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Ci sono oppressi e oppressori. Molti di più di quello che ci vorrebbero raccontare. Forse conviene che la politica se ne faccia carico, usi gli strumenti che ha a disposizione per interpretare il conflitto e per trasformarlo in lotta politica senza troppe remore e senza il timore di essere considerata troppo poco moderata, senza la fregola di compiacere giornali senza lettori o trasmissioni senza telespettatori che non sono altro che gli uffici stampa per la normalizzazione dello sfruttamento. Ci vuole coraggio, è vero, ma la politica non dovrebbe essere lì per questo?


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