Hezbollah dai quali sarebbero partiti i razzi. Un aereo da caccia e un elicottero d’attacco hanno colpito diversi edifici utilizzati dall’organizzazione libanese e un drone ha colpito un gruppo militanti. Un altro aereo e un carro armato hanno colpito armi e un posto di guardia. Un carro armato israeliano ha inoltre bombardato un sito di lancio nel sud del Libano dopo che un razzo è stato sparato nell’area del Monte Dov. Diversi missili sono stati lanciati anche contro l’area di Rosh Hanikra.

Ore 13:50 – L’Idf ha fatto irruzione negli uffici del comandante del battaglione Khan Yunis di Hamas e nella casa vuota di Sinwar

Truppe israeliane hanno fatto irruzione nel comando del battaglione “Khan Yunis” e nelle case di vacanza di numerosi alti esponenti di Hamas tra cui quella del leader della fazione islamica Yahya Sinwar, di cui da tempo non si hanno notizie. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che «in quelle case sono state trovate armi e tunnel». L’esercito ha quindi confermato che le truppe stanno combattendo Hamas nella area di Khan Yunis, nel nord della Striscia, considerata una roccaforte della fazione palestinese. I soldati – ha proseguito – hanno anche raggiunto la principale piazza di Bani Suheila, a poca distanza da Khan Yunis. Durante le operazioni – ha spiegato – i soldati «hanno ucciso molti terroristi» e sono stati scoperti gli imbocchi di circa 30 tunnel, oltre a materiale di intelligence.

Ore 13:50 – Meloni: «Siamo schierati con Israele ma deve preservare la popolazione civile»

«Ci siamo schierati con Israele dopo gli attacchi di Hamas, e chiediamo a Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale preservando la popolazione civile». Lo ha detto la presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni sul palco di Atreju.

Ore 13:17 – Iran: «A Gaza Usa e Israele piantano chiodi nella propria bara»

«Gli Stati Uniti e il regime sionista stanno praticamente piantando più chiodi nella propria bara provocando il caos nella Striscia di Gaza», ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane Hossein Salami in un discorso alla cerimonia per celebrare il ritorno dei resti di soldati iraniani uccisi nella guerra Iran-Iraq degli anni ’80. Esprimendo il sostegno dell’Iran alla resistenza palestinese, Salami ha sottolineato: «Gli Stati Uniti e Israele saranno certamente i perdenti finali nella guerra a Gaza, poiché oggi i funzionari americani non osano nemmeno visitare i paesi musulmani e stanno preparando i bagagli per lasciare la regione.» «Gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati stanno ripetendo gli errori, inclusa la sconfitta degli Stati Uniti in Afghanistan, Iraq, Siria e Yemen», ha aggiunto, citato dall’agenzia Tasnim.

Ore 13:10 – New York Times: «Austin in Israele per spingere verso una nuova fase della guerra»

Il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin III visiterà Israele e il Medio Oriente con l’amministrazione Biden che «spinge Israele a terminare la sua campagna su larga scala nella Striscia di Gaza entro poche settimane, e passare a una fase più mirata della sua guerra contro Hamas».

A scriverlo è il New York Times, evidenziando come l’incontro tra Austin, il premier Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant servirà a «discutere in dettaglio quando e come le forze israeliane porteranno avanti una nuova fase», che secondo i funzionari americani «coinvolgerebbe gruppi più piccoli di forze d’élite che entrerebbero e uscirebbero dai centri abitati di Gaza, conducendo missioni più precise e guidate dall’intelligence per trovare e uccidere leader di Hamas, salvare ostaggi e distruggere tunnel». Mentre ci si aspetta che Austin dia sostegno alla campagna israeliana volta a distruggere le capacità di Hamas di condurre operazioni militari, il segretario Usa rafforzerà l’importanza di tenere conto della sicurezza dei civili e la necessità fondamentale di aumentare la fornitura di assistenza umanitaria, ha detto un alto funzionario del Pentagono.

La visita di Austin, la seconda in Israele dal 7 ottobre, fa parte di una pressione a tutto campo da parte dell’amministrazione per sollecitare Israele a concludere la parte ad alta intensità della guerra. A sottolineare l’urgenza, anche il capo di stato maggiore Charles Brown si unirà ad Austin in Israele. Il segretario Usa si recherà anche in Bahrein, sede della Quinta Flotta della Marina americana, soprattutto per discutere della libertà di navigazione e della sicurezza marittima di fronte all’escalation nel Mar Rosso. Austin visiterà poi il Qatar e incontrerà gli alti funzionari che hanno svolto un ruolo importante nel facilitare il rilascio degli ostaggi. Infine, il segretario dovrebbe incontrare brevemente l’equipaggio della portaerei Gerald Ford nel Mediterraneo.

Ore 13:05 – Aperto il valico di Kerem Shalom, passano i primi camion con gli aiuti

I camion degli aiuti umanitari sono entrati per la prima volta nella Striscia dal valico israeliano di Kerem Shalom. Lo ha riferito l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu. Israele ha deciso di riaprire il valico di recente, nell’ambito anche delle discussioni sull’andamento della guerra con gli Usa. Il valico fino ad oggi funzionava solo come centro di ispezione per i camion che venivano dal valico più a sud di Rafah, tra l’Egitto e Gaza, e dove dovevano ritornare con un forte dispendio di tempo.

Ore 12:53 – Dopo razzi da Libano, Israele colpisce oltre confine

Non scende la tensione al confine nord di Israele. Dopo i razzi lanciati dal Libano verso il kibbutz Sasa e il villaggio di Arab al-Aramshe nel nord del Paese, Israele ha colpito siti degli Hezbollah oltre confine. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. I razzi dal Libano hanno causato alcuni danni ma non vittime.

Ore 12:26 – Il Papa ricorda le due donne uccise in una parrocchia di Gaza

«Continuo a ricevere da Gaza notizie molto gravi e dolorose – ha detto papa Francesco all’Angelus -: civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari. E questo è avvenuto persino all’interno del complesso parrocchiale della Santa Famiglia, dove non ci sono terroristi, ma famiglie, bambini, persone malate con disabilità, suore». «Una mamma e sua figlia, la signora Nadha Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno – ha ricordato -. È stata danneggiata la casa delle suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore. Qualcuno dice è il terrorismo: è la guerra. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che Dio fa cessare le guerre, rompe gli archi e spezza le lance. Preghiamo il Signore per la pace».

Ore 12:18 – Israele: «L’imbocco di un tunnel nella stanza dei bambini a Jabalya»

L’imbocco di un tunnel in una stanza di bambini con una culla vicino. È quello che l’esercito israeliano ha detto di aver trovato al piano semiinterrato di un edificio a Jabalya, nel nord di Gaza. In un video diffuso dall’ esercito stesso si vede la stanza dei bambini con anche la culla e l’imbocco del tunnel dal quale partono le scale. L’imbocco – ha aggiunto il portavoce militare – è stato poi distrutto. A Shujaia, nel centro della Striscia, le truppe hanno attaccato un centro di Hamas dove «c’erano armi, ordigni esplosivi e anche l’imbocco di un tunnel di attacco lungo circa 15 metri dal quale i miliziani attaccavano i soldati». Inoltre l’Idf ha fatto sapere di aver operato, sempre a Shujaia in una struttura dove si fabbricavano razzi, parti dei quali «sono stati trovati vicino a una scuola dell’Unrwa», l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi.

Ore 12:10 – Idf: «Scoperti tre tunnel di Hamas vicino alla scuola Unrwa, colpiti 200 siti»

Le Forze di difesa israeliane hanno condotto attacchi contro circa 200 siti di Hamas nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo hanno riferito le stesse Idf, secondo cui inoltre la Brigata paracadutisti ha fatto irruzione in diversi appartamenti usati da Hamas nel sobborgo di Shejaiya a Gaza City, trovando armi, esplosivi ed equipaggiamento militare, oltre che un tunnel lungo 15 metri, poi distrutto in un raid aereo. E tre tunnel sono stati scoperti dalla 646ma Brigata nei pressi dell’Unrwa, nelle cui vicinanze i militari hanno fatto irruzione in un edificio, dove hanno trovato materiale per costruire razzi.

Ore 12:10 – Cohen: «La Francia può avere un ruolo per evitare la guerra in Libano»

La Francia può svolgere un ruolo «importante» in Libano per evitare un’esplosione di tensioni regionali in un contesto di scontri a fuoco quasi quotidiani tra l’esercito israeliano e Hezbollah. Lo ha sottolineato oggi il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen incontrando la collega francese Catherine Colonna in visita in Israele. «C’è ancora la possibilità di impedire la guerra in Libano. Se la comunità internazionale non avrà successo, non avremo altra scelta che occuparcene noi stessi», ha detto Cohen. «La Francia può svolgere un ruolo positivo e importante» per prevenire una guerra, ha aggiunto.

Ore 12:03 – Oms: «Il pronto soccorso di Shifa è un bagno di sangue»

Il pronto soccorso dell’ospedale al-Shifa, il più grande nel nord di Gaza, è «un bagno di sangue» e la struttura «ha bisogno di rianimazione», ha avvertito l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Oms, citata dal Guardian, ha affermato che «decine di migliaia di sfollati stanno utilizzando l’edificio e i terreni dell’ospedale per ripararsi» e che c’è «una grave carenza» di acqua potabile e cibo. Le sale operatorie non funzionano a causa della mancanza di carburante, ossigeno e altre forniture, ha affermato l’organizzazione che parla di «centinaia di feriti».

Una delle quadre dell’Oms ha consegnato ieri forniture mediche all’ospedale, il più grande della Striscia, insieme ad altre agenzie delle Nazioni Unite. «Il team ha descritto il pronto soccorso come un bagno di sangue, con centinaia di pazienti feriti all’interno e nuovi pazienti che arrivano ogni minuto. I pazienti con lesioni da trauma venivano suturati sul pavimento e in ospedale non è disponibile alcuna terapia del dolore».

Ore 11:46 – Netanyahu: «Ho ricevuto dalle famiglie delle vittime il mandato a continuare la guerra»

Il premier Benyamin Netanyahu – durante la riunione di governo a Tel Aviv – ha reso noto di «aver ricevuto una lettera da decine di famiglie di caduti» nella quale si ribadisce la volontà di proseguire la guerra. «Gli eroici civili e soldati sono determinati – è scritto nella lettera diffusa da Netanyahu – a raggiungere una vittoria totale. Questo è il testamento dei caduti e il nostro obbligo per i vivi». Per questo Netanyahu ha ribadito che Israele «combatterà fino alla fine con l’obiettivo di eliminare Hamas, rilasciare gli ostaggi e assicurarsi che Gaza non sia più centro di terrorismo, istigazione e attacchi contro Israele».

Ore 11:32 – L’Iran accusa: «Dietro l’attacco alla stazione di polizia ci sono Israele e Usa»

Gli Stati Uniti, Israele e i loro elementi regionali sono dietro il recente attacco terroristico a Rask, che ha provocato l’uccisione di 11 agenti di polizia, ha detto oggi Alireza Samiei, membro del consiglio di presidenza del Parlamento iraniano, citata dall’Irna, e ha aggiunto: «L’attacco, che è stato senza dubbio organizzato in coordinamento e con il coinvolgimento diretto della Cia e di altre agenzie di spionaggio straniere, riceverà una risposta dura da parte dell’Iran». Il presidente iraniano Ebrahim Raeisi, in una precedente dichiarazione, aveva chiesto l’arresto e una severa punizione degli aggressori, parlando di un attacco «codardo e indiscriminato». Il ministro iraniano dell’Interno Ahmad Vahidi ha da parte sua intanto affermato che c’è Israele dietro l’assalto alla stazione di polizia di Rask.

Ore 11:32 – Israele: «A Tulkarem uno scontro con i palestinesi armati»

L’esercito israeliano ha confermato gli scontri, anche con l’uso di droni, avvenuti con «uomini armati» nel campo profughi di Nour Shams vicino Tulkarem in Cisgiordania nei quali, secondo l’agenzia Wafa, sono stati uccisi 5 palestinesi. Secondo la stessa fonte, durante l’operazione sono stati arrestati 4 palestinesi ricercati e sono stati scoperti «ordigni esplosivi nascosti ai bordi e sotto le strade in modo da detonare contro i soldati». Dopo aver spiegato che «i ricercati si nascondevano all’interno di una clinica», l’esercito ha aggiunto che «i droni hanno colpito un gruppo di terroristi armati che hanno lanciato esplosivi ai soldati».

Ore 11:15 – Continua il blackout dei telefoni e di internet a Gaza

Continua il blackout delle comunicazioni telefoniche e dei servizi internet a Gaza in quello che, finora, è il periodo più prolungato dall’inizio della guerra. Lo hanno riferito vari media. Le due compagnie principali della Striscia, Paltel e Jawall, hanno annunciato la fine dei servizi «a causa dell’aggressione» israeliana all’enclave palestinese lo scorso giovedì pomeriggio e da allora è scattata l’interruzione. Fonti Usa – citate dai media americani – hanno sottolineato – «l’estrema necessità» che il servizio sia ripristinato, anche alla luce del tentativo di Israele – hanno aggiunto – di ridurre le vittime civili.

Ore 10:57 – Come è stato possibile che l’esercito israeliano, in missione per liberare gli ostaggi, ne abbia uccisi tre che sventolavano bandiera bianca?

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Tel Aviv) Come sono stati uccisi venerdì mattina i tre ostaggi israeliani a Gaza che sventolavano un drappo bianco? «Stiamo conducendo un’inchiesta molto accurata. I fatti verranno chiariti», spiegano i portavoce militari. Ma la domanda resta: come è stato possibile che i soldati abbiano aperto il fuoco a poche decine di metri contro tre persone a torso nudo, che urlavano in ebraico e brandivano la pezza bianca?

Nelle ultime ore ancora dall’esercito spiegano di essersi fatti la convinzione per cui i tre uomini erano riusciti a fuggire dai loro rapitori negli ultimi giorni, o addirittura li avevano lasciati andare sotto l’infuriare della battaglia. Gaza nord è un tappeto di macerie. Non è neppure da escludere che proprio Hamas contasse sul fatto che i soldati potessero sparare, come in effetto hanno fatto. Un episodio di «fuoco amico» che mette in ulteriore difficoltà il governo Netanyahu e tutta l’impalcatura dell’operazione militare a Gaza. (…)

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Ore 10:55 – Iran: «Per gli Usa sta crescendo il prezzo del sostegno a Israele»

Il proseguimento della guerra di Gaza ha aumentato il costo per gli Stati Uniti del loro sostegno a Israele, pertanto gli americani dovrebbero o fornire un sostegno limitato o condizionato, diventando altrimenti vittime delle ambizioni dei governanti israeliani”. Lo ha affermato l’ambasciatore iraniano all’Onu Saeed Iravani. «Oggi, gli attacchi di tutti i gruppi di resistenza non mirano all’eliminazione o al collasso di Israele, perché il regime ha uno degli eserciti più potenti del mondo», ha detto Iravai, e ha aggiunto: «I gruppi di resistenza devono continuare la guerra fino alla fine dell’occupazione delle terre palestinesi da parte del regime. L’annientamento di Israele avverrà solo dall’interno del regime». «La presenza politica di Hamas in Palestina potrebbe cambiare in futuro, ma Israele non è assolutamente in grado di eliminare il movimento», ha detto ancora in un’intervista a Newsweek.

Ore 09:36 – Wafa: «47 palestinesi uccisi nel raid su Jabalya e Deir el-Balah»

Almeno 47 palestinesi «sono stati uccisi in una serie di attacchi aerei israeliani nelle ultime ore sulla città di Jabalya, a nord della Striscia di Gaza, e nel campo profughi di Deir el-Balah, nel centro» dell’enclave. Lo scrive l’agenzia palestinese Wafa che cita fonti locali. Secondo quanto riferito, protezione civile e ambulanze «hanno recuperato i corpi di 35 civili e almeno 90 feriti» a Jabalya, «con molti ancora intrappolati sotto le macerie». Nel frattempo, «aerei israeliani hanno colpito una casa di Deir al-Balah uccidendo circa 12 persone e lasciando numerosi feriti», scrive Wafa. «Molte delle vittime erano sfollati».

Ore 09:21 – Tra i rifugiati nella chiesa di Gaza anche i parenti della deputata britannica Layla Moran

Ci sono anche i parenti della deputata britannica Layla Moran tra le centinaia di civili intrappolati nell’unica chiesa cattolica di Gaza City, circondata dalle forze israeliane. La deputata liberaldemocratica ha detto alla Bbc che la sua famiglia è «a un passo dalla morte» senza accesso all’acqua o al cibo. All’interno del complesso della chiesa della Sacra Famiglia ieri sono morte una madre e una figlia, uccise da un cecchino israeliano: secondo il Patriarcato latino di Gerusalemme, le due donne cristiane – Nahida e sua figlia Samar – sono state uccise mentre camminavano verso un edificio del complesso, il cosiddetto Convento delle Suore, «in cerca dell’unico bagno del luogo», ha raccontato un testimone. «Una è stata uccisa mentre cercava di portare l’altra in salvo», si legge nel comunicato del patriarcato; e altre sette persone sono state ferite dai colpi d’arma da fuoco mentre «cercavano di proteggere gli altri all’interno del complesso della chiesa». Il patriarcato ha aggiunto che non è stato dato alcun avvertimento: «Sono stati uccisi a sangue freddo all’interno dei locali della parrocchia, dove non ci sono belligeranti».

Ore 09:09 – La ministra degli Esteri francese in Israele: «La tregua sia immediata e duratura»

La capo della diplomazia francese, Catherine Colonna, è arrivata oggi in Israele dove chiederà una tregua «immediata e duratura» nella Striscia di Gaza. Colonna incontrerà il suo omologo israeliano Eli Cohen a Tel Aviv. La Francia ha condannato sabato un bombardamento israeliano nella Striscia di Gaza che ha causato la morte di uno dei suoi agenti diplomatici e ha chiesto che «sia fatta luce». Oltre ai colloqui ufficiali, Colonna dovrebbe incontrare le famiglie degli ostaggi francesi e chiedere «una nuova tregua umanitaria immediata e duratura», che porti ad un cessate il fuoco, per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, e per essere in grado di fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, secondo un comunicato stampa del Quai d’Orsay.

Ore 08:44 – Il totale dei soldati israeliani uccisi a Gaza sale a 121

L’esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati uccisi in combattimento uno nel nord, l’altro nel sud di Gaza. Si tratta di Joseph Avner Doran (26 anni) e di Shalev Zaltsman (24 anni). Secondo le stime ufficiali il bilancio, dall’avvio dell’operazione di terra nella Striscia, è ora di 121 soldati uccisi in combattimento.

Ore 08:36 – Wafa: «Sale a 4 il bilancio dei palestinesi uccisi a Tulkarem, in Cisgiordania»

È salito a quattro il bilancio dei palestinesi uccisi in un’operazione israeliana nel campo profughi di Nour Shams nei pressi di Tulkarem in Cisgiordania. Lo ha rifgerito l’agenzia Wafa che cita fonti mediche. I due uccisi – secondo la stessa fonte – sono Walid Abdel Razzaq Asaad Zahra (22 anni) e Asaad Fathi Asaad Zahra (33). In precedenza altri due palestinesi – secondo la stessa fonte – erano stati uccisi dalle «forze di occupazione all’interno del campo» in un attacco avvenuto anche «con droni». L’esercito israeliano non ha ancora commentato il fatto.

Ore 08:20 – Al Jazeera ricorre alla Corte penale internazionale dopo l’uccisione di un suo cameraman a Gaza

Al Jazeera ha annunciato che intende fare ricorso alla Corte Penale Internazionale (Cpi) per l’uccisione del suo cameramen, Samer AbuDaqa, a Gaza. L’emittente televisiva del Qatar ha detto di aver dato mandato ai propri legali di presentare urgentente il caso «dall’assassinio del nostro cameraman» alla tribunale che ha sede all’Aja. Secondo la ricostruzione di Al Jazeera il 45enne, che aveva quattro figli, è stato colpito da un drone israeliano venerdì mentre stava realizzando un servizio in una scuola a Farhana. Le forze di sicurezza israeliane rigettano le accuse: «non abbiamo mai e mai prenderemo di mira deliberatamente i giornalisti», hanno dichiarato, sottolineando che stare in «zone di combattimento attivo» è un’attività collegata a rischi.

Ore 08:06 – Germania e Gran Bretagna: «È necessario un cessate il fuoco sostenibile, Hamas non può rimanere»

«Dobbiamo fare il possibile per preparare la strada per un cessate il fuoco sostenibili che porti ad un pace sostenibile. Prima si fa meglio è, il bisogno è urgente». Così i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania, David Cameron e Annalena Baerbock, chiedono un «cessate il fuoco sostenibile» a Gaza. in un articolo sul Sunday Times in cui sottolineano che «troppi civili vengono uccisi». Nell’articolo non si chiede un «cessate il fuoco immediato e generale», che non viene considerato «il modo di andare avanti» perché ignorerebbe «il perché le forze israeliane si devono difendere». «Hamas ha barbaramente attaccato Israele e ancora lancia razzi ogni giorno per uccidere israeliani. Hamas deve deporre le armi», scrivono i due ministri, sottolineando che «lasciare Hamas al potere a Gaza sarebbe un permanente impedimento alla soluzione dei due Stati, un cessate il fuoco non sostenibile, velocemente precipiterebbe in nuova violenza, renderebbe solo più difficile costruire la fiducia necessaria per la pace». In un discorso pronunciato ieri sera Benjamin Netanyahu ha apertamente dichiarato di non sostenere la soluzione dei due Stati, definendo gli accordi di Oslo «un errore fatale».

Ore 07:48 – Gli ostaggi di Hamas uccisi dal fuoco amico a Gaza: le storie di Samer al Talalka, Yotam Haim e Alon Shmariz

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Tel Aviv) «Ce li hanno ammazzati due volte», dicono i famigliari dei tre giovani uomini deceduti sotto il «fuoco amico» dei soldati israeliani tra le macerie di Gaza Nord, proprio mentre credevano di essere a un passo dalla fine del loro Calvario. «La prima quando non abbiamo saputo nulla di loro nella mattanza perpetuata da Hamas il 7 ottobre e adesso nella beffa della trappola di Gaza».

Per primo raccontiamo del 24enne Samer al Talalka, perché c’erano anche alcuni beduini del Negev tra le vittime di Hamas. Samer apparteneva al gruppo di beduini che fanno il servizio militare, spesso nei corpi scelti come scout, lavorava nel Kibbutz Nir Am quando i jihadisti lo hanno catturato e portato via con le mani legate (…).

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Yotam Haim, Alom Shamriz, Samer Al Talalka

Ore 07:17 – Proseguono i raid aerei su Gaza. Morti due soldati israeliani

Mentre si moltiplicano gli appelli a Israele al negoziato per il rilascio degli ostaggi, si registra una nuova ondata di raid sulla Striscia di Gaza. Secondo Hamas, diverse persone sono rimaste uccise nei raid aerei su Deir al-Balah; attacchi aerei e di artiglieria ci sono stati anche sulla località di Bani Suhaila, a Est di Khan Yunis, la seconda città della Striscia di Gaza, roccaforte di Hamas, dove da giorni infuria lo scontro. Intanto Tsahal ha annunciato la morte di altri due dei suoi soldati, e dunque adesso sono 121 i militari israeliani uccisi dall’inizio dell’offensiva a Gaza alla fine di ottobre.

Ore 03:15 – Morte cameraman a Gaza, Al Jazeera prepara una denuncia

Al Jazeera ha dato mandato al proprio ufficio legale di presentare una denuncia alla Corte penale internazionale per la morte del suo cameraman Samer Abu Daqqa, avvenuta a Gaza. La rete televisiva con sede in Qatar lo ha affermato — come riporta la Cnn — in una nota: «Sabato 16 dicembre 2023, la rete ha istituito un gruppo di lavoro congiunto, composto dal suo team legale internazionale e da esperti legali internazionali, che avvierà il procedimento di compilazione di un fascicolo completo da presentare al pubblico ministero», si legge. Abu Daqqa è morto venerdì scorso dopo essere stato ferito in un attacco israeliano. Al Jazeera ha definito la sua morte un «assassinio». Nel fascicolo per la Corte penale internazionale saranno stati inseriti anche gli «attacchi ricorrenti contro gli operatori della rete che lavorano e operano nei territori palestinesi occupati e i casi di incitamento contro di loro».

Ore 02:02 – Gaza, Londra e Berlino chiedono cessate il fuoco «duraturo»

Londra e Berlino chiedono un «cessate il fuoco duraturo» nella Striscia di Gaza. La richiesta arriva dal ministro degli Esteri britannico, David Cameron, e dalla sua omologa tedesca Annalena Baerbock, che ritengono ci sia «bisogno urgente» di un «cessate il fuoco duraturo». «Dobbiamo fare tutto il possibile — si legge in una dichiarazione congiunta pubblicata sul “Sunday Times” — per aprire la strada a un cessate il fuoco duraturo, che porti a una pace duratura. Prima è, meglio è, la necessità è urgente. Troppi civili sono stati uccisi. Il nostro obiettivo non può essere semplicemente la fine dei combattimenti oggi. Deve essere una pace che duri giorni, anni, generazioni. Sosteniamo quindi un cessate il fuoco, ma solo se duraturo». Tuttavia, aggiungono, «non crediamo che invocare adesso un cessate il fuoco generale e immediato, nella speranza che diventi permanente, in un modo o nell’altro, sia la strada da seguire». Ciò equivarrebbe a «ignorare il motivo per cui Israele è costretto a difendersi: Hamas ha attaccato Israele in modo barbaro e continua a lanciare razzi ogni giorno per uccidere cittadini israeliani. Hamas deve deporre le armi».

Sorgente: Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | Guerra Israele-Gaza: Inghilterra e Germania chiedono un cessate il fuoco «duraturo»

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