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Ogni giorno il deputato e responsabile organizzazione di FdI d’Italia Giovanni Donzelli scopre una nuova “lobby” che vorrebbe la caduta del governo.

Ogni giorno il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli scopre una nuova “lobby” che vorrebbe la caduta del governo. Ieri in un’intervista a Repubblica ha collegato gli attacchi a Giorgia Meloni a “certi ambienti” a cui “non andiamo già”, dice Donzelli. “Lobby abituate a entrare nelle stanze del potere – spiega il deputato meloniano – , tecnici che andavano a fare i ministri, ma anche alcuni dirigenti dei ministeri che si erano assuefatti alla debolezza della politica, mentre Meloni ne ha ripristinato la forza. Ma non solo Meloni: anche Conte e Schlein, nell’altro campo, hanno fatto capire di non essere disposti a grandi coalizioni o a governi tecnici”.

Ogni giorno il deputato e responsabile organizzazione di FdI d’Italia Giovanni Donzelli scopre una nuova “lobby” che vorrebbe la caduta del governo

Mediaset ovviamente è detto a mezza bocca. Dalle parti di Fratelli d’Italia l’ordine di scuderia è di evitare un attacco frontale con l’azienda ora guidata da Pier Silvio Berlusconi e la controversa figura del capo di Striscia la notizia, Antonio Ricci, rende facile per tutti giocare di sponda. Ciò che conta è alimentare la narrazione dell’assedio, dipingere Giorgia Meloni come novella Giovanna d’Arco contro nemici immaginari che ogni settimana diventano più grandi, più potenti, più neri (o rossi, in questo caso). Donzelli è il cantore principale.

Solo un mese fa aveva srotolato l’intero repertorio complottista e vittimista della destra in un’intervista al Corriere della Sera spiegando: “ci sembra evidente come oggi, ora che finalmente torna la politica, con un nuovo assetto di stampo conservatore di centrodestra, si assista a una forte reazione. Che non ci spaventa né ci stupisce. Ma, anzi, ci motiva”. Ma che Fratelli d’Italia sia tutto fuorchè una forza antisistema lo dicono i fatti e i numeri. Non c’è stato bisogno di nessun “servizio particolare” da parte delle banche e della famiglia Berlusconi per fare dietrofront sulla tassa extraprofitti alle banche.

Ad agosto la misura era stata annunciata con enfasi dal governo. Sembrava un capolavoro, un governo che ha il coraggio di zittire le banche era un sogno quasi socialista. Invece scherzavano: le modifiche, gli emendamenti e le eccezioni applicate all’imposta originaria ne hanno ridefinito il senso. La tassa è diventato un prestito e nonostante dal governo si sforzassero di spiegare che la natura dell’iniziativa rimaneva la stessa sullo sfondo l’esultanza delle banche e di Forza Italia dicevano tutto.

Esemplare il caso di Ryanair. L’esecutivo voleva ridurre i costi ma alla fine ha abbassato la cresta

Stesso copione con la compagnia aerea Ryanair. Il tetto massimo che avrebbe voluto imporre il ministro alle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso era un storia che poteva funzionare: dentro c’era la difesa della mobilità in Patria contro il vettore straniero e il coraggio di alzare la voce con un player internazionale. Niente di fatto nemmeno lì. I moniti dell’Unione europea e la paura di non essere all’altezza della sfida hanno fatto desistere il governo. Risultato? Il prezzo dei biglietti aerei continuerà a dipendere dal buon cuore dell’amministratore irlandese Michael O’Leary.

Urso prometteva di spezzare le reni ai petrolieri. Ma è rimasto solo un cartello appeso ai distributori

E il prezzo delle benzina, ve lo ricordate? Anche in quel caso il ministro Urso aveva promesso di spezzare le reni alle compagnie petrolifere per tutelare gli italiani. Come spesso accade a questo governo però gli unici che stavano per rimetterci erano i benzinai, ultimo anello di un impero economico che attraversa continenti, emirati e guerre. Il prezzo della benzina continuava a salire e come mausoleo delle gesta di Urso contro i signori del petrolio è rimasto un malinconico cartello che ci avvisa che probabilmente a un trentina di chilometri potremmo trovare una pompa più conveniente.

In effetti un miracolo al governo Meloni sta riuscendo: mentre soffia la favola di essere contro i poteri forti sta smantellando i diritti e la dignità dei poteri poveri e fragili. Così ai suoi elettori offre la narrazione di essere antisistema e al sistema offre gli indigenti come carne da cannone. L’hanno capito quasi tutti. Tranne Donzelli e la sua schiera.

Leggi anche: “Il punto non è la sfera privata. È la parentopoli di Palazzo a rendere Meloni vulnerabile”. Parla Saraceno: “Per le destre il divorzio non è un problema ma poi non tollerano gli omosessuali”

Sorgente: Destre a tutta lobby. Altro che Governo nemico dei poteri forti | LA NOTIZIA

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