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Lei è Emma Ruzzon, 21 anni, studentessa dell’Università di Padova, che oggi ha celebrato i suoi 800 anni dalla fondazione.
Emma, rappresentante degli studenti, è salita sul grande palco e, non lasciandosi per nulla intimidire dalla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della Presidente del Senato e di tante altre autorità, ha fatto uno dei più memorabili discorsi sulle libertà e i diritti civili che si siano sentiti negli anni, attaccando in modo forte i politici: “Mi domando come possa considerarsi libero un Paese in cui la libertà è garantita nella sua totalità per alcuni e centellinata per altri.
Un Paese in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l’affossamento di un disegno di legge che, pur in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sua evidente transfobia, mentre conta il più alto tasso di omicidi di persone trans in Europa”.
Poi, non contenta, ha continuato parlando del lavoro che o manca, o è sottopagato: “Ci viene insegnato che studiamo per lavorare e non per accrescere la nostra cultura, per poi ritrovarci in un mondo del lavoro che ci chiede di ringraziare per l’opportunità di essere sfruttati, perché “è così che si fa esperienza”, e in cui dobbiamo augurarci di non essere una delle tre morti sul lavoro al giorno”.
Per finire, la pace: “Non c’è libertà per qualcuno se non c’è libertà per tutte e per tutti. Oggi più che mai per il popolo ucraino, ma anche per quello yemenita, quello palestinese, quello siriano e per tutti i popoli oppressi e subalterni”.
Emma, che ha 21 anni. , in dieci minuti, ha dimostrato quanto i giovani siano avanti anni luce rispetto ad una classe politica fallimentare.

Sorgente: Luisa Castagnoli | Facebook

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