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NABATIETH (Marco Chiavistrelli)


“Son morto che ero bambino,
son morto con altri cento”,
che che ricordo sembrava il vento, quel fischio così lontano.

Poi il rombo squarciò il silenzio, negli occhi solo terrore,
l’acciaio sbranò il mio viso, un attimo durò il dolore.

Mia madre corse impazzita
gettandosi sopra il mio corpo,
sentì il mio cuore morto e il sangue la carne a pezzi.

E lì restò per sempre, la morte placò il suo pianto,
non vece neppure in tempo
a udire quel grande schianto.

“E son morto che ero bambino,
son morto con altri cento”,
che strano sembrava il vento
quel fischio ma era la morte.

Con me quanti bambini fermarono il loro tempo
ma quanti di sete e fame andarono via in silenzio.

E ancora sputano odio su povere vecchie baracche,
sui corpi che la miseri ha già ridotto a larve.

A Nabatieth il sole splende ma illumina solo macerie
ma illumina solo lamiere contorte
e scalda soltanto la morte,
ma illumina solo lamiere contorte
e scalda soltanto la morte.

 

“Ninna nanna”:

Spararono a otto sul confine,
uccisero undici ventidue quarantaquattro.
Quattro bambini,
uno ne tenevo per mano,
“la casa è perduta
piccolo, andiamo”.
Come i quattro a Gaza Beach
una mattina
venti gradi a sud
del parallelo sbagliato
della nostra impotenza
del loro disegno criminale di
guerra petrolio terrore.
Ninna nanna cocco bello,
i confini sono fuoco,
cicatrici che non vedi
dalla luna.
Non luccicano i pesci in mare
e le stelle perdono il Nord
senza il rumore
dei tuoi piccoli passi.
Mentre l’anima del mondo muore
canta una canzone
con me,
tesoro, amore, cantiamo almeno
la ninna nanna per te.

Marina Losi

 

Gaza sotto le bombe

La terra non accetta più
il sangue dei suoi figli inncenti
così il sangue scorre via
verso il mare
ma anche il mare lo rifiuta
ribolle e fa la schiuma
che non è più rossa
ne bianca

I figli li accoglie il cielo
e guarda inorridito quei colori
di corpi straziati

si somigliano, così
la terra, il mare e il cielo
di un grigio cenere
tutta opera dell’uomo

così potremmo dire un giorno
“Questo… Abbiamo fatto!”
di tutto intorno non c’è rimasto più nulla

“Questo… abbiamoo fatto”
potremmo dire un giorno.
di tutto, il nulla

Marco Zinno

La GUERRA è contro HAMAS
– affermano –
bombardando
case,
scuole,
ospedali.

QUALE GUERRA?

Non ha un esercito
il popolo di PALESTINA
da molti decenni,
sulla sua TERRA:
saccheggi,
violenze,
prigioni,
torture,
assassini.

Risponde colpo su colpo,
però,
né indietreggia,
la RESISTENZA
contro l’occupazione.

UNA STORIA DIGNITOSA,
hanno alle spalle,
I PALESTINESI:
quella dei loro padri.

Amano la propria Terra,
le proprie tradizioni,
la propria cultura.

Le loro poesie
sprigionano
amore,
giustizia,
fratellanza,
solidarietà.

SEI GIORNI,
nel 1967,
hanno impiegato,
i sionisti,
per distruggere gli eserciti
panarabi
di Egitto, Giordania e Siria,

OGGI,
dopo CINQUANTA GIORNI,
l’esercito israeliano,
il più all’avanguardia
del Vicino Oriente,
GENTE INERME MASSACRA
ma

altrettante sconfitte,
SUBISCE,
nella STRISCIA di GAZA,
perché
HAMAS,
TUTTA la RESISTENZA
RESISTE,
perché
la STRISCIA di GAZA
NON STRISCIA

RESISTE

per sé,
per tutta la PALESTINA
e per tutti i popoli in lotta
contro l’imperialismo.

Ippazio Antonio Luceri


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