Questa lettera, come altre nei giorni scorsi, è arrivata ai canali social dell’Espresso in risposta alla nostra inchiesta sulle carenze di organico della sanità. Se volete raccontare la vostra storia, scriveteci sui social o nel form in fondo all’articolo
Ho deciso di scrivere questo messaggio in quanto oggi ho iniziato ad andare da uno psicologo per questo motivo. Sono una specializzanda di ematologia e lavoro in media 80 ore a settimana, con picchi di 140 ore a settimana.
Veniamo pagati la metà di uno strutturato, ma lavoriamo il doppio delle ore in quanto noi non timbriamo e quindi il conteggio delle ore non è indicato. In reparto siamo spesso da soli, soprattutto il pomeriggio impedendoci di seguire le lezioni (che seppur online è impossibile seguire nel trambusto del reparto). Allo stesso tempo abbiamo di recente ricevuto un richiamo scritto perché non siamo presenti a lezione. Siamo più o meno velatamente costretti a compilare database per articoli di cui poi non viene quasi mai messo il nostro nome. Se si esce prima delle 18 (banalmente per andare a fare la spesa) si viene rimproverati, perché appunto bisogna stare a fare i database. Le ferie vengono concesse solo in determinati periodi.

E va sempre chiesto prima il permesso allo strutturato (pur organizzandoci tra di noi per garantire sempre degli specializzandi in reparto). A pranzo abbiamo mezz’ora per mangiare e dobbiamo chiedere il permesso per andare in mensa, cosa che non sempre viene concessa. Dobbiamo lavorare a turno un weekend al mese 8-20 senza possibilità di recupero il lunedì successivo (perché viene preso dallo strutturato) e o viene dato in giorni a caso (tipo un martedì di due settimane dopo) o non viene dato. In reparto si è creato una sorta di terrorismo psicologico per cui viene incentivato e premiato solo lo stakanovismo e rigettato ciò che è extra nel nome della formazione e del “ai miei tempi si faceva così”, seppur io da contratto abbia previste al massimo 48 ore a settimana.
“Io, specializzando, lavoro 80 ore alla settimana in ospedale. Non ce la faccio più, mollo tutto”

Il rinforzo positivo praticamente non esiste ma ci sono continue critiche perché sembra che le cose fatte non bastino mai. E si debba sempre dare di più. Più di 80 ore a settimana al reparto.