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«Lei è venuto a uccidermi. Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo».
Il giorno 8 ottobre 1967 Ernesto Guevara de la Serna, noto come Che Guevara, il famoso rivoluzionario argentino, viene catturato in Bolivia da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano insieme ad agenti speciali della CIA. La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugiò in un canalone (quebrada) dove fu circondato dalle forze militari. Qui fu catturato dall’esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l’8 ottobre del 1967 nella quebrada del Yuro, a pochi chilometri dal villaggio di La Higuera. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe.
Rodríguez riferì la notizia della cattura tramite la rete dell’Agenzia in Sud America, al direttore generale della CIA, Richard Helms, a Langley, in Virginia, mentre governava l’amministrazione Johnson.
Che Guevara fu ucciso nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967.
Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere onde identificare le impronte, l’esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
Dal giorno della sua morte a oggi il mondo è cambiato, ma non il significato delle sue parole, che rimbombano nella storia rendendolo, nei fatti, immortale.

Sorgente: Federazione della Sinistra | Facebook

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