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LA RUSSIA TENDE UNA MANO A CUBA

 

Si è recentemente svolto a L’Avana il Cuba-Russia Business Economic Forum nel quale le due nazioni hanno espresso la volontà di aumentare le loro collaborazioni nei settori economici e commerciali.

Durante le sessioni di lavoro sono state valutate molte opzioni per aumentare la collaborazione tra la Federazione Russa e Cuba in molti campi come l’economia, il commercio ed il turismo. Al termine delle varie riunioni le delegazioni hanno sottolineato la necessità dei due paesi di continuare ed ampliare le relazioni economiche. In occasione della riunione a L’Avana Dmitri Chernyshenko ha annunciato la ripresa dei voli regolari con Cuba sospesi dal febbraio scorso a causa delle sanzioni applicate alla Russia che  ha avuto una notevole copertura mediatica.

Ma durante i colloqui molte altre importanti iniziative sono state sviluppate in diversi campi ma solo poche al momento sono state ufficialmente comunicate. Secondo quanto ho avuto modo di conoscere l’intenzione della Russia è quella di riportare Cuba tra i principali partner commerciali della regione e l’isola caraibica non ha opzioni: solo la Russia può offrire questo cambiamento economico immediato e a medio termine.

Gli accordi commerciali vanno nella direzione della riduzione dei costi e dei  prezzi, aumentare la qualità della vita del popolo, modernizzare l’industria, e trasformare Cuba in un mercato di esportazione per la  regione.

Saranno otto gli aeroporti cubani in cui arriveranno voli diretti dalla Russia mentre dall’isola partiranno voli diretti in quattro città russe. Ciò permetterà in primo luogo ai cittadini russi di sfruttare le strutture turistiche dell’isola ed ai cubani di viaggiare nel paese euro asiatico. Verranno inoltre usati gli stessi velivoli per gli spostamenti sul territorio cubano.

Nel settore delle telecomunicazioni è stato stipulato un accordo strategico tra etecsa, gestore delle linee di telefonia fissa e mobile a Cuba, e l’ente federale russo al fine di permettere l’uso delle linee telefoniche russe sull’isola. si è inoltre parlato dell’apertura di filiali di operatori di telefonia mobile russi sull’isola da affiancare ad  etecsa.

Nel settore agricolo è stata decisa l’esenzione fiscale per 30 anni nella cessione di terreni al fine di incentivare gli investimenti con macchinari, fertilizzanti, tecnologie diretto agli agricoltori, senza intermediari sia  per il mercato nazionale che per quello  dell’esportazione.

E’ stata data la possibilità alle banche russe di operare sul territorio cubano ampliando così l’offerta dei servizi offerti ai privati ed alle imprese, si parla non solo dell’apertura di conti correnti ma anche di credito, strumenti finanziari e pos.

Verrà creata un’impresa per l’assemblaggio di taxi ed autobus per il trasporto pubblico e privato oltre alla creazione di  terminali per la ricarica degli autobus elettrici.

Sempre in campo finanziario è stata proposta – l’eliminazione della convertibilità del dollaro nelle transazioni russe e cubane: il tasso di cambio tra le due monete sarà rettificato e fluttuante a secondo della bilancia commerciale tra i due paesi. La rinegoziazione del debito di Cuba con la Russia sarà pagata con i margini del surplus nella bilancia commerciale. Potrebbe essere approvato l’uso delle criptovalute come pagamento transfrontaliero.

Nel campo della sicurezza verrà implementato l’uso di telecamere di sorveglianza, potrebbe essere riaperta la base radar russa sull’isola data la vicinanza con gli Stati Uniti.

Molte altre iniziative sono state discusse durante le varie riunioni, è stata proposta un’esenzione fiscale per tre anni per le imprese russe o miste che intendono operare sul territorio cubano, l’apertura di un’accademia cubana in Russia per lo studio dello spagnolo necessario ai russi per integrarsi. Nel settore sportivo sono stati proposti contratti agli atleti cubani mentre nel campo artistico e culturale verranno implementati Tour artistici di cubani in Russia, si è parlato anche della possibilità di creare un Tropicana a Mosca e un altro a San Pietroburgo.

Nel settore della logistica e dei trasporti di materiali  si è parlato della creazione di  una joint venture cubano-russa che si incarichi della movimentazione delle merci come  carichi e pacchi, via terra, marittima e aerea.

Non poteva mancare poi una regolamentazione della mobilità delle persone  tra i due paesi. I cambiamenti migratori annunciati sono orientati ad attrarre capitale umano e finanziario dall’emigrazione cubana, si parla anche della regolamentazione dei cubani illegali in Russia a partire dalla certificazione di apprendimento della lingua russa, e omologazione dei titoli professionali.

Insomma tra i due paesi si preannuncia una forte collaborazione in tutti i settori. Una perdita di sovranità di Cuba? La vendita dell’isola ai russi? Forse sì, forse no, ma sta di fatto che l’isola caraibica sia per le numerose sanzioni che il blocco economico, commerciale e finanziario a cui è sottoposta da oltre sessanta anni, sia per gli effetti sul turismo, prima fonte di ingresso di valuta per Cuba,  che prima la pandemia poi la guerra in Ucraina ha causato, si trova in grave difficoltà e  deve cercare di rialzarsi. Quindi ben vengano tutte le aperture e collaborazioni che dall’estero permettano di sviluppare un’economia, quella di Cuba, in notevole difficoltà.

Inoltre bisogna notare che, come spesso ho scritto, Cuba resta in una posizione geografica di primaria importanza dal punto di vista strategico soprattutto adesso che il mondo va in una direzione multipolare.

Quando, agli inizi degli anni ’90 dello scorso secolo crollò il campo socialista e si dissolse l’Unione Sovietica Cuba entrò in una grave crisi economica dalla quale uscì solo in parte dieci anni dopo.  Fidel Castro decise quindi di   non seguire le raccomandazioni fatte alcuni anni prima da Gorbaciov che gli suggerì di optare per la perestroika restando fedele ai principi della sua rivoluzione. Scelta questa che gli costò l’inasprimento del blocco economico con tutte le conseguenze che conosciamo bene.

Ma se il campo socialista è crollato Cuba, appunto, non si è spostata dalla sua posizione geografica. Resta lì a pochi chilometri dalle coste statunitensi nel mezzo del Mare dei Caraibi. Posizione, questa, che era molto importante per l’Unione Sovietica negli anni della guerra fredda e che resta importante oggi. Non penso che le aperture di credito di Putin verso Cuba siano di forma ideologica, non ho mai pensato che al Cremlino governino i comunisti, ma semplicemente sono strategiche.

La situazione a Cuba è difficile, ci sono movimenti interni che cercano di far crollare il governo, la situazione quotidiana dei cubani è complicata. Sembra che il cappio stretto per decenni dagli Stati Uniti si stia stringendo ed una caduta del governo rivoluzionario significherebbe il passaggio al liberismo sull’isola. A Mosca hanno capito certamente che per non far crollare L’Avana sotto le pressioni statunitensi occorre che l’economia, e per conseguenza la situazione generale del popolo cubano, migliori. Hanno capito l’importanza strategica che Cuba potrà giocare nel prossimo futuro e probabilmente hanno deciso che il vecchio legame tra i due paesi debba essere rinvigorito.

In conclusione, quindi, penso che gli aiuti russi debbano essere inquadrati nella necessità della Russia di espandere la sua influenza politica ed economica in una parte del mondo, quella dei Caraibi e dell’America Latina, che oggi come nel prossimo futuro giocherà un ruolo fondamentale. E Cuba? Penso che quando sei assediato da decenni se qualcuno ti tende la mano, anche se ti chiede qualcosa in cambio, non devi chiudere nessuna porta.

La rivoluzione cubana potrà continuare solamente se, oltre agli aspetti ideologici, il governo sarà in grado di soddisfare tutti i bisogni dei cittadini e dunque, come detto, ben vengano le aperture di Mosca.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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